martedì 29 dicembre 2009

Jokes

Ho letto questa barzelletta(?) su un sito e la riporto perché mi è piaciuta molto.

Gesù, Gurdjieff e Mosè camminavano insieme conversando meravigliosamente quando arrivarono ad un fiume in piena troppo ampio per essere guadato. Tutti e tre si sedettero guardandosi l'un l'altro e poi guardarono il fiume. Improvvisamente Gesù si alza e dice "io posso attraversare", e inizia a camminare sulle acque raggiungendo l'altro lato del fiume.

Gurdjieff studiò Gesù con grande volontà e concentrazione. Quando Gesù arrivò sull'altra sponda Gurdjieff si alzo e senza voltarsi indietro attraversò il fiume allo stesso modo, salì la collina e si sedette accanto a Gesù.

Mosè era perplesso. Ha visto il roveto ardente e ha portato i 10 comandamenti, ma non è mai arrivato alla terra promessa. Egli guarda il fiume e ha paura, ma pensa, "Quei due sono venuti dopo di me - tutto quello che possono fare dovrei essere in grado di farlo". Così si toglie i sandali e comincia a passare il fiume ma cade ed inizia ad agitarsi schizzando, "la mia barba si sta bagnando, cosa devo fare?"

A questo punto Gurdjieff si rivolge a Gesù e dice: "Pensi che dovremmo dirgli dove sono le rocce ?"

giovedì 10 dicembre 2009

Estratto

Mi è stato inviato (grazie Maurizio) via mail un estratto dal libro di Friz Peters, ho piacere di condividerlo sul blog.
Buona lettura:

L’esistenza, così come viene comunemente vissuta, è una specie di letargo, soleva dire Gurdjieff. Per “risvegliarsi” occorre lavorare duramente su di sé, occorre compiere degli sforzi coscienti.
La sua è una visione del mondo e dell’uomo che può sconcertare ma, indubbiamente, anche affascinare. E’ come se aprisse uno spiraglio da cui si intravede la possibilità di conseguire la libertà. La libertà di “essere”.
Si pensi solo a quanto sarebbe diversa la vita se l’uomo potesse compiere i suoi gesti, i suoi atti, in modo consapevole e non trascinato dalla forza degli eventi; a cosa sarebbe la vita se l’uomo avesse la capacità di giudicare senza identificarsi, senza farsi travolgere dalle emozioni. Questo non significa, come molti potrebbero pensare, che sarebbe privo di sentimento, tutt’altro, sarebbe solo un essere sempre presente a se stesso e agli altri, un essere consapevole di ciò che avviene dentro e fuori di sé.
Gurdjieff pare invitarci a chiederci se comprendiamo chi siamo, che cosa vogliamo, perché soffriamo. Interrogativi che tutti noi, in un momento o nell’altro, ci siamo posti, ma ai quali raramente sappiamo dare una risposta “sincera”.
E Gurdjieff sembra insistere, punzecchiarci affinché la smettiamo di mentire a noi stessi e abbiamo il coraggio di guardare dentro di noi senza barare.
E’ un’impresa ardua quella che Gurdjieff chiede di fare ma, forse, vale la pena di tentare.

Fritz Peters - I miei anni con Gurdjieff

lunedì 7 dicembre 2009

La linea di minima resistenza

Salve a tutti, vorrei segnalare un interessante articoletto dove si definisce la linea di minima resistenza. Anche se non è direttamente un soggetto della Quarta Via reputo molto interessante definire questo soggetto, perché dal punto di vista del sistema queste non sono altro che ottave laterali discendenti.
Torno a dire i termini dell'articolo non sono attinenti al Sistema, ma definiscono molto bene l'atteggiamento, diciamo che è possibile comprendere quello di cui parla e riscontrarlo nelle nostre vite e nel nostro lavoro molto frequentemente.
Buona lettura:

http://luigiruffolo.it/2008/05/linee-di-minima-resistenza/

domenica 6 dicembre 2009

Pagina dei commenti 4#

Questa è la nuova pagina dei commenti aperti, per favore postate i vostri commenti qui e non sulle vecchie pagine.
Grazie

venerdì 27 novembre 2009

Essere sinceri con se stessi

Essere sinceri con se stessi
Questo è uno dei soggetti più importanti nel lavoro su di sé.
E' quello che dovremmo imparare attraverso la comprensione (conoscenza ed essere).
Questo post è aperto ai commenti in relazione a questo soggetto.

