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martedì 20 maggio 2008

I Quattro corpi dell'uomo

Nel sistema della Quarta Via l'uomo è visto come un essere incompleto, con la possibilità di evoluzione e di auto perfezionarsi per raggiungere quello che può essere definito "Uomo".

Per comprendere ciò che è l'uomo attualmente, vale a dire al livello attuale del suo sviluppo, è indispensabile potersi rappresentare fino a un certo punto ciò che egli può essere, vale a dire ciò che può raggiungere. Infatti, soltanto comprendendo la sequenza corretta del suo possibile sviluppo, l'uomo cesserà di attribuirsi quanto attualmente non possiede, ma che forse potrà acquistare attraverso grandi sforzi e grandi fatiche.

Frammenti di un Insegnamento Sconosciuto - pag 48

...un uomo nel pieno senso della parola è composto di quattro corpi. Questi quattro corpi sono costituiti da sostanze che diventano sempre più sottili, si compenetrano e formano quattro organismi indipendenti aventi tra loro una relazione ben definita, ma capaci di azione indipendente.
Frammenti di un Insegnamento Sconosciuto - pag 48

Nell'uomo vi è la possibilità di sviluppare quattro corpi differenti che sono esposti da Gurdjieff nella Quarta Via con il grafico seguente:

il tratto più importante, ossia che l'uomo non nasce con i corpi sottili e che questi richiedono una cultura artificiale, possibile solo in determinate condizioni, esteriori e interiori, favorevoli.
Frammenti di un Insegnamento Sconosciuto - pag 49

Ognuno dei corpi superiori, se si eccettua il primo che è quello con cui nasciamo, ha bisogno per il suo sviluppo di un certo ammontare di sostanze sottili, per la sua costruzione prima e per il suo mantenimento poi. La prima fase, richiede maggiori sforzi per accumulare materiali per la costruzione e per il mantenimento dei corpi superiori, ma una volta creato il "nuovo corpo" richiede un minore apporto di sostanze per il suo mantenimento per utilizzare l'eccesso di materiali per la costruzione del successivo.
Il sistema della Quarta Via si fonda su idee e strumenti che, se applicati, costruiscono il veicolo attraverso il quale è possibile accumulare abbastanza sostanze sottili necessarie alla "costruzione" dei corpi superiori, ma lo sviluppo di questi corpi non è meccanico ed è il frutto di un lavoro intenzionale e mirato.

CONTINUA

lunedì 24 marzo 2008

ostacoli - Le emozioni negative

Prosegue l-analisi degli ostacoli. Ricordatevi che l-articolo continua nel sito e non nel blog
Buona lettura e buon lavoro.
E.

Cosa sono le emozioni negative?
Secondo il sistema della Quarta Via le emozioni negative sono un apparato artificiale dell'uomo sviluppato e nutrito sin dall'infanzia attraverso l'educazione all'espressione delle emozioni in modo errato. Un esempio di questo è rappresentato dal bambino che impara a dare la colpa a qualcun'altro per evitare una punizione, che da adulto si convincerà che ciò che gli accade è responsabilità di altri, che devono prendersi cura, o creare per lui le condizioni necessaire alla sua esistenza e che, nel caso in cui questo non avvenga nei termini da lui immaginati, spenderà gran parte della sua vita all'insegna della lamentela e del dissenso per quello che non gli è stato dato.

Se osserviamo con attenzione, ognuno esprime, durante la giornata, differenti tipi di emozioni negative come i cattivi umori, le preoccupazioni, l'attesa di qualcosa di sgradevole, il dubbio, la paura, un sentimento di offesa o l'irritazione.
Alla base delle emozioni negative vi è un atteggiamento che le nutre e permette il
loro mantenimento ed esistenza. Ogni qualvolta qualcosa non ci torna o qualcuno fa qualcosa di sbagliato nei nostri confronti, evochiamo e nutriamo un gruppo di Io che giustifica la nostra negatività. Molto difficilmente ci rendiamo conto che ciò che riceviamo è collegato a quello che siamo e, poiché non conosciamo noi stessi, pensiamo che sia solo una responsabilità del modo esterno se le cose non sono come le immaginiamo o desideriamo. Dietro ad un'espressione di negatività si trova sempre un'indulgenza nei confronti di una nostra debolezza, data da una difficoltà a vedere e compiere uno sforzo per migliorare.
CONTINUA

martedì 18 marzo 2008

Ostacoli - Il Mentire

Continua l'analisi degli Ostacoli.

Il Mentire

Per dire la verità bisogna essere capaci di conoscere cosa è la verità e cos'è una menzogna, prima di tutto in se stessi.
Gurdjieff (Frammenti di un Insegnamento Sconosciuto)


La Menzogna è un ostacolo al lavoro su di sé, ed è uno dei più invisibili. Il principio del mentire nel lavoro non si riferisce ad un'evidente falsificazione di qualcosa, ma la sottile convinzione di sapere cose "normali" di cui in realtà non si sa nulla.
Chi mente è convinto di quello che dice, per questo non considera di stare mentendo. La personalità si nutre della menzogna per affermare se stessa nel mondo. L'uomo che mente bene è un uomo interessante.

Bisogna imparare a dire la verità. Le persone mentono di continuo agli altri e a sé stesse, per questo nessuno comprende ne gli altri ne se stesso.
Domandati: potrebbero esserci tante discordie, profondi malintesi e tanto odio verso il punto di vista o l'opinione altrui se le persone fossero capaci di comprendersi l'un l'altro?
Frammenti di un Insegnamento Sconosciuto

La comprensione della menzogna è un lavoro individuale, nessuno può veramente convincerci che stiamo mentendo, anche di fronte a delle "prove schiaccianti" saremo sempre in grado di opporre qualche "ragione" che reputiamo più che valida. E' necessario aver verificato la menzogna negli altri e di conseguenza in noi stessi per poter avere abbastanza coraggio da iniziare a lavorare su di essa. Una delle espressioni della menzogna che maggiormente possiamo verificare è il desiderio che le cose siano diverse da quelle che sono. Pensiamo troppo spesso che qualcosa sarebbe migliore se fosse differente, ma in realtà non ci rendiamo conto che se una cosa avesse potuto essere differente lo sarebbe stata. Invece di trovare scuse, incolpando il mondo esterno, dobbiamo iniziare ad osservare le nostre manifestazioni in differenti circostanze; in questo risiede la nostra possibilità cambiare le cose.
Non possiamo chiedere a nessuno di non mentire e non possiamo lamentarci con chi ci circonda delle sue menzogne, con molta probabilità non ne è consapevole.
Si deve studiare molto per molto tempo per poter un giorno dire la verità. Dopo un certo tempo nel lavoro si incomincia a vedere meglio se stessi, si mente meno e questo ci rende meno interessanti agli altri.

Per l'uomo odierno l’idea di verità e menzogna non ha senso perché il suo reale significato è collegato allo stato in cui egli si trova. Qualche volta un uomo dice la verità e qualche volta mente, questo dipende dallo stimolo a cui sta reagendo, è per questo che un uomo ordinario è inaffidabile. Se dice la verità o mente è dovuto a cause accidentali, le parole, i sentimenti e quello che prova sono menzogne perché ne è inconsapevole.

Le menzogne sono collegate al gruppo di Io in cui ci troviamo, al cambiare degli Io cambiano i parametri di verità e menzogna. Le verità dell'uomo ordinario cambiano di continuo, o possono rimanere più o meno fisse grazie ai suoi ammortizzatori (respingenti). Ogni gruppo di Io è "circondato" da respingenti che impediscono alla persona di vedere le menzogne che si racconta.
CONTINUA

giovedì 13 marzo 2008

Ostacoli - L'immaginazione

A seguito del post sugli ostacoli ho fatto un analisi più dettagliata dei singoli ostacoli, di seguito l'immaginazione, seguiranno nel tempo gli altri.
Buona lettura e buon lavoro.
E.

L'uomo è una macchina stimolo risposta; questo vuoi dire che ogni stimolo che riceviamo evoca una risposta automatica. Ma da dove vengono queste? Nel corso della vita, dall'infanzia all'età adulta, accumuliamo informazioni, atteggiamenti, idee e concetti che sono registrati all'interno dei centri che formano la struttura dell'essere umano. Tutte queste informazioni sono collegate a particolari circostanze e avvenimenti e sono riproposti quando uno stimolo ha una relazione con l'evento precedente.
Possiamo osservare come, ad esempio quando stiamo guidando la nostra autovettura, che le immagini che vediamo portano con se' il ricordo di qualche associazione di pensiero, se vedo una mamma con il suo bambino penso a mio figlio o se vedo due persone che si baciano posso pensare a mia moglie o al film d'amore visto la sera prima. Ogni stimolo evoca una risposta. La risposta generata è ciò che dobbiamo osservare quando parliamo di Immaginazione.
Il processo meccanico associativo dei pensieri, ricordi e proiezioni, portato avanti senza controllo è quello che, nel sistema della Quarta Via, viene chiamato Immaginazione, è il sognare ad occhi aperti, con la differenza che non ci accorgiamo che è la condizione in cui ci troviamo per la maggior parte del nostro tempo.
Il tipo di immaginazione, in questo caso, non è quella creativa, che è l'espressione di un pensiero intenzionale volto ad un fine, ma il pensiero associativo che semplicemente accade, in cui ci perdiamo da un sogno ad un altro, da un'associazione di pensiero ad un'altra senza minimamente renderci conto di quello che accade.
Possiamo verificare che questo tipo di pensiero non lascia traccia: se abbiamo un momento di maggiore consapevolezza dopo un periodo di immaginazione difficilmente ricorderemo i pensieri che abbiamo avuto.
CONTINUA...

mercoledì 12 marzo 2008

La Legge del Sette - Le fasi dell'ottava

Da questo post inizia un nuovo progetto. E' stato creato un sito per accogliere le idee della Quarta Via che sono state già pubblicate su questo Blog e che verranno pubblicate in futuro. La trattazione di molte di esse è lunga e sul Blog non sono organizzate in maniera da essere facilmente consultabili, quindi sul Blog appariranno solo in forma ridotta con un link diretto al nuovo sito che le contiene per intero.

Buon Lavoro.
E.

