giovedì 30 ottobre 2008

Pagina dei commenti aperti

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Divertitevi...

mercoledì 29 ottobre 2008

29 Ottobre Anniversario della Morte di Gurdjieff

Oggi è l'anniversario della Morte di G.I. Gurdjieff.

Un ricordo con gratitudine a quello che ha dato e lasciato.

E.

venerdì 24 ottobre 2008

Considerazione Iinterna e Considerazione Esterna

Una traduzione dai commentari di Nicoll sulla considerazione interna ed esterna.
Buona lettura,
E.

Testo tratto da

“Commentari psicologici agli insegnamenti di Gurdjieff e Ouspensky”
parte I°
Birdlip, 22 febbraio 1943

Tra le molte cose che dobbiamo osservare in noi stessi e su cui lavorare in accordo con questo insegnamento che stiamo studiando, c’è uno stato psicologico chiamato considerazione interna. Si riferisce ad un processo che assorbe molta forza in noi e, come ogni cosa che consuma energia inutilmente, ci tiene addormentati.

La considerazione interna è un ramo dell’identificazione. Come sapete lo studio dell’identificazione in tutti i suoi differenti rami è una delle più importanti forme di lavoro pratico su se stessi. Un uomo che si identifica con ogni cosa non è capace di ricordare se stesso. Per ricordare se stessi è necessario non identificarsi. Ma per imparare a non identificarsi, un uomo deve prima di tutto imparare a non identificarsi con se stesso. Una forma di identificazione è la considerazione interna, di cui ci sono parecchi tipi, ed alcuni di essi sono forme di identificazione con se stessi. Una delle più frequenti forme della considerazione interiore è pensare a cosa gli altri pensano di noi, a come ci trattano, a quale atteggiamento mostrano verso di noi. Un uomo può sentire che non è valutato abbastanza e ciò lo tormenta e lo fa sospettare degli altri, causandogli la perdita di un immenso ammontare di energia e sviluppando in lui un atteggiamento distruttivo ed ostile.

Strettamente connesso con tutto ciò è quella forma di identificazione chiamata “tenere i conti”. Un uomo comincia a pensare che la gente gli deve qualcosa, riservare trattamenti migliori, più ricompense, più riconoscimenti, ed egli ascrive tutto questo in un libro psicologico dei conti, le pagine del quale girano continuamente nella sua mente; un tale uomo comincia talmente ad auto commiserarsi che diventa impossibile parlare con lui senza che si riferisca alla propria sofferenza. Tutti i conti di questo tipo, tutti i sentimenti che voi pensate vi siano dovuti e a cui voi non dovete nulla da parte vostra, hanno una grande conseguenza psicologica nello sviluppo interiore dell’uomo. Un uomo nel lavoro può crescere solo attraverso il perdonare gli altri. A meno che voi non cancelliate i vostri debiti, niente in voi può crescere. E’ detto nel Padre Nostro: “perdona i nostri debiti come noi li perdoniamo ai nostri debitori.” Sentire che vi è tutto dovuto, sentire i debiti, ferma ogni cosa. Questo è il significato interno di ciò che dice Cristo riguardo il far pace con il proprio nemico. Egli dice: “Mettiti presto d’accordo col tuo avversario mentre sei con lui per la strada, che egli non ti consegni al giudice e questo alle guardie e sii cacciato in prigione. In verità vi dico che non ne uscirai finché non avrai pagato l’ultimo spicciolo.” (Matteo V 25,26)
CONTINUA

martedì 21 ottobre 2008

Esempi della legge del Tre e del Sette nella musica di Gurdjieff - De Hartmann

Una traduzione di un interessante articolo di Wim van Dullemen del 2002.
Buona lettura.
E.

Visto che la musica non si può ridurre a livello razionale, un'analisi superficiale della forma della musica di Gurdjieff non può mostrarci degli esempi in cui rappresenta queste leggi in un ambiente musicale.Dopo qualche breve avviso o precisazione sulla musica di Gurdjieff e De Hartmann, saranno analizzati due esempi e discussi passo passo: 'Hymn from a great Temple nr.1' e 'Prayer and Despair'.