venerdì 13 novembre 2009

Riflessioni sulla Quarta Via

Salve a tutti,
recenti scambi con gli utenti del blog mi hanno portato a voler postare alcune riflessioni e ricordi che ho su quanto letto nei testi della Quarta Via e nelle testimonianze delle persone che sono state vicine a Gurdjieff nel periodo in cui ha insegnato.
Vorrei iniziare dal ricordo che Mr. Gurdjieff aveva lo scopo di preparare i suoi allievi ad insegnare il Sistema, ed anche in vita li ha invitati a trasmettere ad altri in diverse città del mondo. Questi lo hanno fatto, e regolarmente tornavano da Mr. Gurdjieff per confrontarsi su quello che vivevano, portavano il loro studenti a conoscere il maestro, il quale insegnava loro. Ci sono diverse testimonianze sul modo di insegnare di Mr. Gurdjeff alcune lo disegnano in un modo altre in quello opposto. Personalmente credo che questo sia dovuto alla sua grande capacità di relazionarsi in maniera diretta e personale con ogni individuo che incontrava. Questo rende quindi molto difficile determinare quale sia la direzione "giusta" visto che ve ne sono tante e molto diverse tra loro nel modo di insegnare di Mr. G.
Ouspensky ha riportato quella che è stata la sua esperienza con Gurdjieff, ma essendosi il loro legame interrotto, nonostante il rispetto fosse presente, Mr. Ouspensky ha potuto testimoniare solamente una parte dell'insegnamento di Gurdjieff. Non dobbiamo dimenticare che lo stesso Gurdjieff ha apportato molte modifiche al sistema lungo l'arco della sua esistenza dimostrando la dinamicità ed organicità del sistema e la non sua fissità in principi assoluti.
Altri allievi come Bennett ad esempio sono stati vicini a Gurdjieff fino al momento della sua morte avendo con lui un rapporto diretto e sempre di grande rispetto. Bennett nell'arco della sua vita ha intrapreso anche altri percorsi per sua libera scelta, ma leggendo i suoi scritti e considerando i presupposti a cui fa riferimento si nota che non ha mai abbandonato l'uso e l'applicazione delle idee della Quarta Via, Gurdjieff era a conoscenza dei suoi scritti e quelli prima della sua morte li ha accolti, questo risulta da informazioni che si possono trovare in diversi testi.
Orage era un uomo di grandissima intelligenza molto stimato da Mr. Gurdjieff, ha fatto del suo meglio per seguire gli insegnamenti del suo maestro, e anche quando si rese conto di avere mal interpretato quello che Gurdjieff gli aveva insegnato si rese disponibile a cambiare. Quando morì Mr. Gurdjieff ne fu molto addolorato.
Questi sono solo alcuni degli uomini che hanno lasciato una testimonianza del loro Lavoro.
Per quanto ne so sono tutte state persone sincere che hanno affrontato le loro difficoltà e i loro "errori" con grande coraggio. Mr. Ouspensky alla fine della sua vita dichiarò di aver trasformato il sistema in un business e cerò ci cambiare. Mr. De Ropp racconta la sua esperienza nella scuola Ouspensky e vi consiglio di leggerlo.
Questo per dire che dobbiamo fare attenzione a prendere il Lavoro in materia formatoria, a prendere le regole scritte in un libro come un assoluto che rischi di non tenere in considerazione la situazione contingente e reale di un uomo.
E' importante considerare che Mr. Gurdjieff era colui che più di ogni altro si dedicava assiduamente a che le idee non diventassero qualcosa di statico e dunque una nuova prigione per la propria falsa personalità.
Tutto questo per dire che le fonti da cui possiamo trarre ispirazione per il nostro lavoro e per dare il meglio che possiamo, sia che abbiamo un maestro che se non lo abbiamo, sono innumerevoli e dobbiamo trarre quanto più vantaggio possibile da esse. E' un percorso lungo e difficile, concordo che la possibilità di avere una guida sincera e corretta sia di grande aiuto, ma questo non deve significare chiudersi in mondi in cui ci reputiamo assolutamente nel giusto, questo tipo di pensiero dimostra di non essere ancora riusciti a vedere la ricchezza e differenziazione di quello che ci circonda e dunque vanificare le parole e le idee del sistema, nonostante questo posso dire che probabilmente è un passaggio obbligato di coloro che iniziano il viaggio di ricerca. E' altrettanto difficile incontrare persone sincere tanto più difficile persone che sono Maestri, in quanto come tipo di ruolo si presta benissimo alla finzione per scopi personali. Credo che in alcune vite possa esserci solo un maestro, per quelle persone che hanno trovato subito quello che risuona con loro, per altre ci può volere di più e per altre forse ci sono solamente tanti maestri che incontrano nel loro percorso in base a ciò che esse sono e a ciò che gli è possibile affrontare in quel momento. Mi sembra tanto che non possiamo riassumere tutto in poche semplici regole e dire ecco qua. Passiamo fasi differenti della nostra esistenza e quello che facciamo si accumula in noi, sempre considerando persone che cercano di portare maggiore consapevolezza nella loro esistenza. Nel mio percorso ho visto persone che hanno creduto alle idee del sistema per anni ed anni ed hanno sempre dato il meglio di sé, sono poi giunte al momento in cui non le hanno più seguite, il loro viaggio è cambiato quello che hanno fatto li ha portati a valutare altre possibilità. Che dire loro? forse che poverini hanno perso tutto, che sono dannati o altre fregnacce del genere? Se facessimo questo ci porremmo come loro giudici, e questo è quello che stiamo imparando a dire? che chi non segue le nostre stesse traccie sbaglia, chi lo dice? perché? chi siamo noi per pensare alle vite degli altri se non abbiamo prima risolto la nostra, e possiamo essere sicuri che chi ha risolto la sua vita non sta certo a pensare a quanto sbagliano gli altri. In un post è stato detto che un maestro no può mai ripudiare il suo maestro, ma se non iniziamo a non ripudiare quelli che non fanno quello che noi facciamo non inizieremo mai a capire cosa questo significa.
Ci sono tanti diversi aspetti che è necessario considerare e in realtà possiamo sperare di aiutare gli altri solo quando avremo abbastanza esperienza per sapere veramente cosa un'altra persona si vive e non in base alla carina tornasole data da un libro.
Quindi cari cercatori, viaggiato e quant'altro cercate di rimanere aperti, lo so per esperienza personale che non è facile, ma per fortuna ci sono persone che ci ricordano di farlo, e sono le più svariate, se impariamo ad usare il mondo che ci circonda. Queste sono solo riflessioni, non vogliono essere ne insegnamenti ne la definizione statica di quello che si deve o non deve fare le cose cambiano per tutti anche per gli essere consci.. non cambiano solo per chi è fermo.
Buon lavoro a tutti.

Pagina dei commenti 3#

Visto la lunghezza eccessiva della pagina di commenti 2# questa è la nuova pagina dei commenti aperti..
buon divertimento.
Enzo

giovedì 5 novembre 2009

Dal libero arbitrio al bosone di Higgs

Questo è un interessante intervista a Vittorio Marchi - Fisico.
Buona Visone.