Le ottave sono composte da tre fasi, nelle ottave ascendenti queste prendono il nome di Preparazione, Esecuzione e Compimento. Questi sono nomi generali e devono essere considerati al fine di spiegare e non in maniera letterale, potremmo alternativamente usare i termini di raccolta delle informazioni, realizzazione e raffinamento. Nelle ottave discendenti possono essere espresse con i termini, Concepimento, Maturazione, Espressione o stimolo, associazione, reazione.

Nell’enneagramma le tre parti di un’ottava sono rappresentate dai lati del triangolo inscritto nel cerchio. I punti del triangolo che toccano la circonferenza hanno un significato ben preciso nello svolgersi dell’ottava. Nelle ottave ascendenti il primo punto corrisponde al DO dove si trova l’impulso iniziale dell’ottava, fra il MI ed il FA è l’influenza esterna che serve per colmare l’intervallo e proseguire nell’ottava, e tra il SOL è il FA è un punto particolare, siamo a metà strada e un grande lavoro è stato fatto, siamo nel mezzo, l’inizio e la fine sono equidistanti quindi non vediamo chiaramente la fine e sappiamo che tornare indietro è altrettanto lungo e difficile; adesso dobbiamo raccogliere quello che ci serve per avviarci alla fine con tutto quello che comporta. Gurdjieff chiamava questo punto influenza intenzionalmente inclusa, è qui che iniziamo la preparazione per l’ultimo intervallo, il SI DO dell’ottava.

Le note dell’ottava disposte in senso orario sulla circonferenza mostrano lo sviluppo dell’ottava nel tempo e le connessioni interne mostrano i legami di ogni singola nota con le diverse fasi dell’ottava nel loro orientamento, mostrano le connessioni “al di fuori del tempo lineare”. Sono i sostegni delle differenti fasi dell’ottava. In questo senso esprimono il concetto di come tutto è collegato e dalla loro connessione risulta la possibilità di concludere l’ottava. A proposito delle connessioni interne è importante sottolineare quanto l’esperienza fatta in una data ottava sia importante al fine di creare legami forti tali da poter sostenere le ottave successive.
Per fare un esempio, se è la prima volta che costruisco qualcosa, e non faccio per niente attenzione alle differenti fasi della costruzione, non avrò creato una memoria sufficientemente forte da sostenermi in un’esperienza successiva, ma se sono riuscito ad essere più consapevole delle mie azioni e di quello che faccio, le volte successive la mia memoria e comprensione diventerà il sostegno per le nuove ottave.

Dei deboli legami interni dell’ottava fanno si che essa devii in altre ottave laterali in base alla legge di minima resistenza, che porta lo sviluppo delle forze a cercare l’espressione con apparente minore dispersione di energia, nutrito dall’inganno della semplicità.
CONTINUA

domenica 2 marzo 2008

I Centri e le Funzioni

La macchina umana è composta da diverse parti. Nel Sistema vengono chiamate centri e svolgono differenti funzioni collegate alla vita interiore ed esteriore dell'uomo.

Questi quattro centri, a cui si aggiungono altri due di cui parleremo più avanti, sono rispettivamente:
Il centro Intellettuale, che svolge le funzioni relative al pensiero e alla comparazione. E' il centro più lento ed è il primo con cui possiamo iniziare a lavorare.
Il centro Emozionale, che governa le funzioni emotive. E' il centro più veloce quando lavora correttamente.
Il centro Istintivo, che regola il funzionamento biologico dell'organismo. E' un centro che agisce automaticamente per mantenere il nostro organismo funzionante e in stato di equilibrio con l'ambiente circostante.
Il centro Motorio, che sovrintende le funzioni motorie. E' il centro che produce l'immaginazione e che permette la comprensione delle meccaniche delle cose.

Possiamo immaginare quattro individui viventi in noi. Quello che chiamiamo istintivo è un uomo fisico. L'uomo motorio è anch'esso un uomo fisico, ma con inclinazioni differenti. Poi c'è l'uomo sentimentale o emotivo e quello teorico o intellettuale.

I centri sono divisi poi in metà positive e metà negative, ma questa accezione non è intesa a carattere morale, ma semplicemente come affermazione e negazione, si/no, azione/non azione. Ad esempio la metà positiva del centro intellettuale è la parte che afferma, quella negativa che nega. Nel centro motorio la divisione si esprime attraverso l'espressione di moto o di staticità. Nel centro istintivo è accettazione o repulsione a livello organico. Per il centro emozionale questa divisione è differente, le emozioni negative sono parte di un centro artificiale sviluppatosi attraverso l'educazione per imitazione di un certo tipo di atteggiamenti; la vera parte negativa del centro emozionale è quella che sperimentiamo in un momento di grande sofferenza reale, come ad esempio la perdita di qualcuno a cui eravamo attaccati emozionalmente.

Un'ulteriore divisione dei centri è data dal livello di attenzione con cui possono essere svolte le differenti funzioni di un centro, in base a questa divisione i centri sono divisi in:
Parte meccanica
, non richiede nessuna attenzione, ed in cui sono "registrate" tutte le azioni abituali e ripetitive relative a quel centro, ad esempio guidiamo la macchina con la parte meccanica del centro motorio.
Parte emozionale
, funziona per fascinazione ed attrazione, è la parte che si attiva quando qualcosa cattura la nostra attenzione, ci concentriamo su una cosa perché ci piace e ci stimola, in senso positivo o negativo, la possiamo osservare quando vediamo un film quando seguiamo un evento sportivo.
Parte intellettuale
, che funziona con attenzione focalizzata, è la parte che viene usata ogni volta che è necessaria concentrazione. Quando impariamo qualcosa di nuovo o con un alto livello di difficoltà, è la parte che usiamo quando studiamo per un esame o facciamo un lavoro manuale molto difficile.

Per moltissimo tempo dovete soltanto osservare e cercare di scoprire tutto quel che potete circa le funzioni intellettuali, emozionali, istintive e motorie. Da ciò potrete arrivare alla conclusione che avete quattro menti ben definite: non una sola, ma quattro menti diverse. Una mente controlla le funzioni intellettuali, un'altra mente completamente diversa controlla le funzioni emotive, una terza controlla quelle istintive, e una quarta, anch'essa del tutto diversa, controlla le funzioni motorie. Noi le chiamiamo centri: centro intellettuale, centro emotivo, centro motorio e centro istintivo. Essi sono completamente indipendenti. Ciascun centro ha la propria memoria, la propria immaginazione e la propria volontà.
Ouspensky - La Quarta Via (pag. 15)

Non siamo abituati ad osservarci, e non vediamo che ogni centro ha una propria individualità, una propria memoria, una propria immaginazione, in definitiva ogni centro ha un proprio mondo separato l'uno dall'altro. Ogni centro è un individuo in noi e ogni individuo vive una vita sua, in alcuni casi senza minimamente conoscere l'esistenza degli altri individui.

Differenti gruppi di Io appartenenti a diversi centri costituiscono quello che nel sistema viene chiamato personalità, cioè un gruppo di atteggiamenti che corrispondono al ruolo che interpretiamo in differenti momenti. Possiamo pensare a "chi" siamo sul luogo di lavoro, a casa con la famiglia, quando incontriamo una persona che ci piace o quando incontriamo qualcuno che non ci piace. Tutti questi "individui" che vivono in noi vengono "attivati" in relazione a differenti stimoli che riceviamo dall'ambiente che ci circonda. In un'analisi delle azioni, può sembrare che non ci sia nulla di male ad essere una persona differente con i propri figli rispetto a quella che siamo con un cliente o con il capoufficio, e questo è vero, quello che è importante notare e verificare personalmente è che questo cambiamento non avviene in maniera intenzionale, è frutto di acquisizioni automatiche piuttosto che di un ragionamento o valutazione consapevole delle proprie azioni. Come facciamo il padre e la madre non è conseguenza di un lavoro consapevole, di una capacità di valutazione e di giudizio sviluppato intenzionalmente attraverso un processo di apprendimento e comprensione del ruolo di genitore, ma è il frutto delle proprie esperienze come figlio e delle idee situate nella parte meccanica dei centri. Questo lo dobbiamo e possiamo verificare nella nostra vita quotidiana personale, e delle persone che ci circondano altrimenti non è possibile iniziare questo lavoro.

Se osserviamo la relazione che abbiamo con le persone vedremo che tutto quello che facciamo accade, e se cerchiamo di cambiare qualcosa non ci riusciamo, la risposta è troppo rapida e di fronte ad un atteggiamento diverso usiamo una serie di respingenti che si oppongono a fare qualcosa di diverso da quello che già conosciamo. Abbiamo bisogno di una terza forza perché qualcosa di differente realmente accada.

A questo punto è utile puntualizzare che quando iniziamo l'osservazione di sé non possiamo osservare fisicamente i centri, perché questi sono parte integrante del corpo, sono "distribuiti" in tutto il corpo che rappresenta un ricevente ed un trasmittente delle azioni e reazioni simultanee di tutti i centri. Quello che possiamo osservare sono le loro funzioni, vale a dire le loro peculiari espressioni a livello della nostra esistenza esteriore ed interiore. Più osservazioni riusciamo ad accumulare maggiori saranno le possibilità che avremo nel controllare la loro espressione. Ogni funzione può essere controllata solo quando abbiamo imparato a conoscerla, quando sappiamo che ad un certo stimolo ed i certe condizioni si manifesta, nel tempo impariamo a riconoscere l'arrivo e il crearsi delle condizioni per la manifestazione di quella peculiare espressione e quindi possiamo provare a cambiare e scoprire la possibilità di nuove espressioni, di maggiore controllo.

La seconda cosa da necessaria in uno studio serio di se stessi è lo studio delle funzioni: osservandole, apprendendo la dividerle nella maniera giusta, imparando a riconoscerne ciascuna separatamente. Ogni funzione ha il proprio compito, la propria specialità. Esse vanno studiate separatamente e le loro differenze comprese chiaramente, ricordando che sono controllate da diversi centri o menti. E' utilissimo pensare alle nostre differenti funzioni, o centri, e rendersi conto che sono del tutto indipendenti. Noi non ci rendiamo conto che esistono esseri indipendenti in noi, quattro menti indipendenti. Cerchiamo sempre di ridurre tutto ad un'unica mente.

E' un passo indispensabile del lavoro su di sé il riconoscimento delle funzioni. Per lungo tempo nel lavoro dobbiamo osservare le funzioni e, riconoscendole, associarle ai differenti centri. Dobbiamo comprendere che nella vita ordinaria le funzioni lavorano in maniera squilibrata, un centro svolge il lavoro di un altro e usa l'energia di un altro.