La musica è un mondo di per sé (all'interno di sé stessa). Ogni bambino uomo e donna ha avuto la propria esperienza fatta di insostituibili parametri in questo regno dato da Dio. Provare a migliorare la vostra comprensione della musica, qualunque essa sia, è qualcosa che richiede disciplina. In questa disciplina, noi dobbiamo prima definire il contesto di un genere musicale e quindi dobbiamo analizzarlo al limite di dove la nostra visione intellettuale può portarci.

Avendo accesso a quella frontiera proviamo ad aprirci completamente al possibile significato emozionale e alla ragione che nella vera musica è sempre sacra affinché questa musica esista.

L'approccio intellettuale è soltanto una piccola parte dell'esercizio nel suo insieme e non dovrebbe mai avere un impatto aggressivo. Dovrebbe essere come studiare un fiore, con attenzione in maniera da non danneggiarlo.

L'approccio più anti-scientifico possibile! Questo è ciò che i tedeschi chiamano: 'hineininterpretieren' assomiglia al procedimento in cui il povero diavolo inizia a calcolare tutta la notte finché i suoi calcoli gli mostrano che in realtà egli è ricco! Io cercherei di evitare quel pericolo il più possibile separando le osservazioni in "Fatti e fantasie": ciò significa portare avanti un analisi testuale a livello di base e un interpretazione soggettiva.
CONTINUA

venerdì 17 ottobre 2008

Sul ricordo di sé (parte 2)

Il seguito dell'articolo di Iro sul ricordo di sé.
Buona Lettura,
E.

Sul ricordo di sé
(parte seconda)


Rifacendomi alla prima parte di questo scritto, volevo citare ancora alcuni esempi su cosa può sembrare terzo stato. Dei momenti particolari possono presentarsi innanzi a noi come stati più alti e probabilmente da un certo punto di vista lo sono, ma veleggiano ancora dentro le sponde del secondo stato. Dato che una grossa parte del Lavoro è quella di mettere ordine nel centro intellettuale anche perché è il centro più lento, quindi quello più abbordabile e poiché per lungo tempo i tentativi di ricordarci di noi sono prettamente di carattere intellettuale, potrebbe capitare di trovarci nella posizione in cui un centro osserva un altro centro.

Ripetuti e ferrei tentativi di indurre il terzo stato a partire dalle parole, cercando di formularlo intenzionalmente con il pensiero, possono talvolta scollegare momentaneamente i centri, possono spezzare per un po’ certe catene, certi meccanismi e permettere così al centro intellettuale di osservare sorpreso e stupito quanto veloce, abile e preciso sia il centro motorio e quanta facilità e memoria abbia nel destreggiarsi ovviamente con ciò che lo riguarda come i movimenti del corpo, gli spazi tridimensionali, il ricordarsi le strade percorse, il sapersi orientare, il ricordarsi le forme e le posizioni.

Così, come esiste la possibilità di vedere il pensiero scollegato dal movimento, è possibile pure - a seguito di intensi attriti spesso legati a relazioni sentimentali e interpersonali - trovarsi in un’altra parte intellettuale - un po’ più rapida però - a osservare il centro emozionale vivere i suoi sentimenti, la sua vita, le sue illusioni, pulsioni, passioni, piaceri e dispiaceri, sconnesso dagli altri centri comunque, sempre un centro che ne osserva un altro e non una veduta dell’insieme dei centri che ricevono correttamente il loro cibo, ovverossia le impressioni che entrano, si dividono in tre parti e vanno a ricadere ciascuna su ogni cervello, portandoci a quel processo che ricade sotto la definizione del comprendere.