mercoledì 4 novembre 2009

Persona diretta dall'esterno e persona diretta dall'interno

Ho letto di recnte un testo di Alexander Lowen fondatore della scuola terapeutica nota come Analisi Bioenergetica.
Il pezzo che riporto di seguito credo sia di grande importanza per chiunque senta la necessità di portare avanti un lavoro su di sé. Spesso la necessità di un autoperfezionamento prende delle direzioni che sono ben espresse da quanto scritto da Lowen. Credo sia importante per chiunque fare un esame personale su dove lo sta portando il suo cammino e le scelte ad esso connesse, soprattutto di che uso si fa del materiale che si studia e si cerca di mettere in pratica.
La Quarta Via nel cosro del tempo ha subito notevoli cambiamenti, ad oggi ci sono diversi gruppi che usando le idee del sistema si stanno orientando verso una sua interpretazione meno dogmatica e che prende spunto dall'esperienza che del sistema è stata fatta negli anni successivi alla morte di Gurdjieff. Questo risulta sicuramente negativo per coloro che seguono rigidamente quanto scritto sui testi in circolazione, ma le persone che portano avanti questa "nuova" espressione del Lavoro sono individui molto più bilanciati e meno egocentrici dei sedicenti maestri che ancora oggi numerosi affollano le nostre comunità.
Beh senza dilungarmi troppo ecco il pezzo tratto dal testo di Lowen "depresione e corpo":
Alexander Lowen
La persona diretta dall'interno ripone fiducia in sé stessa. La persona diretta dall'esterno la ripone in altre persone e così corre contemporaneamente il rischio di essere deluso. cerca sempre qualcosa al di fuori di sé in cui credere: ina persona, un sistema, una credenza, una causa o un'attività. A livello conscio si identifica con i suoi interessi esteriori.
...Ma fa le cose per gli altri e le fa con incoscia attesa che gli altri riconoscano il suo valore e rispondano amandola, accettandola e appoggiandola.
La persona diretta dall'interno agisce e fa le cose per sé. La sua identificazione primaria è con sé stessa in quanto persona e le sue attività sono espressione di ciò che è.
Trova soddisfazione nel suo modo di reagire al mando anziché nella reazione del mondo nei suoi confronti.
Quanto ai bisogni insoddisfatti dell'infanzia, e tutti ne abbiamo, un tipo di persona di questo genere non si attende di vederli soddisfatti da altri.

martedì 18 agosto 2009

Illusione versus Realtà

Questo articolo vuole essere una nuova apertura del blog allo scambio di esperienze migliori o peggiori sul quello che chiamiamo Lavoro su di sé.
Ci sono tanti diversi punti di vista e diverse esperienze hanno portato a comprensioni di cosa sia o non sia, significhi o non significhi il Lavoro.
Il rischio che corrono tutte le persone, che facciano o meno qualcosa della loro vita, è quello di illudersi, tanto più chi decide di intraprendere un lavoro di conoscenza di sé rischia questo dramma, solo più difficile da guarire, perché spesso le idee che si associano ad una trasformazione dell'essere rischiano di essere così difficili da spiegare empiricamente che possono generare migliaia di differenti inganni. Questi si strutturano e prendono forza dalle nostre insicurezze, debolezze, paure e quant'altro ci faccia sentire inadeguati.
Personalmente non credo e ho verificato (hai hai hai.. parola scottante..) che oltre (e sottolineo OLTRE) a questi elementi, che forse sono il carburante iniziale di una ricerca, specialmente nella civitlà in cui viviamo, si possa nel tempo raggiungere delle nuove comprensioni e di conseguenza possibilità di armonizzare la propria vita alla realtà (altra parola impegnativa) che ci circonda.
Premetto che per me il termine armonia e disarmonia non significano stare bene o male, ma li considero termini dinamici che ci portano a vivere con maggiore intensità e ricchezza quello che affrontiamo momento dopo momento.
Adesso mi piacerebbe, più che continuare a parlare, aprire la discussione, su quello che chi sta leggendo ha e sta verificando, siamo aperti a flame e quant'altro questo stimolo porterà, ma invito tutti a continuare a mantenere aperto il rispetto per il prossimo, nessuno è assolutamente in errore e nessuno è assolutamente nel giusto, a meno che lo spirito critico non sia irrimediabilmente corrotto e buttato alle ortiche... ahahhaah..
A presto lettori,
Enzo

domenica 2 agosto 2009

Incontri con Anthony Blake sulla Quarta Via

Incontri in Italia

La Quarta Via

La “Quarta Via” è un idea associata in particolar modo con G. Gurdjieff, che la propose come alternativa alle tre vie tradizionali, focalizzate su corpo e sforzo (la via del Fachiro), emozione e devozione (la via del Monaco), pensiero e concentrazione (la via dello Yogi). La Quarta Via si propone di combinare elementi di tutte e tre queste vie, mettendole inoltre in pratica nelle condizioni della vita ordinaria.

Vari seguaci delle idee di Gurdjieff, come John Bennett, hanno esplorato le ramificazioni di questa idea, continuando a sperimentare con metodi derivanti da varie fonti. Anthony Blake, allievo di Bennett, si è trovato a cercare in nuove direzioni, tra cui il dialogo, come mezzo per aiutare ad affrontare lo scopo delle persone che apprendono a parlare e comprendersi reciprocamente. I “vecchi maestri” della Quarta Via si erano in gran parte estinti ed egli desiderava trovare metodi che non dipendessero da un sistema di “autorità” costituito.

Molte persone oggigiorno hanno qualche nozione relativa ad una “vita interiore” e ricercano una tecnica o l'altra, per coltivare questa interiorità. Sono consapevoli dell’immensa pressione ad omologarsi con la massa cui si è soggetti, dei vari metodi con cui i media, il consumismo, e perfino l’educazione formale, rendono le persone “straniere a se stesse”, e desiderano aiuto per trovare qualcosa che non provenga dal di fuori, qualcosa che non sia manipolato e artificiale.

Nella Quarta Via, l’interiorità è coltivata nel mezzo della vita ordinaria. È in questo che è importante. Una cosa è andare a un ritiro spirituale e raggiungere un qualche “stato migliore”, tutt'altra è realizzare ciò mentre si è soggetti pressioni esterne. Si potrebbe addirittura affermare che, il fatto di avere alcune persone che sono di per sé un po' più libere in se stesse, potrebbe giovare alla società nel suo insieme.

La Quarta Via nel suo essere istituzionalizzata può diventare meccanica come ogni altra cosa. Di quando in quando, le persone hanno bisogno di iniziare di nuovo, gettando uno sguardo rinnovato a “ciò che funziona”.
Nello spirito, la Quarta Via è un modo di comprendere e riguarda ciò che possiamo fare. Comprendere non è giustificare le cose o calmare la mente attraverso comode teorie, piuttosto è il contrario: la realizzazione che non potremo mai sapere nulla di certo.


