martedì 27 febbraio 2007

Che lingua Parla la Quarta Via

Beh.. Interessante quesito quello del titolo.. Evidentemente questo Blog è in italiano, ma la domanda si riferisce ad una necessità che ho incontrato durante ricerca di materiale sull'esperienza della Quarta Via.
Tutti gli scritti, da Frammenti di Ouspensky al Legamonismo di Gurjieff sono stati scritti in Inglese, o con in mente la traduzione in Inglese.
Molti testi e testimonianze non sono tradotti in Italiano e, anche se lo fossero, non credo che sarebbero pubblicati. Alcuni notevoli autori sono del tutto sconosciuti, e la maggior parte dei siti che contengono contenuti interessanti sono in Inglese, nel migliore dei casi con qualche parte tradotta in Italiano.
Considerando questo credo che, per chiunque sia sinceramente interessato ad approfondire le idee della Quarta Via da un punto di vista intellettuale e conoscere testimonianze "altre" del Lavoro, è decisamente necessario darsi lo scopo di studiare l'Inglese. Sicuramente è un ottimo strumento per tenere in attività il centro motorio ed intellettuale, e per aprirsi ad un mondo più vasto. La maggior parte delle pubblicazioni scientifiche o sociali sono stampate di solito in Inglese e poi, nel tempo, tradotte in altre lingue.
Se qualcuno può essere di aiuto per questa ottava, con link, suggerimenti od altro lasci un post. Tutti quelli che comprenderanno l'importanza di questo scopo, o che ne hanno già la necessità, saranno grati per questo.

Buon Lavoro a Tutti...

domenica 18 febbraio 2007

Le tre parti dell'osservazione

Fate un esercizio. Leggete un po - una pagina alla volta. All'inizio dovete cercare di comprendere con la vostra testa (pensiero), poi con l'emozione, successivamente con l'esperienza. E poi tornate al pensiero. Esercitatevi a leggere con i vostri tre centri. In ogni libro c'è materiale per arricchire noi stessi. Non è importante cosa leggete, e non è importante la quantità, ma la qualità e il modo di leggere.
Voices in the Dark - incntri di Gurdjieff durente l'occupazione nazista di Parigi dal 1940 -1944

Questo principio è valido per ogni cosa che "facciamo". Se in ogni nostra azione o situazione ci riusciamo a collegarci alle emozioni proviamo in quel momento, prestiamo attenzione a quello che stiamo facendo cercando di farlo secondo la nostra migliore conoscenza, e osserviamo i movimenti e le sensazioni fisiche che abbiamo, allora vuol dire che di quel momento avremo un ricordo ed una partecipazione al momento più profondi e reali.
Questa attenzione è quella che ci porta alla condizione di "Ricordo di Sé", a ricordarci noi stessi nella nostra globalità, e a vederci per quello che siamo. Questo , ciò collegato con l'idea della sofferenza volontaria, di cui parlerò in seguito.

Un semplice esempio di quanto detto è quando ci laviamo la mattina: la prima cosa che possiamo osservare è lo stato emozionale in cui ci troviamo, se ci siamo svegliati di buon umore, di cattivo umore o in uno stato neutrale, l'azione del lavarci possiamo vederla dal punto di vista intellettuale osservando le azioni da cui è composta; apro l'acqua è aspetto che raggiunga le temperatura che desidero (osservando il centro istintivo per le sensazioni), mi insapono e mi lavo le mani (centro motorio), dopo di che mi insapono di nuovo le mani e inizio a lavarmi la faccia (centro motorio) eccetera, questo è il lavoro del centro intellettuale, simultaneamente osservo il centro motorio, i movimenti delle mani, della schiena che si arcua sul lavandino, del respiro. La sensazione dell'acqua sulla pelle, la giusta temperatura, la sensazione di pulizia appartengono alla sfera del centro istintivo.