Ah … già … dimenticavo di dare la giusta attenzione al centro istintivo, proprio ora sta reclamando il caffè e quindi me ne sono ricordato, ma direi che non passa certamente inosservato e, per includere pure lui nel processo di un centro che ne osserva un altro, basta provare a cambiare delicatamente il nostro regime alimentare come ad esempio bere un caffè di meno al dì o un cambiamento meno delicato come il non assumere zuccheri per un’intera giornata o il seguire una semplice dieta (magari ci farebbe pure bene perdere qualche chilo), per osservare le sue rivendicazioni a proposito e tastare con mano più da vicino quale significato potrebbe assumere per noi sotto questa nuova luce, una parola con la quale, spesso ci si riempie la bocca senza avere la minima idea di che cosa sia, come si eserciti e nemmeno come funzioni, un potere che crediamo di possedere ma che non abbiamo e che passa sotto il nome di volontà. Il ricordare noi stessi è strettamente connesso con lo sviluppo della volontà come potrebbe essere altrimenti? Non possiamo contare sugli accadimenti, moriremo di fame e inoltre, il pensiero senza volontà andrebbe nelle direzioni cui è sempre casualmente ed erroneamente andato, schiavo dei sentimenti, degli istinti, dei movimenti, completamente incapace di pensare per conto suo senza distrazioni.

Le descrizioni finora citate riguardo cosa potrebbe sembrare il terzo stato, mirano a portare solamente un po’ più d’informazione al viandante della Quarta Via impegnato nel non facile percorso del ricercare innanzitutto la verità su se stesso e non a respingere e rifiutare talvolta con veemenza cosa non è ricordo di sé, risultato questo abbastanza comune e che procede autonomamente come tutte le ottave che ricadono sotto la legge dell’accidente quindi, proviamo a vivere ciò che stiamo vivendo senza necessariamente catalogarlo se non lo comprendiamo e lasciamo invece che l’esperienza sia ciò che è, che faccia il suo corso.

Se vogliamo imparare a ricordare noi stessi veramente noi stessi, emozionalmente, dobbiamo passare, anzi penetrare interamente con il nostro essere tutti i mondi che ci abitano compresi quelli più bassi e infimi, quelli che non vorremmo mai vedere, quelli che ci fanno sussultare solo all’idea di entrarci in contatto perché mettono in discussione le nostre più tenaci convinzioni, sono proprio li che vi risiedono le paure più radicate e profonde strettamente legate alle nostre debolezze e/o caratteristiche principali e in un modo o nell’altro poco a poco, dovremmo esporci a loro ed abbracciarli che ci piaccia o no altrimenti il Lavoro si inceppa e come si sa - per usare un detto popolare - “prima o poi tutti i nodi vengono al pettine”.

Può darsi che diverremo abili nel ricordarci di noi alla luce di casa nostra ma potremmo dire lo stesso in una strada buia di periferia?
Può darsi che diverremo abili a ricordarci di noi alla luce di un Monastero Tibetano ma potremmo dire lo stesso quando aspettiamo da ore in fila ad uno sportello?

Il ricordo di sé è la luce di casa nostra, la strada buia di periferia, il Monastero in Tibet, l’essere in una lunga fila a uno sportello, è questo e molto altro, molto di più … è essere coscienti di noi stessi nel posto dove ci troviamo e del posto che ci troviamo, è verità, sincerità, è il pensiero il sentimento e il movimento fusi all’unisono in ogni piccola parte del nostro corpo, il respiro pregno dei sensi, del sentimento di sé e del pensiero, è unificazione, compassione, è trasformare le emozioni negative in essere, in presenza, è amare senza aspettative … ma tutto ciò, va preso con relatività perché il terzo stato ha gradi, così come gli altri stati ne hanno.
Forse, il pieno ricordo di sé è raggiunto solo nel quarto stato di coscienza, stato nel quale si aggiunge un aspetto di consapevolezza che ha sapore intellettuale oltre alla predominante emozionale già circolante, che si espande omnidirezionalmente intorno a noi proprio così come l’irradiarsi della luce del Sole, con la luce dall’alto che ci illumina e l’attenzione armoniosamente divisa in tre parti distinte, definite, indissolubili.

Se il terzo stato ha un aspetto emozionale che lo caratterizza, il quarto forse contiene più un aspetto intellettuale, anche se entrambi includono emozione, comprensione. Se dal punto di vista del terzo stato il secondo sembra arido, inanime, il terzo stato visto dal quarto, sembra contenere delle forti limitazioni alla consapevolezza, sarebbe come l’essere costretti a viaggiare in una piccola stanza avendo invece a disposizione un intero Sistema Solare.