Conversazioni ed Esperimenti
Invece che adottare semplicemente un tipo o l'altro di pratica, come la meditazione, confidando che produca benefici, proviamo ad iniziare con una conversazione tra noi per capire cosa vogliamo ottenere e perché. In ciò non vi è alcuna pedissequa adesione ad un sistema di credenza o ideologia. Naturalmente tutti abbiamo dei sistemi di convinzioni, anche se neghiamo che sia così, ma essi rappresentano la resistenza alla comprensione, non le sue fonti.

Allo stesso tempo, a meno che non effettuiamo degli esperimenti sarà improbabile vedere qualcosa di nuovo. Sperimentare significa fare le cose in “maniera differente” a come facciamo abitualmente. Significa anche che occorre essere intelligenti al riguardo, nessun mezzo meccanico può aiutarci ad essere più liberi. Come disse Gurdjieff, “La coscienza può venire solo dalla coscienza”.

La conversazione utile è un'arte, il solo a parlare o discutere produce pochi risultati. Quindi imparare a parlare insieme è una questione rilevante. Se abbiamo accantonato la fiducia in qualche figura autoritaria, che pensi per noi, allora dobbiamo imparare a fare affidamento gli uni sugli altri per evolvere. Quasi tutti, tuttavia, partiamo dal presupposto di sapere già come parlare gli uni con gli altri – dopotutto non siamo forse persone civili e colte?

Abbiamo parlato in termini di “guardare dentro” poiché ciò significa la speranza che si possa accedere a livelli di noi stessi - sia visti come psiche che come corpo - con la capacità di generare nuovi tipi di informazioni, diverse da quelle che abbiamo accumulato dal mondo esterno. Ciò non è così misterioso, in quanto tutto ciò che facciamo può rivelarci nuove dimensioni, se vi poniamo attenzione. Le funzioni di base - parlare, muoversi, pensare, ecc. - offrono proprio la possibilità di realizzare un nuovo inizio, per quanto solitamente ignorate da coloro preoccupati unicamente delle “cose importanti”.

Abbiamo anche parlato del lavoro “nelle condizioni della vita ordinaria”. Tuttavia dobbiamo prima imparare a farlo. Abbiamo bisogno di periodi di lavoro concentrato insieme - quando vi è più “energia” disponibile - per darci un assaggio di nuove direzioni di attenzione che possano poi venire riportate nella vita quotidiana.

Abbiamo appena parlato di “energia”. La maggior parte delle speranze di cambiare se stessi, o la trasformazione della vita, sono irrealistiche perché non tengono conto del fatto che qualsiasi cambiamento richiede una corrispondente quantità di energia o combustibile. Solamente desiderare qualcosa, o tentare di fare qualcosa, non è sufficiente. L'energia deve essere liberata da dove è imprigionata, nei meccanismi di routine. Essa non può venire dal nulla. Se fossimo in grado di ridurre la quantità di energia che sprechiamo potremmo cambiare qualcosa in noi stessi.

Incontri in Italia
Se le idee discusse brevemente in questo opuscolo risuonano in te, allora puoi proseguire nell’indagine partecipando agli incontri che si terranno a Firenze dal 19 al 26 settembre dove si offrirà l'opportunità di porre domande e di avere alcuni assaggi di esperienze pertinenti. Nulla è garantito, ovviamente.

Nel fine settimana del 19 settembre si terrà un evento più strutturato e dettagliato. Durante questo fine settimana, saranno presentati vari metodi che possono essere di interesse ed anche assisterti nei tuoi esperimenti personali. Ciò includerà lavoro sull’attenzione interiore, movimenti, dialogo ed ascolto, ed altre cose che potrebbero emergere come pertinenti durante gli incontri.

Inizieremo il week-end con un incontro insieme per permettere a tutti di articolare il proprio scopo. Formulare un obiettivo per sé è una componente importante della Quarta Via, poiché questa via è altamente individuale e non cerca di imporre per tutti lo stesso regime. Ciò non è così facile come potrebbe sembrare e quasi tutti si rendono conto che è necessario procedere per tentativi. Vi è inoltre la questione fondamentale della fiducia e forse, nella vita, siamo diventati timorosi di parlare di quanto viene da dentro con altri che potrebbero essere critici e sprezzanti.

Dobbiamo sviluppare ciò che funziona per noi, nel nostro modo, ma la compagnia degli altri è d'inestimabile valore per farlo. Invece di competere e negarci l'un l'altro possiamo cooperare ed affermarci reciprocamente. Ciò non significa, comunque, mancanza di discernimento.

Anthony Blake
Anthony ha trascorso 15 anni con John Bennett imparando molto non solamente dalle sue conferenze, dai suoi scritti e dalla sua guida ma anche per osmosi. Il suo background come Bennett è stato scientifico. Ha studiato fisica ed ha incontrato David Bohm. Si è trovato costretto a riunire insieme le discipline e lo scetticismo della scienza con le intuizioni e la fede del misticismo e della spiritualità. Come una volta Gurdjieff consigliò, “Prendi la saggezza dell’oriente e la conoscenza delle occidente e poi cerca”.
Anthony è autore di numerosi libri tra cui A Seminar on Time, The Intelligent Enneagram, The Supreme Art of Dialogue. È cofondatore di The DuVersity, un'associazione no-profit che tratta di ricerche sull'intelligenza e la diversità, e si è impegnato con varie “persone straordinarie” in diversi ambiti: Analisi di Gruppo, cultura amerindia, analisi junghiana, tecnologia intellettuale, sviluppo creativo, eccetera.


LUOGHI
I primi due giorni di conferenze e attività si terranno presso Villa Vrindavana http://www.villavrindavana.org/it/ una splendida villa del 500 immersa nella campagna Toscana.

Gli incontri durante la settimana saranno ospitati dal Centro La Cabina Teatrale di Saverio Tommasi Via Romagnosi 13/a Firenze

Le visite ai musei, i pranzi e le cene che si terranno durante la settimana saranno decisi volta volta in relazione alle persone presenti e alla disponibiltà.