L'osservazione delle funzioni richiede un lungo lavoro. E' necessario scoprire parecchi esempi di ognuna. Studiandole dovremo vedere inevitabilmente che la nostra macchina non funziona bene; alcune funzioni sono giuste, altre sono indesiderabili dal punto di vista del nostro scopo.Perché dobbiamo avere uno scopo, altrimenti qualsiasi studio non darà risultati. Se ci rendiamo conto che siamo addormentati, lo scopo è svegliarci; se ci rendiamo conto di essere macchine, lo scopo è smettere di essere macchine. Se vogliamo essere più consci, dobbiamo introdurre una cera valutazione delle funzioni dal punto di vista della loro utilità o dannosità agli effetti del ricordare noi stessi. Ci sono quindi due linee di studio: studio delle funzioni dei quattro centri, e studio delle funzioni inutili o dannose.
Ouspensky - La Quarta Via (pag. 68-69)

In determinati momenti della giornata, dobbiamo cercare di vedere in noi stessi cosa pensiamo, come sentiamo, come ci muoviamo e così via. In un certo momento vi potete concentrare sulla funzione intellettuale, in un altro su quella emozionale, poi sull'istintiva o sulla motoria. Per esempio cercate di scoprire cosa state pensando, perché lo pensate e come lo pensate. Cercate di osservare le sensazioni fisiche quali il calore, freddo, ciò che vedete, ciò che sentite. Allora, ogni volta che fate un movimento potete vedere come vi muovete, come sedete, come state ritti, come camminate e così di seguito. Non è facile separare le funzioni istintive, perché nella psicologia ordinaria essere sono confuse con quelle emozionali; ci vuole tempo per metterle a posto.Ogni centro è adatto al lavoro con un certo tipo di energia e riceve esattamente quello di cui ha bisogno; ma ogni centro ruba all'altro e così un centro che ha bisogno di un tipo superiore di energia si riduce a lavorare con un tipo inferiore, oppure un centro adatto a lavorare con un'energia meno potente ne usa una più potente , più esplosiva. Così è come attualmente funziona la macchina.
Ouspensky
- La Quarta Via (pag. 84)

Dobbiamo distinguere quattro energie che lavorano attraverso di noi: energia fisica o meccanica, per esempio spostare questa tavola; energia vitale la quale fa si che il corpo assorba cibo, ricostruisca tessuti, e così di seguito; energia psichica o mentale, che fa funzionare i centri, e più importante di tutte, energia di consapevolezza.

I nostri quattro centri, intellettuale emozionale, motorio e istintivo, sono così coordinati che un movimento in un centro produce immediatamente un movimento corrispondente in un altro centro. Alcuni movimento e alcune posture sono collegati con alcuni pensieri; certi pensieri sono collegati con certi sentimenti, sensazioni, emozioni; tutto è collegato. Come siamo, con tutta la volontà che possiamo concentrare, possiamo acquisire qualche grado di controllo su un centro, ma soltanto su uno, e anche questo solamente per un breve periodo di tempo. Ma altri centri andranno avanti da sé, corromperanno immediatamente il centro che vogliamo controllare, e lo porteranno di nuovo alla reazione meccanica. Supponete che io sappia tutto ciò che dovrei sapere, e supponete che decida di pensare in una maniera nuova. Comincio a pensare in una maniera nuova, ma sto seduto nella postura ordinaria, o fumo una sigaretta nella solita maniera, mi ritrovo ancora nei vecchi pensieri.

E' la stessa cosa che con le emozioni; uno decide di sentire in una maniera nuova qualcosa. Poi pensa nella maniera vecchie e così le emozioni negative vengono di nuovo come prima, senza controllo. Quindi, al fine di cambiare, dobbiamo cambiare le cose contemporaneamente in tutti e quattro i centri,e ciò è impossibile in quanto non abbiamo volontà per controllare i quattro centri.

Ogni cosa deve esser sviluppata con la lotta, altrimenti non sarebbe né consapevolezza ne volontà.
Ouspensky - La Quarta Via (pag. 294)

mercoledì 27 febbraio 2008

Gli Ostacoli

E' importante domandarci: perché non siamo svegli?, quali sono le ragioni per cui è necessario lavorare su di se?, perché dobbiamo imparare la consapevolezza?, perché non la possediamo già?

Il nostro essere a livello ordinario è quello di persone addormentate, in balia degli stimoli che ricevono e che si destano accidentalmente e solo per brevi periodi.
Vivendo in una macchina che non è bilanciata, dobbiamo iniziare il lavoro su di noi studiando e correggendo l'espressione delle funzioni che ci tengono addormentati, perché non conoscendole non possiamo modificarle.
Il risveglio è possibile solo correggendo parecchie cose nella macchina e rendendo l'idea del la presenza il nostro centro di gravità permanente.


Lo squilibrio della nostra condizione rappresenta un ostacolo alla nostra armonia. La Quarta Via riconosce una serie di manifestazioni, tipiche di tutti gli uomini, che ci mantengono in una condizione di sonno e di schiavitù.
Perché queste condizioni si sono create non ci è dato saperlo, Gurdjieff lo spiega in maniera "romanzata" nei racconti di Belzebù, ma personalmente non possiamo avere verifiche di questo, l'unica cosa che possiamo fare è riconoscere gli ostacoli al risveglio in noi stessi e lavorare alla loro eliminazione. Attraverso un lavoro attivo, volto a "contrastarne" le manifestazioni, creiamo le condizioni per prolungare i nostri momenti di presenza costruendo un luogo per la manifestazione di altre funzioni, proprie dell'uomo, che adesso non hanno la possibilità di esprimersi a causa delle nostre "cattive abitudini".


I principali ostacoli al risveglio sono:
* Immaginazione, rappresentata da una sequenza di Io su un soggetto che muta senza controllo e senza alcun risultato.
*Mentire, è uno dei nostri maggiori ostacoli, l'uomo mente su ogni cosa. Mentire nel sistema viene inteso nel senso di parlare o pensare cose che non si conoscono come se si conoscessero.
* Espressione delle Emozioni Negative, consumiamo una grande quantità di energia con una funzione che non esiste in realtà ma che è un apparato artificiale che nutriamo sin dall'infanzia.
* Identificazione, siamo troppo assorbiti dalle cose,troppo presi da esse specialmente quando portano con se un elemento emozionale. L'identificazione è una un tipo di attaccamento, è essere perduti nelle cose.
* Considerazione, è un tipo di identificazione che deve essere analizzata a sé perché prende cosi tanto spazio nella nostra vita che ha bisogno di un lavoro specifico e profondo per essere controllata. E' l'identificazione in relazione alle persone, a quanto gli altri ci considerano o non ci considerano, se ci valutano o sottovalutano ecc.
* Il Parlare Inutile, non smettiamo mai di parlare di dire quello che pensiamo come le cose dovrebbero essere e perché, spesso parliamo per riempire gli spazi vuoti nei nostri momenti insieme, o per esprimere negatività. Una delle condizioni che ci tengono addormentati è che parliamo troppo di cose inutili e senza scopo.


Immersi in immaginazione, menzogne, negatività e identificazioni varie non abbiamo nessuno spazio per ricordarci di noi, viviamo in un costante stato di sonno ad occhi aperti. Quando facciamo lo sforzo di ricordarci di noi stiamo cercando di svegliarci, e per un breve momento siamo più svegli, ma poi ritorniamo nel sonno.


Dobbiamo iniziare a studiare gli ostacoli che ci tengono addormentati, riconoscere i momenti e le situazioni in cui vengono fuori; ognuno di noi reagisce in modi diversi a certi stimoli, per cui lo studio degli ostacoli deve essere un lavoro individuale di osservazione e"catalogazione".
Nelle nostre giornate dobbiamo imparare a chiederci: in quale degli ostacoli mi trovo adesso?. Possiamo essere sicuri che se non siamo presenti è perché siamo persi in qualche ostacolo. E' importante creare delle "mappe mentali" delle situazioni in cui ci manifestiamo e ricordarci cosa esprimiamo. Se riusciamo a prepararci in anticipo, possiamo combattere contro le nostre manifestazioni meccaniche in anticipo, sviluppare controllo, ma quando queste hanno iniziato ad esprimersi, arrestarle è molto più difficile.


Possiamo scrivere delle liste per ogni ostacolo in relazioni alle azioni o situazioni in cui abbiamo visto la sua manifestazione, e se riusciamo a "ricordarci" di questo in tempo, possiamo scoprire molte nuove espressioni e possibilità nelle stesse condizioni esteriori. Se Noi siamo diversi il mondo sarà diverso.

mercoledì 20 febbraio 2008

Processo di Rigenerazione



Al livello simbolico è il processo in cui la creatura imita il creatore.

La FORMA agisce sulla MATERIA per organizzarla in qualcosa di completamente nuovo ispirato ad un modello superiore. In natura esistono alcuni esempi di rigenerazione, come il lombrico o la coda della lucertola, nell'uomo, se escludiamo la ricostruzione della pelle in una ferita o la capacità di ricostruzione dei tessuti da parte di certi organi, il processo di rigenerazione è collegato esclusivamente al mondo interiore ed alla psicologia. Ciò che differenzia l'uomo dagli altri animali è la possibilità di diventare conscio di se stesso; questo è il processo di rigenerazione: l'uomo ha la possibilità di ricreare se stesso come essere conscio.
Questo processo è possibile, ma non automatico, cioè può accadere solamente attraverso uno sforzo intenzionale e mirato, gli altri processi che abbiamo studiato fino adesso avvengono anche in assenza di consapevolezza e coscienza.
Se osserviamo il grafico del processo vediamo che la prima forza è la FORMA, rappresentata dall'uomo stesso, in particolar modo dalla parte dell'uomo che desidera lavorare per la coscienza; è quel gruppo di Io che dal centro magnetico si sviluppa successivamente, attraverso il processo di rigenerazione, nel maggiordomo interinale, nel maggiordomo fino a raggiungere la sua massima realizzazione nella coscienza.

Da queste osservazioni appare chiaro che lo stimolo (prima forza) è possibile esclusivamente per quei gruppi di Io che sono in grado, e desiderano, essere presenti, da questo comprendiamo che questo processo dipende da un atto di volontà.