Gradirei concludere questa seconda parte con il proposito di scriverne una terza - a patto che me ne ricordi - riguardo cosa può indurre, richiamare e stimolare il Ricordo di sé, vedremo che ne pensa il Fato … se mi sarà propizio e mi accompagnerà nella tana del bianconiglio o dovrò andarci da solo e francamente, andarci da solo mi fa un po’paura … ma forse questo fa parte del pagamento.

“ Fili di luce si diramano, in tutte le direzioni, si espandono salgono verso il cielo, collegano gli esseri viventi e tutto il creato con i mondi sovrastanti in un continuo scambio di energie, si espandono verso i pianeti, verso il sole, verso questo Sistema Solare, verso mondi fuori da questo Sistema Solare.
Tu, uomo, che cammini eretto sul vialetto dietro casa, puoi divenire consapevole dell’incommensurabilmente grande universo che ti circonda come palpabili petali di rose, le enormi distanze non significano più separazione ma unione, le enormi distanze hanno un inizio e una fine completandosi a vicenda, ciò che hai sempre creduto fosse spazio vuoto è invece vita, ricco di vita vibrante che fluttua, che scorre come in un’incessante e instancabile danza cosmica.
Tu, uomo, puoi contenere un universo ed espanderti in esso, tutti i mondi sono in te e tu sei tutti loro, l’infinitesimamente grande è vivo e presente in te come l’infinitesimamente piccolo a tal punto che il pianeta sul quale poggi i piedi ti sembra talmente minuscolo da perdere l’equilibrio, ti sembra quasi di cadere, la consapevolezza si espande in ogni direzione come la luce del Sole, fino ad accarezzare le stelle e tu, uomo, con tutte le tue paure, con tutte le tue preoccupazioni, con tutta l’importanza che ti dai, dove sei ora? ”

Iro, settembre 2008

martedì 14 ottobre 2008

Scuole e Trappole

Il lavoro sulla Quarta Via così come tutti i percorsi spirituali e di evoluzione dell’uomo può essere usata sia per fini evolutivi che per fini personali. Nel secondo caso è possibile subire dei danni molto gravi alla propria persona, per questo è indispensabile che chiunque desideri portare avanti un lavoro personale consideri certi elementi che possono indicare la direzione in cui un’organizzazione si sta muovendo.

Il prolificare di scuole, gruppi e gruppetti possono essere un utile strumento di diffusione e confronto delle idee del sistema ma può anche essere uno strumento di danneggiamento e sofferenza se usato nel modo sbagliato. Vi sono alcuni elementi che indicano quando un gruppo o scuola sta andando in una direzione opposta ai principi dello sviluppo e crescita dei suoi partecipanti. Di seguito voglio fare un elenco di situazioni che se sono parte di un gruppo dovrebbero far riflettere i suoi partecipanti riguardo ai veri intenti del gruppo stesso.

La Quarta Via è un via per l’uomo occidentale, e per tanto risente di una serie di limitazioni tipiche della nostra cultura, le pratiche che possono avere avuto un certo significato per dei percorsi spirituali sviluppatisi in altri contesti storici e culturali, come ad esempio quella di venerare il maestro o di prendersi cura del suo sostentamento non funzionano, o meglio sono manipolati per fini individuali ed egoistici, nella nostra civiltà.

I punti da tenere presenti per chiunque faccia parte o desideri far parte di un’organizzazione da sono:

* Se il maestro, l’insegnate o insegnanti traggono il loro sostentamento dall’organizzazione. Questo è un punto importante, perché un individuo che il cui sostentamento è portato avanti grazie ai propri allievi è limitato dal fatto che deve avere un certo numero di entrate per riuscire a sbarcare il lunario e questo può condizionare la sua relazione con l’organizzazione.
* Il numero dei partecipanti. Se un’organizzazione è molto grande di solito, viene meno il lavoro individuale con le singole persone, che rappresenta un punto fondamentale per non scadere in comportamenti strutturati e cristallizzati. Quante più persone fanno parte di un’organizzazione tanto più il messaggio diventa “standard” questo è un limite al Lavoro.
* I soldi. Un organizzazione deve sopravvivere, ma è importante l’uso che viene fatto dei soldi, se questi non sono impiegati per le attività e l’aiuto dei membri con difficoltà allora si rischia di creare una azienda piuttosto che un luogo di lavoro, lo scopo di un’organizzazione non è quello di essere ricca ma di sostenere le sue attività
* Il dogmatismo. Quanto le idee di lavoro diventano degli assoluti e non è più possibile metterle in discussione si cristallizzano nella mente formatoria e questo arresta il lavoro.
* L’unico luogo di evoluzione e l’unica via possibile. Se un organizzazione dice di essere l’unico luogo e il suo messaggio l’unico grazie al quale è possibile evolvere sta ingannando i suoi membri.
* La perdita di tutto. Se un’organizzazione dice che allontanandosi dall’organizzazione stessa un individuo perde ogni possibilità di evoluzione significa che deve proteggere il suo status e quindi non ha la forza di vedere al di la di sé stessa.
* Distacco netto e giudicante tra i membri dell’organizzazione e i non membri. Se un’organizzazione giudica “inferiori” o senza nessuna possibilità coloro che non ne fanno parte dimostra di non aver capito come funziona il mondo in cui opera ed attua un processo di auto glorificazione di sé e dei membri portando all’illusione di essere quello che non si è.
* Rifiuto delle famiglie e luoghi di appartenenza. Un’organizzazione che chiede di rinunciare alle proprie famiglie di origine o amicizie inganna i suoi membri e li porta ad abbandonare delle parti molto importanti della loro vita, con l’intento di renderli dipendenti dall’organizzazione.
* Donazioni. Un’organizzazione che chiede soldi di continuo, e chiede donazioni di oggetti e servizi senza che ve ne sia un reale bisogno, come al fine di sostenere un membro ammalato o che ha avuto problemi, dimostra di essere nella direzione di accumulare soldi come priorità e di allontanarsi dalle reali necessità dei membri.
* Un’organizzazione che abbandona i membri perché non adatti per impedimenti fisici o troppo vecchi senza un reale sostentamento e aiuto dimostra di non essere interessata all’evoluzione e cura dei suoi partecipanti.
* Cristallizzazione delle attività. Se un’organizzazione dà troppa importanza alla forma, come ad esempio agli esercizi, che devono essere fatti in maniera assoluta e senza discutere, che diventano routine e non si modificano, dimostra di aver perso il senso e lo scopo di tali strumenti e si cristallizza nella limitatezza della forma piuttosto che nella dinamicità di vedere cosa serve nel momento.
* Il maestro come superuomo. Se il maestro o gli istruttori sono considerati come dei superuomini e questo è nutrito e incentivato dall’organizzazione, si genera una condizione di soggezione nei membri e di conseguenza un divario fra loro e la struttura stessa dell’organizzazione.
* Il senso di colpa. Se in un’organizzazione gli aderenti vengono fatti sentire in colpa e giudicati per il livello del loro lavoro si genera una struttura di dominio e gerarchia negativa che non può portare a nessuna evoluzione.
* Struttura piramidale. Se la struttura è rigidamente piramidale e non vengono considerate le singole individualità si perde lo scopo del lavoro in gruppo.
* Legame a vita nell’organizzazione. Se un’organizzazione impone in maniera diretta o indiretta un legame a vita con la stessa, non vi è la comprensione che il lavoro di scuola serve come strumento di passaggio e non come punto di arrivo.
* Il silenzio. Quando vi sono argomenti di cui non si può parlare, l’organizzazione chiude le porte al suo arricchimento e al confronto con le diversità.
* Chiusura ad altre discipline. Se un’organizzazione dice che il suo percorso è l’unico e non considera che in altri sia possibile trovare integrazioni per arricchire e espandere il proprio lavoro si ferma la sua crescita.
* Il maestro deve essere un servitore dei suoi studenti e non i suoi studenti servitori del maestro, in linea di massima un uomo che ha già lavorato su di sé dovrebbe essere in grado di aiutare gli altri e per questo avere più facilità a lasciare andare la sua falsa personalità. Un insegnante che deve dominare gli altri sta perseguendo dei fini personali e non aiuterà l’evoluzione dei membri. Se vi fosse la comprensione che un maestro è un servitore non vi sarebbero così tanti individui che si professano tali.
* Un insegnante che si pone al di sopra degli altri parlando del suo livello d’essere e di quanto ha raggiunto pone gli allievi in uno stato di considerazione interna e di timore reverenziale, devono essere le azioni a parlare per lui e non le parole.
* Un insegnante che non sia anche umano, e quindi con tutte le caratteristiche di un uomo sta recitando una parte.
* I collaboratori dell’insegnate che si arrogano diritti superiori solo per la loro prossimità con lui non hanno compreso i principi del lavoro e quindi rischiano di fare del male alle persone con cui entrano in contatto.
* Se in un’organizzazione la parte preponderante è quella istintiva: denaro, sesso, successo, fama. La direzione che sta seguendo è quella di un’ottava discendente.
* Se gli studenti sono portati a recitare la parte del “bravo studente” hanno perso o stanno perdendo la possibilità di osservare se stessi.
*Il cieco senso del dovere vero l'organizzazione imposto e non costruito attraverso le verifiche personali.