CALENDARIO
19 Settembre
incontro a Villa Vrindavana dalle 11.00
13.00 Pranzo
14.30 Confernenze dirette da Anthony Blake
20 Settembre
incontro a Villa Vrindavana dalle 11.00
13.00 Pranzo
14.30 Anthony Blake approfondimenti sulla Quarta Via, metodi e pratica

22 Settembre
ore 20.30 incontro Cabina Teatrale

25 Settembre
ore 20.30 incontro Cabina Teatrale

Durante la settimana saranno organizzati incontri ed eventi informali con Anthony Blake, sui metodi della Quarta Via, sulle Danze di Gurdjieff e per speriementare praticamente il Lavoro insieme, con domande ed approfondimenti.

Per informazioni e prenotazioni potere contattare:

quartavia.conference@gmail.com
Enzo – 3355626270
Benedetto – 3338699606

Le informazioni e le eventuali variazione dei programmi le potete trovare sul sito:
http://www.vivereilmiracoloso.com
http://www.meetup.com/gurdjieff-ouspensky-gruppo-firenze/

COSTI
Il costo per partecipare agli eventi è di Euro. 50,00 a persona come contributo spese per l’affitto dei locali e per le spese di organizzazione.

mercoledì 15 luglio 2009

Compagni di viaggio nel lavoro su di sé.

Questo è un interessante appello di un amico che mi sembrava interessante pubblicare come strumento di richiamo.
Buona lettura,
Enzo

Il desiderio di conoscenza, di miglioramento o evoluzione, la ricerca od il lavoro su di sé, conducono a varie strade. Alcuni scelgono di affidarsi a scuole, maestri, guru, cui dedicare talvolta la propria fede, talaltra la propria creduloneria. Per alcuni si tratta di difendere dogmi e fazioni a spada tratta, ritenendo spesso importante solo quanto conoscono, per troppi di trovare comodi e superficiali sogni new age. Molti sanno solo ripetere a memoria qualcosa detto da altri, troppi, saccenti, cercano polemica ed elargiscono offese come si usa nel tifo da stadio.

Alcuni infine sono dei “viaggiatori”. Essi sono interessati alla conoscenza che possono concretamente applicare al viaggio; si differenziano nettamente dai sognatori poiché i primi il viaggio lo intraprendono realmente, intenzionalmente, nella vita, i secondi si limitano ad immaginarlo. Un viaggiatore inoltre non “delega” la diretta comprensione ad altri giacché questo non potrebbe servirgli nel viaggio, che deve compiere personalmente. Egli non può portare con sé né ingombranti certezze (dogmi, fazioni, scuole) né superficiali comodità (sogni, fantasticherie, banalità new-age), poiché ciò gli intralcerebbe il cammino: deve scegliere dal suo bagaglio solo quanto mostra di funzionare nel percorso, rinnegando la proiezione dei pregiudizi suoi o altrui.

Un viaggiatore non cerca quindi scuole o maestri. Talvolta incontra ed accoglie delle guide più esperte in quello specifico tratto, ricambiando con piacere quanto ha appreso su altri tratti, non dimenticando che l'avere una guida potrà fornirgli indicazioni ma mai esimerlo dal percorrere egli stesso il tratto con presenza e spirito critico. In alcuni casi il percorso sarà nuovo ed egli diventerà “esploratore”, per quanto per un vero viaggiatore non ci sarà nel percorso ignoto alcuna differenza, poiché con lo stesso atteggiamento avrà affrontato anche i sentieri più battuti.

Quanto realmente occorrerà ad un viaggiatore dopo un'iniziale allenamento sono dei compagni di viaggio, poiché egli capirà che da soli difficilmente si va oltre brevi escursioni e, prima o poi, giungerà il momento di affrontare sentieri più seri.

Chiarisco, nel presentarmi, di avere tratto ispirazione dalla bellissima metafora offerta da Daumal nel Monte Analogo. Mi interesso da tempo di ricerca su di sé da molte prospettive e particolare riscontro, nel mio viaggio, l'ho trovato col pensiero di Gurdjieff, particolarmente con quanto riportato da Ouspensky. Di questo sistema ritengo in special modo degna l'indicazione di base di non credere a niente di quanto mostrato finché non si sia personalmente verificato. Diffido dei rischi delle "deleghe" e questo presupposto lo ritengo garanzia necessaria ad evitare i "sonni della ragione che generano mostri", oltre che conforme alla mia indole di "viaggiatore".

Scrivo per cercare compagni di viaggio. L'impresa non è facile perché tale ruolo richiede molti prerequisiti purtroppo assai rari. Non sono adatti, oltre a tutti coloro che non hanno neppure mai sviluppato interesse per una Ricerca, neppure tutti i creduloni, i dogmatici, i faziosi, i superficiali new-ager, i comodi sognatori. E neppure i bugiardi, i saccenti, i polemici, i diffidenti, i paurosi, i pigri, le “prime donne”, i simulatori. Più precisamente non sono adatti coloro che non riconoscano in sé tali trappole al loro apparire e non lavorino per superarle.

“Viaggiare”, al di fuori dei sintetici viaggi organizzati, offre meraviglia ed intensità, energia e piacere: Eppure mostra talvolta insidie e pericoli che richiedono al viaggiatore di poter contare sulla mutua lealtà, sincerità e fiducia del proprio compagno, caratteristiche rese impossibili dal libero proliferare dei vizi sopraelencati.

Inoltre ritengo che un viaggio debba pianificarsi guardandosi negli occhi davanti ad una tazza di caffè - opportunità non offerta altrettanto bene da una tastiera, per quanto essa sia utilissima per molti altri aspetti, compresa la possibilità di questa comunicazione. Credo che il viaggio nella vita richieda di potersi incontrare personalmente e frequentemente, per consentire il sufficiente circolo di energie richieste da tale scopo.

Invito chi, concordando con quanto ho scritto, sia di Firenze, la mia città, a contattarmi per un incontro. Ringrazio chiunque mi abbia letto fin qui, per indicazioni, contatti o diffusione del presente appello.