Per questo non possiamo sottrarci all'identificazione in maniera meccanica o automatica, è sempre necessario uno sforzo, perché appena fo sforzo viene meno torniamo nel sonno cioè ad agire in maniera automatica senza nessuna possibilità rigenerativa vale a dire senza nessun possibile cambiamento intenzionale.

La seconda forza nel processo, la MATERIA sono gli Io meccanici che possono essere cambiati dall'azione della volontà (prima forza). Attraverso il lavoro, la costanza e gli sforzi possiamo modificare le parti squilibrate in noi e permettere la creazione e manifestazione di facoltà "superiori" e la crescita della consapevolezza.
In base a cosa la prima forza agisce sulla seconda? La terza forza è il risultato della triade e ne è anche il "motore". Per poter riorganizzare e ricreare noi stessi dobbiamo agire in base ad un obiettivo, ad un principio vitale al di sopra della nostra spinta, un principio ispiratore che diriga i nostri sforzi.
Le idee del sistema e l'insegnamento forniscono la terza forza, la verifica degli stati superiori e di come questi rappresentino e introducano a una vita più completa sono lo stimolo per continuare il lavoro su di se e per verificare dell'esistenza di qualcosa di "superiore." Il maestro e gli studenti sono coloro che rappresentano la manifestazione vivente dei principi del lavoro su di se.

L'immaginazione incontrollata è una condizione meccanica che evidenzia uno stato di sonno, ma l'immaginazione intenzionale è creatività, è l'esperienza del processo di rigenerazione a livello del centro intellettuale, come l'idea di compiere le proprie azioni fisiche in maniera intenzionale rappresenta la rigenerazione del centro motorio. Il centro istintivo è in collegamento alle percezioni del nostro corpo, agli stimoli che ci invia, ad esempio riguardo al cibo che mangiamo, il centro emozionale si rigenera attraverso la considerazione esterna, la capacità cioè di percepire emozionalmente le persone che ci circondano.

Lo strumento attraverso cui tutto quello detto fino ad ora si manifesta è l'attenzione. Un livello di attenzione basso o in stato di fascinazione è la rappresentazione del sonno in cui siamo immersi per la maggior parte del nostro tempo, è una condizione di identificazione con quello che ci circonda e con gli stimoli che riceviamo. Quando una persone inizia a lavorare su di se gli viene insegnata l'idea dell'attenzione divisa, attraverso di essa possiamo essere consapevoli di noi stessi e di quello che stiamo facendo in maniera simultanea, possiamo iniziare a vedere come reagiamo agli stimoli, al fatto che siamo costantemente persi in uno stato di identificazione e di immaginazione e che le nostre azioni non sono il risultato della nostra volontà ma di reazioni automatiche incontrollate. Iniziamo a vedere con maggiore chiarezza la nostra reale condizione e così a fare i primi passi per comprenderla e per poterla, in futuro, cambiare.
Quando l'attenzione viene deliberatamente mantenuta su ciò che sta accadendo e su noi stessi è possibile innescare il processo di rigenerazione. Ma non dobbiamo dimenticare che, perché un processo avvenga devono concorrere in esso tre differenti forze. Così il nostro sforzo è la prima forza (FORMA) rivolto verso l'oggetto (MATERIA) la nostra abitudine, può innescare il processo di rigenerazione solo in presenza di una terza forza (VITA) che nel corso della storia umana ha assunto differenti nomi, Dio, Coscienza, Oro, Sole, Amore, Speranza, Libertà.
Il processo di rigenerazione si esprime nella sua forma, il Ricordo di Se, quando l'attenzione non è più divisa in due ma in tre, per cui lo sforzo di cambiare è finalizzato ad un ideale superiore che pervade le nostre azioni e ci porta a rappresentare con la nostra esistenza qualcosa di più grande che trascende la nostra singola forma.
Nel sistema quel ideale è raggiungere la coscienza, il "faro" e lo stimolo che genera e spinge il nostro lavoro, la sua manifestazione e ciò che permette di essere diversi da quello che siamo.

domenica 17 febbraio 2008

Processo di Guarigione




Invenzione, riorganizzazione.

La malattia, riscoprendo la forma originale della natura, diventa di nuovo canale per la vita, ed è restituita alla salute R. Collin "La Teoria delle Influenze Celesti"

Attraverso il processo di guarigione si ristabilisce un equilibrio in una situazione corrotta da un processo di malattia per permettere alla forza VITA di scorrere di nuovo liberamente. E’ grazie a questo processo che l'organismo si adatta a condizioni difficili o estreme.
Nel processo la prima forza è data dalla MATERIA che, come nel processo di raffinamento, gioca questo ruolo attraverso la sua sola presenza. Nello specifico del processo la materia è la condizione di minima energia in cui arriviamo ad iniziare il processo di guarigione. La materia subisce l’azione della forza neutralizzante con un livello di vibrazioni maggiori che inizia a riorganizzarla per farla tornare a quella che era la sua condizione originaria di sanità ovvero a livello di vibrazioni della forza VITA. Questo avviene attraverso la riscoperta di una condizione di normalità e di contatto con le leggi naturali che governano la vita dell’uomo.
L’azione della prima forza è comprensibile se pensiamo al processo di malattia; il risultato del processo stesso induce il desiderio di essere curato. Così, se sono ammalato, ciò che voglio maggiormente è guarire. Certe volte il processo di guarigione avviene in maniera naturale una volta che le cause della malattia sono rimosse, così ad esempio può succedere che dopo un grande litigio ci sentiamo più calmi, dato che il processo di eliminazione ha aiutato a rimuovere parte della sostanza che generava malattia, e possiamo comunicare in maniera equilibrata. Come gli altri processi la guarigione avviene anche in maniera meccanica.
Quando però il processo di malattia ha raggiunto livelli troppo estesi vi è la necessità di un aiuto esterno, così una ferita che sta infettandosi deve essere trattata da un medico esperto per non degenerare in cancrena.

La terza forza del processo di guarigione risiede nell’emulazione della condizione di guarigione attraverso degli strumenti che, per la loro funzione innalzano il livello di vibrazioni riportando, attraverso un principio di ripristino di energia, quello che è stato danneggiato in una condizione di salute.
Questo principio vale anche a livello intellettuale ed emozionale, durante l’esperienza di un’emozione negativa o subito dopo la sua espressione, quando ancora siamo catturati dall’ottava discendente che è in noi, il modo per iniziare ad uscire è ricordare i momenti in cui non eravamo identificati con quello a cui stiamo credendo nel momento, e comprendere che vi sono altri gruppi di Io ai quali possiamo crede, altrettanto che a quelli negativi, ma che possono riportarci ad una condizione di armonia e controllo.

La guarigione è un’ottava ascendente e come nel processo di eliminazione essa non genera una catena di processi, quando si ha una completa guarigione l'ottava non prosegue oltre, essa ha già raggiunto il suo apice di vibrazioni.

Questo è il processo per mezzo del quale possono essere riparati errori e disastri, un organo danneggiato può tornare alla salute, e l'uomo si può avvicinare alla necessità, per mezzo di una guarigione, di una giusta comprensione delle leggi naturali. R Collin "La Teoria delle Influenze Celesti"