Questo piccolo esempio illustra chiaramente come in una semplice azione come quella di lavarsi al mattino ci possa essere un ricchissimo mondo che non vediamo mai. Solitamente i programmi per la giornata o i ricordi di avvenimenti passati (identificazioni), fanno passare ciò che facciamo per noi stessi come cose di "normale routine", ma fino a che non riusciremo ad entrare in contatto con noi stessi in maniera più completa la costruzione di un Io permanente è solamente parte di un gruppo di Io che sogna una "vita migliore", ma non ancora una realtà in costruzione.

giovedì 15 febbraio 2007

Perché un Blog sulla Quarta Via

Lo sopo di questo Blog è quello di trasmettere e scambiare le esperienze delle persone che lavorano consapevolmente, attivamente, attraverso il loro sforzi coscienti con il sistema della Quarta Via.
Il Blog non vuole essere un glossario delle idee della Quarta Via, vi sono libri ("Frammenti di un insegnamento Sconosciuto") che possono sicuramente fornire un corpus di informazioni molto complete riguardo a queste idee. Comunque nel tempo saranno inseriti link ai siti che meglio affrontano ed espongono le idee fondamentali del Sistema.

Il Sistema della Quarta Via è Stato introdotto in Occidente da un uomo eccezionale G. I. Gurdjieff, successivamente un suo allievo P.D Ouspensky attraverso i suoi scritti ha trasmesso la sua testimonianza del Lavoro, delineando ed evidenziando i concetti fondamentali del Sistema. Molti altri dopo di loro hanno scritto e approfondito le idee della Quarta Via, e costituiscono oggi una grande ricca testimonianza di quanto questo sistema possa cambiare l'essere delle persone.

Il principio su cui si basa la Quarta Via è che l'uomo nella sua condizione "naturale" non è padrone di se stesso, ma reagisce in maniera inconsapevole agli stimoli esterni usando una serie di risposte automatiche imparate nella sua vita o collegate dal suo tipo di corpo e centro di gravità.
Il sistema fornisce gli strumenti per cambiare questa situazione e portare l'uomo al livello che è stato "previsto per lui dalla Natura", ma questo richiede un lavoro intenso e costante. Il primo passo è quello di iniziare a vedere e a verificare se ciò che è espresso nel sistema risponde, per noi, alla condizione reale dell'uomo. Questa verifica diventerà la terza forza per più sforzi in direzioni sempre più definite al fine di ottenere ciò che nel sistema viene chiamato il cambiamento di livello d'essere. Questi non sono sforzi di ordine teorico o meramente intellettuale, il cambiamento è qualcosa di reale e non basta parlarne, dobbiamo verificarlo nelle nostre vite attraverso il confronto con il mondo e le situazioni che ci circondano.
Un Blog è sicuramente uno strumento parziale per compiere questo lavoro, perché non rende il contatto e lo scambio qualcosa di materiale, e scrivendo è facile "mentire". Resta il fatto che attraverso la parola e la condivisione delle esperienze, è possibile, entro certi limiti, trovare stimoli e nuove terze forze per ristabilire giorno per giorno le basi del proprio lavoro.
Attraverso l'esperienza in gruppi e scuole della Quarta Via ho potuto verificare come nel tempo si creano ritratti immaginari delle persone che ci circondano e la comunicazione diventa meccanica, la macchina inizia di nuovo il processo di autodifesa che rende impossibile "svelare" la presenza di certe meccaniche e il lavoro inizia il suo declino fino alla mera "apparenza del bravo studente". E' un lavoro difficile che diventa impossibile se il luogo in cui siamo nel nostro lavoro non è quello della sincerità e della fiducia.
E' un interessante esperimento, per me e per chi leggerà o sta leggendo questo Blog.

Partendo da esperienze, domande, citazioni, avvenimenti l'obiettivo sarà di analizzare e ricollegare alle idee del sistema quello che arriva e cambiare il principio di stimolo risposta in maniera tale da introdurre sempre nelle nostre vite quotidiane più shock in collegamento con il Lavoro.

Buon Viaggio.
E.