Benedetto Tangocci.
bentango@tiscali.it

lunedì 13 luglio 2009

Tentativo di collegamento

E' stato aperto un account su meetup per realizzare un contatto diretto tra le persone interessate alle idee del sistema..
Chissà cosa porterà comunque questo è l'indirizzo:

http://www.meetup.com/gurdjieff-ouspensky-gruppo-firenze/it/

A presto,
Enzo

giovedì 4 giugno 2009

Enneagramma

giovedì 5 marzo 2009

Segnalazione

Vorrei segnalare un articolo che mi è molto piaciuto.

http://lasperanzasempre.blogspot.com/2009/02/frasi-fatte.html

Buona lettura,
Enzo

martedì 3 marzo 2009

Il Lavoro funziona?

Il lavoro funziona?
Il sistema offre una "mappa" dell'uomo ricca e nuova grazie alla quale è possibile imparare a distinguere le diverse parti di sé.
Il sistema ci invita a riconoscere la natura umana, nella sua espressione più automatica e ci guida a domandarci cosa siamo e ad osservare le nostre manifestazioni. L'educazione contemporanea non insegna a vedere e ad avere a che fare con la nostra natura, il sistema porta l'attenzione su parti differenti di noi.
Il sistema offre una visione del mondo per analogia con ciò che possiamo verificare. Verificiare significa trovare in sé nuovi punti di vista grazie ad un indicazione che prima non consocevamo.
Il sistema ha lo scopo di aiutare le persone a trovare quello che cercano, e se quello che cercano consapevolmente o meno è la sopraffazione del prossimo, il sistema può essere usato per questo, in questo senso può provocare grandi danni, almeno come ogni ideologia che esiste al mondo, e per questo va saputo usare.
Il sistema indica delle leggi che governano il mondo e che possono essere verificate nella vita di tutti i giorni.
La manifestazione del suo funzionamento è legata alla possibilità di cambiare le proprie risposte in maniera consapevole, se ci troviamo di fronte ad una difficoltà possiamo osservarla da punti di vista nuovi grazie alle domande che ci possiamo porre in relazione alle indicazioni che riceviamo dal sistema.
Vivere in maniera differente e maggiormente armonica rispetto a quello che ci circonda è un risultato del lavoro su di sé.
Il sistema è solo una delle manifestazioni di quello che l'uomo è, nella storia ci sono stati molti insegnamenti che hanno avuto lo scopo di trasmettere all'uomo come vivere una vita più ricca.
Il sistema è difficile da comprendere, e non può essere diversamente, per questo tante persone sono convinte che non funzioni perché nella difficoltà a metterlo in pratica non hanno verificato nessun cambiamento in sé.
E' necessario avere dubbi e rimettere in discussione quello che si è imparato, ma rimanere chiusi in un solo punto di vista sia positivo che negativo è la prigione che si chiama mente formatoria.
Riuscire a osservare le proprie risposte e imparare a mettere delle basi differenti alle proprie manifestazioni cambiando l'automatismo delle proprie risposte è una potenzialità che gli uomini hanno, ma perché questo avvenga devono essere trovate delle ragioni più forti del semplice automatismo della propria educazione, il sistema offre questa possibilità se usato in maniera coerente.
Queste sono parole, sono giudicabili vere o meno in base alla propria esperienza, ma quello che è necessario per le persone è uno scambio in cui si cerca di scoprire come usare quello che ci viene dato. Possiamo imparare da tutto fino a che rimaniamo aperti, ma non appena ci chiudiamo in una visione assoluta ci mettiamo un luccicante paraocchi che non ci permette di vedere quello che ci circonda.

Quando ho lasciato la scuola di cui facevo parte è stato perché le persone erano troppo prigioniere di certe visioni e non vi era più nessuno scambio, ho sperato di trovare altrova persone con cui scambiare, con cui condividere l'esperienza di ciò in cui personalmente credo. Lo scopo di questo blog era quello di confrontarsi nelle verifiche di come portare avanti il lavoro, di come questo si maifestava ed aiutava le vite delle persone. L'ida originaria era questa, ma mi sembra di notare che questo non sta accadendo, è un lugo dove per la maggior parte le persone deluse dal lavoro mainfestano il loro astio in qualcosa che non hano trovato e cercano di convincere il prossimo dell'inutilità del proprio viaggio. E' lecito conforntarsi con tutti i punti di vista, ma non è relaizzato lo scopo per qui questo posto esiste. Questo mi porta a riflettere sul fatto che probabilmente internet non è un luogo in cui sia possibile intavolare una discussione su come usare il sistema. Che per qualcuno non funzioni è normale, ma che questo sia il centro di tutte le discussioni esula dal mio campo di interesse, è lo stesso motivo per cui ho lasciato la scuola in cui ero, perché era tutto monopolizzato da pochi solo perché urlavano più delgi altri.
In base a questo rignrazio tutti per il loro apporto, è stato molto utile e ricco fino a che era una novità adesso è diventato un centro in cui l'impotenza di chi non è riuscito a trarre dal sistema quello che immaginava di dover trarre prende un spazio faticoso e inutile.
Arrivederci a tutti.
Enzo

martedì 17 febbraio 2009

LA LIBERAZIONE CONDUCE ALLA LIBERAZIONE

LA LIBERAZIONE CONDUCE ALLA LIBERAZIONE. Queste sono le prime parole di verità, non una verità fra virgolette, la verità nel vero senso della parola; verità che non è solo teorica, non semplicemente una parola, ma verità che può essere compresa in pratica. Il significato che sta dietro a queste parole può essere spiegato così:
Per liberazione si intende la liberazione che è lo scopo di tutte le scuole, di tutte le religioni, in ogni tempo. Questa liberazione può di fatto essere molto grande. Tutti gli uomini la desiderano e si sforzano per averla. Essa però non può essere ottenuta senza la prima liberazione, una liberazione minore. La grande liberazione è la liberazione dalle influenze all’esterno di noi. La liberazione minore è la liberazione dalle influenze dentro di noi.