venerdì 15 febbraio 2008

Processo di Crimine



Malattia, Ribellione, CrimineSi ha quando la forma prevale sul principio vitale riducendo quello su cui agisce al livello di vibrazioni più basso, a materia inerte.Questo processo s'innesca attraverso il fallimento di un corretto processo di eliminazione. Se le materie che devono essere eliminate rimangono nell'organismo generano dei veleni che innescano il processo di malattia. E' innescato da un prima forza (FORMA) che è il rifiuto di una funzione superiore che non è stata "assimilata" nel modo corretto, la presenza di materiale che non deve trovarsi in quel luogo genera la malattia. E' un'ottava discendente che per sua natura genera una catena discendente, poiché i prodotti del processo di malattia diventano prima forza (FROMA) per il processo di malattia successivo fino a che un'ottava ascendente (il processo di Guarigione) non intervenga a ristabilire l'equilibrio necessario. Ad esempio nel decorso di una malattia virale se non sono prese delle precauzioni o non vengono somministrate le cure necessarie il decorso della malattia diventa degenerativo.Il processo di malattia riguarda tutti i centri e le funzioni ad essi collegati, così se non eliminiamo correttamente le materie di scarto, proprie di ogni centro, possiamo innescare differenti tipi di malattia. Ad esempio l'impossibilità di esprimere ciò che si è compreso al proprio livello, attraverso una "costrizione" al silenzio o per via di ostacoli dettati dal dominio femminile, dà origine a forti espressioni d'immaginazione incontrollata, a dialoghi interiori interminabili ed a ogni sorta di "sogni ad occhi aperti" che, nel peggiore dei casi, possono diventare cronici e svilupparsi in forme di paranoia e psicosi difficili da curare. Se non riusciamo a gestire la nostra energia emozionale possiamo diventare violenti o essere dominati dalle nostre paure, e non lasciare lo spazio ad altre persone di esprimersi e di poterci aiutare.Nella società contemporanea troviamo moltissimi luoghi comuni e atteggiamenti formatori che sono "la mela avvelenata" germogliata da precedenti processi di crimine e che si manifestano per intere generazioni.Nelle nostre famiglie e nelle nostre vite possiamo testimoniare sopraffazioni e sofferenza creati dalla mancanza di comprensione delle dinaniche umane e delle leggi che governano le cose.Le impressioni che riceviamo sono cibo, se non abbiamo sviluppato degli organi digestivi per esse, quando penetrano in noi (e dobbiamo ricordare che riceviamo un costante flusso di impressioni che non può essere arrestato) è paragonabile al non avere gli enzimi per digerire il cibo organico, l'organismo lo rifiuta. L'uomo ha sviluppato nel corso del tempo, vari strumenti per "eliminare" le impressioni non digerite e che si sono "entrate in conflitto" con la nostra ignoranza i respingenti sono il risultato a volte necessario della necessità dell'uomo di non vedere le cose in modo diverso e proteggere il suo stato di sonno da scontri e frizioni che non potrebbe affrontare. Le impressioni sono il tipo di energia più sottile che riceviamo, questo le rende difficili da digerire senza una adeguata preparazione che richiede sforzi e conoscenza. Le energie che un sano processo digestivo renderebbe disponibili sono quelle che ci permetterebbero di armonizzare la nostra vita e di comprendere piani differenti di esistenza ma, nel momento in cui queste sostanze non vengono digerite correttamente producono i loro veleni, che noi conosciamo, come giudizio, negatività (un centro inesistente formatosi per l'eliminazione dell'energia malate delle impressioni), sospetto, paura, immaginazione negative, avidità, malignità ecc, danneggiando noi stessi e ciò a cui sono rivolte ed innescando a loro volta altri processi degenerativi.Qualcosa che ci fa capire meglio lo svolgersi del processo di crimine è l'idea che esso si basa sul concetto di ottenere qualcosa senza "pagamento" (come il comune furto), questo innesca un debito che se non pagato degenera in crimine, così possiamo avere un debito conoscitivo su qualcuno che, se non pagato, porta al giudizio, o più semplicemente un debito economico che se non pagato porta ad una causa.Il processo di malattia è qualcosa che riguarda noi stessi, non il mondo esterno, ogni volta che siamo testimoni di tale processo dobbiamo cercare di comprendere ciò che lo ha causato e così facendo avviare il processo di guarigione. Possiamo essere testimoni o subire un processo di crimine da parte di qualcuno, ma nel punto dell'ottava in cui ci accorgiamo che è in corso un processo di crimine (l'intervallo) abbiamo la possibilità di deviarlo in un ottava laterale (processo di guarigione), una volta che l'intervallo è passato non sarà possibile fermare il processo nel suo svolgersi fino al prossimo intervallo. Essendo un'ottava discendente il primo intervallo arriva subito, se non riusciamo a deviare l'ottava continuerà senza interruzioni fino quasi alla sua fine, nel punto cioè in cui il secondo intervallo permetterà la deviazione prima della fine del processo.Quando esprimiamo un pensiero a qualcuno e questo non lo capisce o lo respinge, possiamo vedere come per noi l'altra persona "tradisce" le nostre aspettative, così la nostra considerazione interna FORMA, abbassa il nostro ideale di trasmettere qualcosa e generiamo giudizio nei confronti della persona espressione di negatività, in quel momento il nostro desiderio di dare si è trasformato in istinto a distruggere. E' buffo vedere come dalle più nobili intenzioni possa nascere un istinto di violenza e di repressione, questo spiega moltissime condizioni in cui l'uomo e la società si trovano. La difficoltà è che ogni processo ne genera a sua volta un altro, così la persona che secondo la mia comprensione non mi ha capito e che ho giudicato si sentirà ingiustamente aggredita e reagirà, nella maggior parte dei casi, in maniera negativa contribuendo così al ripetersi del processo di crimine che, se non arrestato, può arrivare fino alle estreme conseguenze in cui si raggiunge il massimo livello di materia, la morte di una delle parti in conflitto (questo è il processo psicologico che nutre le guerre). La nostra aspettativa, nell'esempio precedente, è stata il nostro punto debole, il fatto di avere creato una forma immaginaria del nostro ascoltatore invece di essere consapevoli di chi realmente avevamo di fronte è stata l'ignoranza che non ha permesso un sano processo digestivo. Questa ignoranza ci fa essere in balia degli eventi che possono modificare i nostri stati d'animo in ogni momento, questo spiega la mancanza di volontà che non ci permette di essere padroni di noi stessi.Attraverso il processo di crimine eliminiamo sia le materie che naturalmente verrebbero eliminate, sia le sostanze che servirebbero, se digerite correttamente, al benessere, sostentamento e crescita del nostro organismo. Per queste ragioni per l'uomo il cambiamento è quasi impossibile, perché egli, non usando e raffinando i sui organi di digestione, semplicemente elimina la maggior parte delle sostanze che gli sono necessarie per il suo cambiamento di livello d'essere.Attraverso la conoscenza si apprendono nuovi strumenti e con la pratica, l'"essere", si fanno lavorare e si raffinano creando spazio per nuova conoscenza, e più essere, nuova conoscenza (nel senso di una lettura più vasta di quello che già conoscevamo) e così di seguito, crescendo e migliorando se stessi.Dobbiamo incominciare a considerare il processo di malattia nelle nostre vite e trovare strumenti per passare al processo di guarigione ogni volta che ne siamo in grado.

domenica 10 febbraio 2008

Il Processo di Digestione




Raffinamento, digestione, trasformazione.
In questo processo la materia passiva agisce e "subisce" l'azione della forza attiva (VITA - seconda forza) che scomponendola rende disponibili le sue parti più alte (FORMA). E' un'ottava ascendente perché il risultato della triade ha un livello di vibrazioni superiori a quelle dello stimolo di partenza (MATERIA - prima forza). Ciò che viene generato dal processo è utilizzabile ad un livello superiore, e ciò che resta come residuo della trasformazione della materia viene rilasciato con processo di eliminazione.
Attraverso lo studio del processo di digestione vediamo come la forza passiva possa essere prima forza, questo vuol dire che è l'elemento che inizia, è stimolo al processo.
Ad esempio quando vediamo qualcosa fuori posto, è l'oggetto stesso che genera lo stimolo per il processo. Ricevuto lo stimolo dall'oggetto inerme (MATERIA) ci attiviamo per metterlo a posto, compiamo l'azione (VITA, forza attiva), rimettendo a posto lasciando un ambiente più armonioso, con un livello di impressioni superiore a prima (FORMA).
E' interessante osservare che il risultato della triade è collegato al tipo di seconda forza che partecipa al processo (questo vale ance per gli altri processi), così se ad esempio vedo che una cosa è sporca, la posso pulire ed ottenere un certo risultato, in relazione a quella che è la mia idea di pulito, ma un'altra persona può ottenere un risultato migliore o peggiore a seconda di quella che è la sua comprensione di "pulito".

Nel lavoro su di sé uno studente è ripetutamente chiamato a eseguire dei processi di raffinamento. Essendo più presente a se stesso, o facendo tale sforzo, iniziamo vedere ciò che ci circonda con maggiore chiarezza. Il costante sforzo di migliorare noi stessi, migliorando anche l'ambiente è il processo di raffinamento o digestione, senza il quale nessuna possibilità od ipotesi di evoluzione è possibile.
La relazione tra studenti o tra studente e maestro è molto collegata al processo di raffinamento perché la forza attiva è data dallo stimolo delle persone che ci circondano, che per la loro stessa presenza ci “spingono”, la terza forza è la forma, raggiunta attraverso la comprensione delle idee del sistema che permette di rendere disponibili le materie necessarie per il processo di rigenerazione.

La digestione del cibo è l'esempio che spiega l'andamento del processo, il cibo ingerito raggiunge lo stomaco, "attiva" con la sua presenza i succhi gastrici che iniziano a scomporlo per rendere disponibili all'organismo le sostanze necessarie al suo sostentamento.

Il processo di digestione riguarda tutti i tipi di cibo, così più la materia iniziale è portatrice di energie fini, maggiori elementi “nutritivi” conterranno il prodotto finale del processo. Così le impressioni che sono il "cibo" più fine che ingeriamo, se digerite correttamente rendono disponibile un'energia ricca di Idrogeni fini indispensabili al processo del Ricordo di Sé, ossia quello di rigenerazione.

sabato 9 febbraio 2008

Il Processo di Eliminazione



Distruzione Decadimento Decomposizione Eliminazione.
La forza attiva (VITA) agisce sulla forza neutralizzante (FORMA) decomponendola e riducendola a materia inerte.
Questo processo è un'ottava discendente che, raggiunta la sua fine, non procede oltre, quando i prodotti di scarto dell'eliminazione vengono rilasciati questi non possono essere riutilizzati ulteriormente se non da un livello inferiore, come ad esempio il mondo vegetale. Una delle ragioni per cui l'ottava di eliminazione non ha ulteriori sviluppi è che la sua energia è esaurita quasi completamente, avviene una graduale perdita di vibrazioni giungendo, come risultato, alla forza che nella triade ha il livello di vibrazioni minori; non vi sono altre vibrazioni da utilizzare nel processo, dal grafico si capisce questo molto chiaramente dalla diagonale discendente delle frorze.

Il processo di eliminazione è un processo essenziale e necessario per il corretto sviluppo di qualunque formazione. E' collegato ad altri processi che devono liberare il materiale di scarto derivante dal loro svolgersi, così è chiaro che gli escrementi sono il risultato del processo di digestione del primo nutrimento, il cibo, o la rimozione di una crosta da una ferita è l'eliminazione del processo di guarigione, se vi è un processo di malattia l'assimilazione delle sostanze da parte dell'organismo è più difficile e, non funzionando correttamente il processo di digestione, vi è un eliminazione eccessiva (diarrea o vomito).

Ogni parte della macchina umana ha la sua forma di eliminazione, il centro istintivo con gli escrementi, il sudore, le cellule morte ecc. Il centro motorio attraverso l'attività fisica e l'immaginazione (in collegamento con il centro intellettuale), il centro intellettuale il parlate inutile (verbale o interiore). Il centro emozionale attraverso il riso o il pianto, le emozioni negative sono il risultato di un processo di crimine delle impressioni non digerite.

A seconda della qualità della materia che introduciamo in noi e della nostra condizione, avremo differenti tipi di eliminazione, così ad esempio mangiando del cibo scaduto, l'organismo entra in un processo di malattia e lo rifiuta, se mangio del cibo buono e che è particolarmente utile alla mia salute avrò maggiore energia ed una macchina sana poiché il processo di digestione mi ha permesso di assimilare ciò di cui ho bisogno e di eliminare le parti inutilizzabili.
Un cibo che ingeriamo inconsapevolmente in continuazione sono le impressioni; a seconda del tipo e della nostra capacità di digestione (che possiamo modificare attraverso il Lavoro) avremo differenti tipi di eliminazioni. Un esempio è quando vediamo qualcosa che non ci piace, questa impressione entra in noi e viene rifiutata perché non siamo in grado di comprenderla (attraverso la falsa personalità) generando un processo di malattia (squilibrio), il risultato è che viene eliminata attraverso il parlare di qualcosa di sgradevole, attraverso il giudizio, l'accusa e la lamentela, azioni che tutti noi conosciamo benissimo. Questa eliminazione è collegata alla non digestione e quindi all'innescarsi del processo di malattia o crimine, che rende l'energia inutilizzabile generando la necessità della sua eliminazione. In questo frangente però quello che eliminiamo è malato e risente del centro artificiale delle emozioni negative riproponendo la nostra interpretazione delle impressioni ricevute in maniera distorta.
Questo è quello che accade nella nostra programmazione, ma quando una persona inizia a lavorare su di sé la conoscenza che riceve dalle idee del sistema serve per raffinare i propri organi di percezione e, un'impressione potrà essere compresa e digerita; questo significa avere la possibilità di "scomporre" l'impressione nelle sue componenti e poterle digerire (comprendere), assimilando così le "materie" presenti in essa necessarie alla nostra vita ad un livello diverso.
Ciò che a questo punto viene eliminato non è più la sostanza pesante del processo di malattia, ma una più raffinata ed essenziale. Avendo compreso perché una persona agisce in un certo modo non esprimeremo più un giudizio su di essa ma potremo spiegare perché le cose accadono in un certo modo, questo materiale è utile e necessario ai livelli più bassi (principio di scala), che in questo senso sono le persone che vogliono lavorare su di se e attraverso queste materie possono comprendere a loro volta il perché delle cose.