Queste situazioni e molte altre che cercherò di aggiungere ed approfondire nel tempo sono le principali cause di danneggiamento delle persone che, nella speranza di trovare qualcosa che le aiuti, incappano in un’organizzazione distruttiva.

Molte di queste persone una volta uscite se riescono a rimettere insieme i pezzi della propria vita iniziano delle personali crociate contro l’organizzazione stessa. E’ importante che certe informazioni vengano diffuse e che si conoscano i rischi a cui si va incontro quando si cerca un gruppo di lavoro o una scuola. E’ altresì importante però non cristallizzarsi, come purtroppo accade certe volte agli ex-studenti nell’opposto, cioè riproporre lo stesso atteggiamento imparato nella falsa scuola che giudica e limita ogni forma di lavoro, in questo senso ripropongono quello che è stato il loro essere limitati all’interno dell’organizzazione. Queste rappresentano le stesse limitazioni da cui sono giustamente scappati, ma in cui rischiano di rimanere coinvolti in futuro coltivando così ciò che hanno rifiutato.

Queste riflessioni sono il frutto dell'esperienza personale di chi scrive non sono un assoluto ma hanno lo scopo di aiutare chiunque desideri entrare in contatto con gruppi o scuole.

mercoledì 8 ottobre 2008

Nuovo esercizio in TOOL BOX

Un nuovo esercizio per la settimana.
buona lettura.

CONTINUA

martedì 7 ottobre 2008

Discussione

Apro questo post come luogo di prosecuzione delle discussioni iniziate precedentemente, data la lunghezza raggiunta dei commenti. Per favore usate questo post per continuare i vostri commenti.
Grazie,
Enzo.

PS. credo che un blog che possa funzionare meglio è Wordpress, ho uno spazio web sul quale metterlo, ma vorrei sapere se ci sono persone che lo conoscono per dare aiuto nei settaggi e per trasferire il materiale da questo a quello.

lunedì 6 ottobre 2008

Tipi di blog

Salve a tutti i lettori, ho una domanda per tutti. Nell'ultima settimana vi sono stati molti commenti interessanti che hanno messo in luce diversi soggetti interessanti e possibilità di comunicazione. Ora questo tipo di blog, blogspot.com non dà molto spazio ai commenti per renderli visibili, cosa che potrebbe essere molto utile per chi legge.
Chiedo se qualcuno di voi conosce degli strumenti (blog o altro) o sa se è possibile settare diversamente questo tipo di blog, per dare maggiore spazio e visibilità ai commenti dei lettori. Mi interessa anche sapere se, nel caso di uno spostamento del blog su altre piattaforme, vi sono persone che possono aiutare a trasferire il materiale in esso contenuto.
Grazie e a presto,
Enzo.