Gurdjieff VEDUTE DAL MONDO REALE

giovedì 12 febbraio 2009

Una storia Sufi

Ringrazio Claudio per questa storia.
Buona lettura,
Enzo

Un giorno, Nasreddin Hodja e suo figlio andavano al mercato. Il figlio cavalcava l'asino, e lui, lo accompagnava a piedi. Un passante brontolò : - Ecco la nostra gioventù moderna : lasciarsi portare tranquillamente dall'asino, obbligando il suo vecchio padre, con il suo pesante turbante, a seguirlo a piedi! - Padre , te lo avevo detto! mormorò il figlio. Andiamo, non indugiare e prendi il mio posto. Nasreddin Hodja acconsenti. Essi fecero cosî un pezzo di strada fino a che si sentirono interpellare da un gruppo di paesani : - Ehi Hodja, le tue ossa si sono indurite, sei rotto dal ricordo degli anni, perché costringi quest'adolescente, nel fiore degli anni, a zoppicare leggermente dietro di te A queste parole, Hodja non trovò meglio che far montare suo figlio dietro di lui, sulla groppa dell'asino. Non erano andati molto lontano che alcuni individui gli sbarrarono la strada, gridando : - Che gente spietata Due persone su di un povero asino E dire che é il nostro famoso Hodja che tollera ciò! Se questa non é una vergogna! Questa volta, Nasreddin Hodja, fuori di se, discese subito dal somaro, ed anche suo figlio, e tutti e due proseguirono andando dietro l'asino libero del suo carico. Siccome ogni cosa ha una fine, subirono i rimproveri di alcuni. mascalzoni che încontrarono poco dopo. - Che idiozia! Vedere l'asino sgambettare e caracollare in libertà, mentre i suoi padroni, sfidando la polvere e l'intollerabile calore, fanno la strada a piedi! Non si è mai vista una cosa simile! - Vedi, figlio mio, disse Nasreddin Hodja, al culmine della pazienza, ammiro le persone che si sono liberate delle malelingue! Tu, fai come ti sembra meglio e che la gente dica ciò che più desidera, perché le bocche degli uomini non sono un sacco che si possa chiudere !

lunedì 26 gennaio 2009

Domanda aperta

Mi piacerebbe aprire una discussione, ispirata dagli ultimi commenti che sono stati postati, che parte da una domanda aperta a tutti i lettori del blog.

La domanda è, in relazione ad una tematica che sembra essere molto importante in relazione ad un lavoro su di sé in generale:

Che cosa è secondo te (lettore) un Maestro, quali sono le sue caratteristiche, se ne ha, le sue peculiarità, la sua natura, la sua conoscenza, se ne deve avere, su cosa questa si dovrebbe fondare, quale dovrebbe essere il suo approcio ai suoi studenti o a chi lo interroga o a chi non lo interroga, cosa lo definisce.


Questi sono solo alcuni punti se ve ne sono altri per favore fateli presenti. Mi piacerebbe però se la discussione si focalizzasse sull'entità, sull'idea di cosa è o non è un Maestro, lasciando in un secondo tempo e ad altra discussione la questione di quanto sia giusto o meno seguire un Maestro e soprattutto con che atteggiamento porsi.

Vi rignrazio per ogni vostro punto di vista, l'obiettivo non è trovare una risposta assoluta ma sondare i diversi aspetti della questione che ognuno di noi si trova o si è trovato ad affrontare nel suo percorso ed esperienza.

Enzo

venerdì 23 gennaio 2009

Lettera a Savonarola

Salve a tutti,
una interessante immagine che è venuta fuori dagli ultimi scambi con James è stata di come possiamo sentirci come Troisi e Benigni quando scrivono la lettera a Savonarola in "Non ci resta che Piangere", dunque mi è sembrato carino postare questo pezzo meraviglioso del cimena Italiano.



Voglio anche dire che sono molto contento che vi sia stato un sincero chiarimento con James, e che non ha più senso la moderazione dei commenti, che ho tolto.

Enzo

martedì 20 gennaio 2009

Pagina dei commenti aperti #2

Questa è la nuova pagina dei commenti aperti. In questa pagina si possono postare commenti non collegati ai soggetti dei post o che sono la prosecuzione di discussioni iniziate in vecchi post, o che semplicmente sono pensieri e opinioni che volete scrivere e comunicare.

Enzo.

giovedì 15 gennaio 2009

Nuova Traduzione, Il senso della Vita

Vorrei segnalare una nuova traduzione che è stata pubblicata sul sito vivereilmiracoloso.com grazie all'aiuto di Nisha Maggioni del Gruppo If. E' un estratto del testo da cui è stato tratto il pezzo sull'Ipnosi. E' molto interessante per cui invito tutti a leggerla.
Buona lettura,
Enzo - Detto Dhen-Zho (Bonzo Mongolo errante.. ahaha..)

(Originariamente letto come “Emozioni pure ed impure”)
Quale è il senso della vita? Ci sono molte opinioni su questo argomento. “Essi” (le persone in genere ndr.) dicono: è per perfezionare il sé, o il sacrificio del sé, o una preparazione per la vita futura, o un miglioramento dell’umanità, o persino che non ha nessun senso. Tutte queste opinioni cercano il significato della vita fuori della vita stessa. Bisogna guardare dentro se stessi. Il vero senso della vita è “connaissance” . Tutta la vita, tutte le esperienze, portano alla “connaissance”.

Il mondo è tutto ciò che esiste. L’uomo, nel suo divenire conscio, diventa conscio di se stesso e del mondo di cui è parte. La funzione della consapevolezza è di diventare consapevole dell'esistenza di sé stesso nonché dell'esistenza del mondo. La propria relazione con se stesso e con il mondo – questa è “connaissance”, o conoscenza.

Tutti gli elementi della psiche dell’uomo – percezioni, sensazioni, concetti, idee, emozioni, creazione, sono strumenti di conoscenza. Tutte le emozioni, dalla più semplice alla più complicata – religiosa, morale, artistica – sono tutti strumenti di conoscenza.

Secondo la teorie della “lotta per l’esistenza” è la sopravvivenza del più forte che crea l’intelletto e le emozioni, e questi servono la vita, infatti non sono casuali. Hanno un ruolo nella creazione e sono il prodotto di un'intelligenza di cui non conosciamo nulla; e conducono alla conoscenza. Ma non discerniamo la presenza del razionale nei fenomeni e nelle leggi della vita. Studiamo una parte e non il tutto. Quando comprendiamo che ogni vita è la manifestazione di una parte del tutto, si apre la possibilità di comprensione.