Così comprendere la meccanicità di qualcuno non genera rancore ma compassione.
Quando eliminiamo dobbiamo fare attenzione a quello che "esprimiamo", il tipo di eliminazione ci aiuta a comprendere cosa la ha prodotta e cosa dobbiamo fare in futuro.

mercoledì 6 febbraio 2008

Il Processo di Creazione



Moltiplicazione, organizzazione, diversificazione. La forza VITA (attiva) agisce sulla MATERIA (passiva) riorganizzandola in qualcosa di superiore, e ottenendo una nuova FORMA (neutra) intermedia fra i due.

In questo processo la prima forza è anche la forza attiva che "agisce" sulla forza passiva per riorganizzarla con lo scopo di ottenere una nuova forma (terza forza).

Quando vogliamo costruire qualcosa partiamo da un'idea e iniziamo a cercare o raccogliere i materiali o le risorse di cui abbiamo bisogno. In questo punto l'ottava é discendente; dall'idea alla "realtà" incontriamo gli ostacoli che ridimensionano e rendono possibile la "creazione". Questi ostacoli derivano alle leggi che governano la trasformazione della materia in qualcosa di nuovo. Cercare i mezzi e le sostanze per realizzare un progetto ci porta ad incontrare le regole che dobbiamo rispettare. Così se decido di costruire un mobile devo tenere in considerazione il tipo di legno, i tempi e le scopo; queste sono leggi che"limitano" e "indirizzano" l'iniziale impulso attivo. Una volta che la VITA ha incontrato la MATERIA inizia il lavoro di realizzazione della FORMA. In questo punto l'ottava diventa ascendente, perché il risultato finale sarà una riorganizzazione della materia in modo farle avere un "valore" e "ruolo" superiore a quello di partenza, così un mobile finito avrà un valore ed un utilità superiore a quello del singolo pezzo di legno.

Il processo di Creazione però, analizzato come insieme, rappresenta comunque un’ottava discendente perché il risultato finale sarà comunque "inferiore" all'idea originaria, nel grafico la terza forza come FORMA ha un livello di vibrazioni e di energia inferiore allo stimolo di partenza la VITA. Questo processo ci permette di comprendere perché il risultato dei nostri sforzi è inferiore alle nostre aspettative, o a quello che avevamo "immaginato"; quando facciamo un progetto la prima forza risente della mancanza delle forze contrarie e ciò che pensiamo rappresenta solo un risultato ideale dei nostri sforzi. Possiamo ve ere come la conoscenza del processo di creazione ridimensioni la forza attiva e ci permette di arrivare agli intervalli nel processo di creazione con maggiore consapevolezza e possibilità di colmarli senza deviare in ottave laterali. Per comprendere meglio possiamo fare un esempio di un artigiano che decide di costruire un mobile e di un ragazzo che vuole costruire una libreria per la sua casa. Il ragazzo inizia il progetto partendo dalla sua idea limitata di come si costruisce una libreria pensando solo al risultato finale senza soffermarsi molto sui diversi aspetti della sua costruzione, questo per lui è uno stimolo sufficiente per la prima spinta: l’immaginazione. Va in una falegnameria e non sa che legno comprare, non avendo molti soldi ne compra uno a basso costo, compra gli attrezzi di base, martello, chiodi, vernice e pennelli ed inizia la costruzione. Molto probabilmente incontrerà moltissime difficoltà, ma se avrà la fortuna di non deviare l'ottava il risultato finale sarà di una pessima qualità ma probabilmente svolgerà la funzione di sostenere i libri.
L'artigiano da parte sua è già passato per l'esperienza dell'"inesperienza " e questo gli permetterà di organizzare differentemente il suo lavoro e ciò nonostante dovrà fare i anche lui conti con il materiale. L'artigiano sa come lavorare il legno e conosce i differenti procedimenti da seguire, ma non sa con che legno avrà a che fare o che tipo di difficoltà incontrerà nella lavorazione, questo genererà la differenza tra "l'idea" del mobile e la sua concreata realizzazione finale ma grazie alla sua conoscenza il risultato del falegname sarà superiore a quello del ragazzo e la possibilità di deviazione dell’ottava molto minore.

Questi esempi mettono in luce due aspetti del processo di creazione: il primo è che,
la forza contraria rappresenta la variabile del processo, quanto più la prendiamo in considerazione tanto meno il nostro risultato sarà influenzato da essa, anche se è impossibile eliminarla del tutto. Il secondo punto è che il processo di creazione è collegato ai successivi processi genera una catena. Questo si vede dall’esperienza dell’artigiano e anche nel ragazzo. Attraverso la realizzazione della sua “prima” libreria ha imparato qualcosa ha maggiore esperienza e potrà usarla in futuro in altri processi. Questa esperienza rappresenta una maggiore consapevolezza delle forze contrarie, anche se meccanica. Nella pratica questo può essere esemplificato dal fatto che il ragazzo avrà imparato che un tipo di legno è meglio di un altro, che se vuole fare un ripiano deve usare gli strumenti giusti e così via, se si troverà a costruire un'altra libreria la prima forza sarà differente perché avrà maggiore considerazione delle forze contrarie.

Riassumendo questa idea, la terza forza di un processo creativo rientra nel processo successivo come prima o seconda forza.
Così per il ragazzo la terza forza rientra nel processo come seconda, cioè l’esperienza detta le “leggi” allo stimolo (prima forza) per un altro processo. La libreria può rientrare nel processo come seconda forza nel momento in cui deve essere trasportata per essere messa in casa.
Un esempio di terza forza del processo creativo che diventa prima forza è il Raggio di Creazione dove i livelli di creazione successivi sono la prima forza del nuovo processo, ed aumentano il numero di leggi ad ogni passaggio. In questo si può vedere come il processo creativo è un ottava discendente perché il risultato finale ha un livello di vibrazioni, leggi, superiore allo stimolo iniziale.

La forza contraria introdurrà sempre un elemento di “rallentamento” delle vibrazioni provenienti dalla forza attiva, perché gli ostacoli che si possono incontrare non possono essere previsti completamente, il processo può solo avvenire nella “realtà”, quando avviene nella mente è solo immaginazione.

Una maggiore comprensione dell’idea che il processo di creazione è un ottava discendente la si può vedere nel fatto che ogni cosa che viene creata porta con se un numero maggiore di leggi come nell’esempio del Raggio di Creazione. Ad esempio la nostra libreria avrà bisogno di una certa manutenzione, dovremo spostarla e preoccuparci di buttarla via se non la vogliamo più, questo implica che abbiamo delle nuove ottave che si accompagnano al risultato del processo. Il livello di vibrazioni superiori rispetto alla seconda forza rappresentata dal legno grezzo porterà con se maggiori necessità di cura per il suo mantenimento.

Nel processo di creazione qualcosa di nuovo che prima non esisteva viene creato, se qualcosa che esiste già viene migliorato allora si ha un processo di digestione o raffinamento.

sabato 2 febbraio 2008

La Legge del Tre - Introduzione

Ogni cosa che accade, sia nel mondo che nell'attività umana, sia esterna che interna, è sempre la manifestazione di tre forze:

  • Attiva - Prima
  • Passiva - Seconda
  • Neutralizzante - Terza
Per comprendere la manifestazione della Legge del Tre, dobbiamo distinguere le tre forze in base alla loro natura e manifestazione, o successione delle forze in un evento che nel sistema prende il nome di processo.

La natura delle forze va studiata in relazione alla loro "composizione". Ogni forza è presa in considerazione rispetto alle altre con cui entra in connessione per la "realizzazione" di un evento o processo: la forza attiva è quella che ha il livello di energia e di vibrazioni più alto in relazione alle altre due forze. La forza neutralizzante ha un livello di energia e di vibrazioni intermedio, e la forza passiva è quella che ha il livello di energia e di vibrazioni più basso, Rodney Collin nella "Teoria delle influenze Celesti" le chiama VITA, FORMA e MATERIA, (pag 177 e ss.)
Ogni cosa può essere mediatrice di una forza o di un'altra, ciò che in un dato momento è mediatrice di una forza attiva il momento successivo può diventare mediatrice della forza passiva o neutralizzante. L'acqua di un fiume può essere forza attiva nel processo di erosione o forza passiva in relazione alla gravità.

Possiamo quindi dividere la natura delle forze in:
Attiva . VITA . maggiore energia . maggiori vibrazioni
Neutralizzante . FORMA . energia media . vibrazioni medie
Passiva . MATERIA . energia minore . vibrazioni minori

Secondo le loro manifestazioni, le forze si dividono in prima, seconda e terza. La prima forza è ciò che promuove l'azione, la seconda forza è ciò che oppone resistenza o subisce l'azione della prima forza e la terza forza è il fine, lo scopo o il risultato del processo.
E' importante notare che non consideriamo terza forza, nonostante essa determini il risultato della triade, e, come il catalizzatore in chimica rimane invariato dallo svolgersi della reazione, così anche la terza forza non viene mutata dal processo. Un esempio di terza forza sono i cardini della porta che determinano in che direzione la porta (seconda forza) ruota quando subisce l’azione della nostra spinta (prima forza), essi (terza forza) sono sempre stati lì, non li notiamo se non facendo uno sforzo di attenzione, e la loro presenza determina il risultato dell'azione. Questo spiega la difficoltà del processo del risveglio, non siamo consapevoli delle terze forze e non riusciamo ad introdurre quelle giuste nel nostro lavoro.

