martedì 29 dicembre 2009

Jokes

Ho letto questa barzelletta(?) su un sito e la riporto perché mi è piaciuta molto.

Gesù, Gurdjieff e Mosè camminavano insieme conversando meravigliosamente quando arrivarono ad un fiume in piena troppo ampio per essere guadato. Tutti e tre si sedettero guardandosi l'un l'altro e poi guardarono il fiume. Improvvisamente Gesù si alza e dice "io posso attraversare", e inizia a camminare sulle acque raggiungendo l'altro lato del fiume.

Gurdjieff studiò Gesù con grande volontà e concentrazione. Quando Gesù arrivò sull'altra sponda Gurdjieff si alzo e senza voltarsi indietro attraversò il fiume allo stesso modo, salì la collina e si sedette accanto a Gesù.

Mosè era perplesso. Ha visto il roveto ardente e ha portato i 10 comandamenti, ma non è mai arrivato alla terra promessa. Egli guarda il fiume e ha paura, ma pensa, "Quei due sono venuti dopo di me - tutto quello che possono fare dovrei essere in grado di farlo". Così si toglie i sandali e comincia a passare il fiume ma cade ed inizia ad agitarsi schizzando, "la mia barba si sta bagnando, cosa devo fare?"

A questo punto Gurdjieff si rivolge a Gesù e dice: "Pensi che dovremmo dirgli dove sono le rocce ?"

giovedì 10 dicembre 2009

Estratto

Mi è stato inviato (grazie Maurizio) via mail un estratto dal libro di Friz Peters, ho piacere di condividerlo sul blog.
Buona lettura:

L’esistenza, così come viene comunemente vissuta, è una specie di letargo, soleva dire Gurdjieff. Per “risvegliarsi” occorre lavorare duramente su di sé, occorre compiere degli sforzi coscienti.
La sua è una visione del mondo e dell’uomo che può sconcertare ma, indubbiamente, anche affascinare. E’ come se aprisse uno spiraglio da cui si intravede la possibilità di conseguire la libertà. La libertà di “essere”.
Si pensi solo a quanto sarebbe diversa la vita se l’uomo potesse compiere i suoi gesti, i suoi atti, in modo consapevole e non trascinato dalla forza degli eventi; a cosa sarebbe la vita se l’uomo avesse la capacità di giudicare senza identificarsi, senza farsi travolgere dalle emozioni. Questo non significa, come molti potrebbero pensare, che sarebbe privo di sentimento, tutt’altro, sarebbe solo un essere sempre presente a se stesso e agli altri, un essere consapevole di ciò che avviene dentro e fuori di sé.
Gurdjieff pare invitarci a chiederci se comprendiamo chi siamo, che cosa vogliamo, perché soffriamo. Interrogativi che tutti noi, in un momento o nell’altro, ci siamo posti, ma ai quali raramente sappiamo dare una risposta “sincera”.
E Gurdjieff sembra insistere, punzecchiarci affinché la smettiamo di mentire a noi stessi e abbiamo il coraggio di guardare dentro di noi senza barare.
E’ un’impresa ardua quella che Gurdjieff chiede di fare ma, forse, vale la pena di tentare.

Fritz Peters - I miei anni con Gurdjieff

lunedì 7 dicembre 2009

La linea di minima resistenza

Salve a tutti, vorrei segnalare un interessante articoletto dove si definisce la linea di minima resistenza. Anche se non è direttamente un soggetto della Quarta Via reputo molto interessante definire questo soggetto, perché dal punto di vista del sistema queste non sono altro che ottave laterali discendenti.
Torno a dire i termini dell'articolo non sono attinenti al Sistema, ma definiscono molto bene l'atteggiamento, diciamo che è possibile comprendere quello di cui parla e riscontrarlo nelle nostre vite e nel nostro lavoro molto frequentemente.
Buona lettura:

http://luigiruffolo.it/2008/05/linee-di-minima-resistenza/

domenica 6 dicembre 2009

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