Per comprendere la razionalità del tutto è necessario comprendere il carattere del tutto, e tutte le sue funzioni. La funzione dell’uomo è la conoscenza; ma se non si comprende l’uomo come un tutto, non si comprende la sua funzione.

Le nostre vite separate sono la manifestazione di una entità più vasta. Un albero è una manifestazione del dominio psichico del regno animale. Le nostre vite non hanno altro senso se non quello del processo attraverso il quale acquisiamo conoscenza. Il processo di acquisizione della conoscenza non avviene solo attraverso l’intelletto ma attraverso tutto il nostro organismo e l’organizzazione della vita, della cultura e della civiltà. E noi acquisiamo la conoscenza di ciò che meritiamo di conoscere.

CONTINUA

venerdì 9 gennaio 2009

Il pensiero pernicioso

Ringrazio Andreja che anche dal confino ;oP rilascia nella rete delle interessantissime informazioni.. mi verrebbe da dire alle ombre interne ed esterne di meditare... è un pezzo che ci tocca tutti..
Buona lettura,
Enzo

" Il pensiero pernicioso e’ un pensiero incredibilmente rigido.
Fatemi spiegare cosa intendo. Una persona sospettosa e’ una persona che ha qualcosa in testa. Osserva il mondo con una aspettativa fissa e preoccupante, e cerca, solamente, con ossessione, di confermarla. Non verra’ persuaso ad abbandonare la sua idea o il suo piano per attuarla. Anzi, non prestera’ nessuna attenzione ai ragionamenti logici, a meno che non vi riesca a trovare qualcosa che confermi in qualche aspetto o dettaglio la sua idea originale. Chi provasse ad influenzare o persuadere una persona cosi’, non solo fallira’, ma se non fosse abbastanza furbo da smettere i suoi sforzi in tempo, diventera’ lui stesso un oggetto dell’idea perniciosa originale.."

....

"Le persone perniciose, in generale, non ignorano le informazioni; al contrario, le esaminano con grande attenzione. Ma lo fanno con straordinario pregiudizio, eliminando cosa non sia importante per loro supposizioni, e aggrappandosi a tutto cio’ che le confermi.
In piu’, il fatto e’ che, l’ignorare ed eliminare tutto cio’ che non confermi le loro presupposizioni, e’ un processo attivo ed intenzionale. Lo fanno per principio, perche’ partono dal presupposto che tutto cio’ che non confermi la loro idea sia “pura apparenza”.
Cosi’, potranno dire che sono interessati a penetrare entrambi, la pretesa ed il superficiale; vogliono arrivare al cuore della materia, alla verita’ nascosta. Questo non dovrebbe interferire nel notare che questa verita’, invariabilmente, e’ esattamente quello che si aspettavano sin dal principio."

--David Shapiro, Neurotic Styles (Basic Books, 1965)

giovedì 8 gennaio 2009

I molti Io

Siamo formati da tante parti differenti e spesso opposte, coesistono in noi e si manifestano in differenti momenti. Nel negare la loro esistenza o nel cercare di rimanere solo su alcune si manifesta la nostra identificazione, pensiamo di essere solo in un modo o in un altro senza ricordare o vedere l'insieme e quindi il cambiamento a cui siamo soggetti. Anche quando ci rapportiamo agli altri pensiamo che siano solo la cosa che vediamo o pensiamo di vedere in quel momento, ma non ci accorgiamo che esistono molti più elementi che li costituiscono.
Quello che ci hanno insegnato, quello abbiamo vissuto, che siamo e ci stiamo vivendo determina la lente attraverso cui vediamo le cose, è un filtro che ci portiamo sempre dietro e attraverso cui leggiamo il mondo che ci circonda. Gli altri sono uno specchio e spesso non è facile vedere il riflesso di noi stessi in questo specchio.
Se facciamo leggere una pagina a cento persone diverse è facile che avremo cento interpretazioni differenti.
Gurdjieff in una delle sue conferenze dice:
"Non ci capiamo l’un l’altro perché viviamo in differenti sentimenti (emozioni). Lo stesso sentimento da le stesse comprensioni."
Ogni tanto camminando per strada incrocio delle persone che "a pelle" non mi piacciono, o che sono cupe in volto, provo quindi ad immaginarle mentre ridono, hanno il volto rilassato e sono in situazioni in cui altre persone stanno bene con loro, e questo mi è utile a vederle da un diverso punto di vista.

Buon lavoro,
Enzo

domenica 4 gennaio 2009

Buon 2009

Salve a tutti, un caro agurio di un buon 2009, buono nel senso che ritenete migliore per voi e per quello che state portando avanti.
Nel 2009 voglio dare una nuovo orientamento al blog e non usarlo solo, come è accaduto negli ultimi mesi, come link agli articoli pubblicati sul sito vivereilmiracoloso. Vorrei orientarlo maggiormente ad una discussione sulle esperienze del lavoro, che siamo verifiche del lavoro o del non lavoro. Nel caso ci siano articoli che mi interessa discutere o che interessano ai lettori questi (su richiesta di chi ne ha interesse) verranno inseriti nel blog e discussi, anche se sul sito si trova una sezione forum dove è possibile fare altrettanto, ma per gli aficionados del blog verranno ricopiati. Se vi sono esperienze che volete postare come articoli basta che facciate richiesta.
So che è molto difficile ma vorrei invitare i lettori che commenteranno sul blog a considerare la differenza profonda che esiste tra un confronto ed una polemica ad oltranza, per coloro che non sono d'accordo con queste idee e con il modo di portarle avanti espresso in questo sito ci sono varie opzoni, la prima è cambiare sito, la seconda è quella di considerare che ci possono essere persone che sono interessate ad uno scambio dialettico, la terza è quella di sforzarsi di proporre osservazioni aperte.
Mi ripropongo di lasciarre i commenti aperti fino a che reputerò che sia qualcosa di utile, poi verranno moderati se se ne creerà la necessità.
Buon lavoro e buon proseguimento, che il materiale postato sia di utilità a quanti lo leggeranno.
Enzo