A questo punto è importante comprendere che in un processo il luogo della prima
forza può essere occupato sia dalla forza attiva che da quella passiva o da quella
neutralizzante, questa differenza nella qualità delle forze agisce nella triade ed è ciò che determina il tipo di processo. Senza l'azione delle tre forze nulla accade, la forza attiva e quella passiva da sole rimangono in uno stato di costante spinta e resistenza.

In base alla loro natura e alla loro manifestazione le tre forze i possono essere rappresentate nel modo seguente:



In ogni combinazione l’ordine di azione delle forze è differente ed in base ad esso si hanno differenti processi:
Creazione 1-2-3
Eliminazione 1-3-2
Crimine 3-1-2
Digestione 2-1-3
Guarigione 2-3-1
Rigenerazione 3-2-1

Dobbiamo sempre essere attenti e, attraverso l'uso del principio di scala e relatività, analizzare ogni evento indipendentemente. Solitamente non possiamo vedere l'azione delle tre forze nel momento in cui si manifestano, ma studiandole una volta che il processo è avvenuto possiamo iniziare vedere come si è manifestato e lavorare per comprendere la triade che lo ha generato.

Questo lavoro può avvenire solo in una condizione di “presenza”, attraverso il controllo delle parti meccaniche dei centri ed in particolare della mente formatoria.

Nel sistema, al fine di studiare le manifestazioni delle tre forze, quando agiscono attraverso questa assume nomi differenti:

Carbonio - quando è attraversata dalla forza attiva
Ossigeno - quando è attraversata dalla forza passiva
Azoto - quando è attraversata dalla forza neutralizzante
Idrogeno - quando non è attraversata da nessuna forza, quando cioè la materia è
analizzata non in relazione a una forza.

I nomi usati per identificare le materie non sono relazionati alla loro composizione chimica, sono usati per indicare una particolare di "condizione" della materia che viene osservata.
Questa è una delle espressioni del principio di relatività attraverso cui possiamo comprendere che non esiste un solo tipo di materia, ma ne esistono quattro, avremo quindi non solamente il ferro come materia, ma quattro tipi di ferro, il ferro mediatore di forze attive, di forze passive, neutralizzanti, e il ferro preso solo come idrogeno, come materia atomica, quella che possiamo leggere sulla tavola periodica degli elementi.
Ad esempio il ferro usato per compiere un lavoro è attivo in relazione alla materia su cui agisce, o il ferro che è lavorato, è passivo in relazione al fabbro che lo modella, o il ferro come idea di forza, è la terza forza per compiere degli sforzi.

Possiamo riassumere i principi della legge del tre che agiscono attraverso la materia dal punto di vista simbolico come :
Padre (Carbonio)
Madre (Ossigeno)
Figlio (Azoto)
Famiglia (Idrogeno)

Le tre forze entrano in tutte le scale della creazione, e attraverso lo studio della Legge del Tre ci rendiamo conto che ogni cosa accade in base a certe leggi, e che non possiamo comprendere fino a che non conosciamo queste leggi.
Ogni triade genera un evento, ed esso deve essere ricollegato al processo che lo rappresenta. Una successione di eventi procede in base ad una legge differente, la Legge del Sette.

venerdì 25 gennaio 2008

Le Funzioni

Il soggetto delle quattro funzioni (o quattro centri inferiori) dell'uomo genera spesso dubbi riguardo alla loro "catalogazione". L'osservazione delle funzioni è un passo importante e fondamentale nella conoscenza si sé. E' attraverso lo studio delle funzioni e delle loro manifestazioni che iniziamo a riconoscere noi stessi, a vedere quelle che sono le manifestazioni "errate" e "giuste" delle funzioni, quello che ci portiamo dentro, la nostra educazione e la nostra programmazione.
Per aiutare nel lavoro sulle funzioni pubblico una descrizione di quelle che sono le principali manifestazioni dei differenti centri con una descrizione del "centro artificiale" responsabile delle emozioni negative.
Spero che questo possa aiutare chi desidera conoscere di più su se stesso come terza forza per l'auto osservazione.
Un punto importante dell'osservazione è comprendere che non siamo in grado di osservarci per periodi lunghi, che dimentichiamo di ricordarci di noi stessi, questo è il potenziale che, se usato in maniera creativa, ci permetterà di generare la necessaria terza forza per intraprendere un lavoro più profondo e disciplinato.
L'osservazione è ciò che permette all'uomo di conoscersi e crescere.

LE FUNZIONI

EMOZIONALE

  1. Altruismo verso confronti le persone che ci circondano (altruismo sincero).
  2. Compassione per le persone che ci circondano.
  3. Rimorso positivo e reale.
  4. Il centro intellettuale entra in risonanza con le musiche che sente, la musica può essere il linguaggio del centro emozionale e lo guida in differenti condizioni.
  5. Ansia
  6. Paura
  7. Incertezza
  8. Indifferenza emozionale quando si prova una sensazione di svuotamento emozionale
  9. Eccitazione emozionale
  10. Condivisione gioiosa ad esempio quando ci troviamo in un luogo naturale

INTELLETTUALE

  1. Ragionamento.
  2. Comparazione, di due o più processi mentali al fine di trovare la soluzione.
  3. Formazione delle parole. La loro espressione e parte del centro motorio.
  4. Memoria intellettuale, di ciò che sappiamo a livello di nozioni conoscitive, come la storia, la letteratura, la storia, la filosofia.
  5. Comprensione di un libro.
  6. Scrivere una lettere, la creazione del testo, la scrittura è azione del centro motorio.

MOTORIO

  1. Aprire un mobile
  2. scrivere a mano o al computer
  3. camminare
  4. correre
  5. montare un mobile
  6. comprensione della meccanica delle cose.
  7. ingegneria comprensione delle meccaniche
  8. architettura comprensione delle strutture
  9. guidare il motorino o la macchina
  10. leggere

ISTINTIVO

  1. appetito
  2. crescita dei capelli delle unghie
  3. mantenimento della condizione fisica (funzioni interne di regolazione)
  4. la frizione di quando ci viene tagliata la strada quando guidiamo
  5. il sentirsi inappropriati
  6. il sentirsi giudicati
  7. ogni stato di disagio fisico
  8. la maggior parte delle emozioni negative è generata su stimolo del centro istintivo, ad esempio la paura è spesso legata ad una nostra proiezione in una condizione irreale di scontro o giudizio nei confronti del mondo che ci circonda, la paura di sostenere un esame è istintiva è una deviazione dell’istinto di sopravvivenza.
  9. guarigione da una malattia
  10. protezione del figlio

Il CENTRO che gestisce le EMOZIONI NEGATIVE è un centro artificiale, nato da una errata educazione si attiva quando riceve uno stimolo esterno che genera una difficoltà, un esame, una scoperta di qualcosa che dobbiamo sistemare, qualcuno che ci contrasta; la mala educazione a cui siamo stati soggetti fa si che l’energia che naturalmente si sviluppa da qualunque processo naturale di frizione, invece di andare nella direzione della risoluzione del problema come ottava ascendente, viene rilasciata, dispersa, in espressioni di emozioni negative, in delle ottava discendenti tipiche del processo di crimine:

  1. Giudizio negativo
  2. lamentarsi
  3. paura senza senso, paure nutrite intenzionalmente come quelle che siamo sicuri che non vogliamo affrontare o “non possiamo”
  4. ansie incomprese e nutrite intenzionalmente
  5. giustificare la propria negatività
  6. cercare le regioni per cui gli altri fanno qualcosa di sbagliato
  7. essere sulla difensiva, prevenuti di fronte alle espressioni di un’altra persona. In questo caso il problema e la non disponibilità a comprendere le espressioni di un’altra persona, spesso perché non conosciamo abbastanza noi stessi.
  8. Intransigenza
  9. differenti tipi di fobie, ad esempio xenofobie
  10. assenza di pazienza.





domenica 28 ottobre 2007

La legge del Sette (dell'ottava)

Differenti livelli di sviluppo seguono la Legge del Sette, cioè la legge che governa la progressione di tutti i "processi".

La comprensione della Legge del Sette ci permette di "scegliere" lo sforzo più adatto al momento e quindi al punto dell'ottava in cui ci troviamo.
Ogni attività è un ottava ascendente o discendente, riconoscendo le differenti fasi e svolgimento di queste ottave possiamo iniziare ad osservare i momenti in cui l'impeto iniziale che ha dato origine ad un determinato processo inizia a perdere il suo "slancio" ed entra in quello che nel sistema viene chiamato intervallo, un momento cioè in cui è necessario un aiuto per poter proseguire quello che stiamo facendo, per poter in questo modo, "colmare o superare" la difficoltà che potrebbero deviare il corso delle nostre azioni.

Un ottava ascendente è un ottava in cui il risultato del processo è qualcosa con un livello di vibrazioni superiore alla sua origine. Per semplificare il concetto possiamo dire che è qualcosa di migliore rispetto all'inizio del processo, può essere di migliore qualità o che dona maggiore libertà, ad esempio un bicchiere è il risultato di un processo di trasformazione del silicio in vetro, e il prodotto finale è di maggior utilità della semplice polvere da cui si è partiti. Un ottava ascendente richiede energia e, a mano a mano che l'ottava procede l'energia e l'attenzione che richiede sono sempre maggiori. Un miglioramento della qualità della propria vita è il risultato di varie ottave ascendenti.

Le ottave discendenti hanno come risultato qualcosa ad un livello di vibrazioni inferiore rispetto alla sua origine, e non ha bisogno di un grande dispendio di energie, così ad esempio rompere un bicchiere è semplice, ma un bicchiere rotto non ha più la funzione di prima, ed ha un "valore" inferiore alla sua origine. Dopo un ottava discendente ci troviamo sotto un maggior numero di leggi, così il bicchiere rotto ci costringerà a pulire o a rimanere con pericolosi vetri in giro con il rischio di farci male. Questo è un esempio del processo di crimine. Un ottava discendente ha bisogno di uno stimolo iniziale ma poi può procedere senza aggiunte di nuova energia perché la prende da ciò che consuma.

Le ottave ascendenti sono direttamente collegate a quelle discendenti, l'energia che viene impiegata in un ottava ascendente spesso è il risultato di ottave discendenti che avvengono in relazione al processo ascendente. Il vetro che serve per fare il bicchiere ha bisogno del fuoco per fondere, e il materiale che viene bruciato per produrre il fuoco rappresenta l'ottava discendente che cede l’energia necessaria alla realizzazione del processo creativo. Alla fine della lavorazione resteranno solo scorie del materiale consumato, di livello energetico e funzionale inferiore al materiale iniziale.

L'enneagramma è un simbolo che mostra come si svolge l'ottava e le relazioni interdipendenti che intercorrono nei diversi momenti del processo.

L'ottava si compone di tre momenti che corrispondono alle tre facce del triangolo. Anche i punti del triangolo hanno un significato.

L'ottava è distribuita lungo punti ben precisi della circonferenza e questi indicano la progressione nel tempo delle differenti fasi dell'ottava.

Nelle ottave ascendenti i tre angoli del triangolo segnano il punto in cui un'influenza esterna è richiesta, il vertice è il DO, lo stimolo iniziale, nell'intervallo MI-FA si trova un intervallo che deve essere colmato per permettere all'ottava di proseguire e non deviare e tra SOL-LA si trova il punto in cui in prossimità della fine dell'ottava dobbiamo iniziare a concentrare l'energia e l'attenzione (dobbiamo comprendere come avvicinarci alla fine dell'ottava in base all'esperienza maturata fino a questo momento e in previsione della fine) per giungere al momento più difficile dell'ottava che è l'intervallo SI-DO.

L'ottava si svolge nel tempo, ma le sue connessioni interne, evidenziate dall'enneagramma nelle sue linee interne si muovono "avanti e indietro" nel tempo collegando differenti fasi dell'ottava in modi specifici. La direzione delle forze all'interno dell'enneagramma è importante perché indica la direzione dell'energia nei differenti momenti temporali dell'ottava.

Questa è una prima introduzione alla legge del sette e all'enneagramma, spero di poter postare altro materiale quanto prima.
Buon lavoro.
E.

venerdì 28 settembre 2007

Il cibo di cui ci nutriamo

Nel sistema l'idea delle impressioni è molto importante.
Le impressioni sono un tipo di cibo di cui ci nutriamo quotidianamente, non potremmo vivere più di tre secondi senza impressioni e anche quando non ne siamo consapevoli le assorbiamo ogni momento della nostra vita. E' importante comprendere che abbiamo una responsabilità in relazione alle impressioni; è come scegliere di mangiare un particolare cibo, se non è buono ci avveleniamo. Ma per quanto questo è semplice da comprendere in relazione al cibo, quando lo riferiamo alle impressioni è più difficile. Il mondo contemporaneo rigurgita informazioni tendenziose, esalta il qualunquismo e ci riempie di immagini irreali e menzognere che vanno a creare le nostre proiezioni, immaginazioni e speranze.
Quando pensiamo a qualcosa abbiamo sempre la tendenza a una forma proiettiva, associando il nostro desiderio con immagini e pensieri, frutto delle impressioni che abbiamo ricevuto.
Ad esempio ho potuto osservare come mentre stavo per raggiungere un attraversamento pedonale dove una macchina era parcheggiata, pensavo che sarebbe stato meglio passare dietro alla macchina così sarebbe potuta partire senza che la bloccassi al mio passaggio.. ma prima di arrivare alle strisce la macchina e partita, questo mi ha fatto pensare a come è vano il continuo proiettarsi in un futuro che non esiste e come la mia proiezione fosse totalmente collegata a quello che penso essere gusto o sbagliato.
Un giorno alle terme ho osservato il disagio nel non essere fisicamente come vorrei e mi sono domandato da dove giungeva questo attacco di considerazione interna, dall'immagine stampata nella mia mente di come dovrei essere. Non serve dilungarsi troppo sui limiti della società de delle psicosi dell'immagine alle quali siamo soggetti, esse sono il frutto di impressioni ricevute inconsapevolmente.
Il risultato del lavoro è la consapevolezza delle nostre realtà nei loro propri termini. Un lavoro costante di osservazione delle nostre proiezioni e dello sforzo di riconoscerle come immagini inculcate meccanicamente può aiutarci a generare la necessaria terza forza per scansare il pensiero associativo automatico ed usare il momento per tornare alla nostra realtà, nei suoi propri termini. E' importante domandarsi quando siamo davanti alla televisione o decidiamo di leggere qualcosa o di andare in certi posti che impressioni stiamo ricevendo, cosa queste mettono in moto e come ci nutrono.
Il lavoro su di Sé parte dall'assunzione di responsabilità del proprio mondo interiore ed esteriore e le impressioni sono il nostro cibo più importante.
Buon Lavoro.
E.

sabato 22 settembre 2007

Gli Atteggiamenti

Nel precedente post Ouspensky analizza l'idea del cambiamento dei punti di vista. Quando cambiamo i nostri punti di vista cambiamo il modo in cui reagiamo a ciò che ci accade ed inneschiamo la possibilità che, per stimoli uguali si producano risposte differenti.
La "creazione" o forse meglio costruzione di atteggiamenti nuovi, trasforma un diverso punto di vista in un'azione pratica, ed in una possibilità di essere più consapevoli ci ciò che ci accade.
Ma questo praticamente cosa significa? è facile perdersi nei cavilli intellettuali che ci portano a perderci in mille rivoli di immaginazione. La base all'idea del cambiamento di atteggiamento è che gli atteggiamenti sono delle disposizioni automatiche che abbiamo nei confronti di quello che ci accade, così di fronte nella situazione in cui in macchina qualcuno mi taglia la strada immediatamente reagiamo come siamo abituati, evocando gli stessi atteggiamenti e manifestazioni di sempre, quando qualcuno ci disturba o quando siamo lodati, ognuna di queste espressioni è codificata in maniera automatica e interpretata in maniera altrettanto automatica al ricevimento dello stimolo.
La base da cui partire per cambiare i propri atteggiamenti è: perché dovremmo cambiarli?. L'idea del lavoro su di se è quella di divenire consapevoli di noi stessi in maniera da essere gli artefici delle nostre azioni piuttosto che i burattini delle "istruzioni" che abbiamo assimilato in maniera automatica durante il periodo formatorio della nostra infanzia.
Per fare si che un comportamento automatico ci si riveli dobbiamo contrastarlo in maniera intenzionale, in questo modo possiamo iniziare a vederlo attraverso la nostra opposizione ad esso, vediamo dove ci spinge e le ragioni che lo alimentano.
Il lavoro sugli atteggiamenti non implica solo un lavoro di cambiamento delle risposte, ma un profondo lavoro sulla comprensione, infatti se modifichiamo semplicemente le nostre manifestazioni ma senza comprendere quello che facciamo e perché lo facciamo, rischiamo quello di cui Ouspensky parla quando ammonisce dal pericolo di eliminare i respingenti senza porre la volontà al loro posto. Così nella società attuale siamo circondati da circoli buonisti che parlano di amore e solidarietà e che non capiscono il senso profondo di giungere ad un reale altruismo, scimmiottano degli "stupidi santi" che se creduti arrecano più danni di chi chiuso nel suo egoismo non condiziona intenzionalmente la vita di chi gli sta intorno.
Quindi quando lavoriamo sull'osservazione e cambiamento di un atteggiamento dobbiamo comprendere quanto più chiaramente possibile quello che stiamo facendo, ed investigare, chiedere ed osservare in maniera tale da crescere con le nostre scoperte ed avere ad un certo punto la forza e la comprensione che possono alimentare il passo successivo; questa forza e comprensione apparterranno a noi indissolubilmente perché frutto della nostra esperienza reale. In questo il tempo è un fattore determinante, il cambiamento richiede tempo, per l'osservazione, per la formulazione e per la sperimentazione. La base del lavoro sugli atteggiamenti è ricordarsi di chiedersi e seguire la domanda: Come mi sto manifestando in questa situazione? o per non farla così aulica, Cosa sto facendo? e far seguire a questa domanda l'osservazione, l'attenzione divisa tra la nostra espressione e Noi stessi. Questa è la base del ricordo di Sé questo e il lavoro nel suo embrione sviluppo e maturazione.
Il motore di tutto questo è e deve essere il centro emozionale, attraverso un lavoro di osservazione però noterete che, nella condizione ordinaria dell'uomo, il motore che è prima forza al centro emozionale è prevalentemente il centro istintivo, che è quello in cui passiamo la maggior parte del nostro tempo e che, quando viene irritato, usa il centro emozionale per eliminare la frizione che viene generata dalla sua falsa condizione di squilibrio.
Se colleghiamo all'osservazione e all'espressione di manifestazioni differenti del centro emozionale attraverso la gioia e il piacere di essere qualcosa di nuovo e di diverso, e quindi entrare finalmente nel reame delle potenzialità nascoste dell'uomo, allora avremo iniziato ad usarlo in maniera corretta facendogli fare il lavoro che gli compete.
Un altro punto molto importante che credo ribadirò innumerevoli volte nei miei scritti è che il lavoro non serve per guadagnare poteri particolari, come la lettura del pensiero o la telecinesi, il lavoro serve per renderci Uomini, per farci passare da un livello di vita automatico e irreale (basta guardare i modelli e gli ideali che ci vengono comunicati) ad un livello di esistenza consapevole. Questo praticamente vuol dire che se siete padri o madri diventerete veri padri o madri e inizierete ad osservare i vostri figli e a comprenderli attraverso la comprensione di voi stessi, e a non educarli secondo i principi della mente formatoria ma secondo il buon senso e la comprensione. Se siete lavoratori scoprirete il mondo in cui vivete, e lo potrete arricchire o lasciare senza che le paure e le insicurezze siano il vostro giudice. La consapevolezza è l'arte del vivere e la scienza dello scoprire.
Spero che tutto questo vi sia utile.
Buon Lavoro.
E.
Dalla Quarta Via pag. 171
Giusta comprensione richiede giusto atteggiamento. Dobbiamo comprendere di non aver controllo, di essere macchine, che ogni cosa accade. Ma il semplice parlare di ciò, non cambia questi fatti. Cessare di essere meccanici richiede qualcos'altro e, prima di tutto, richiede un cambio di atteggiamento. Una cosa su cui abbiamo un certo controllo sono i nostri atteggiamenti: atteggiamenti verso la conoscenza, verso il sistema, verso il lavoro, verso lo studio di se, verso gli amici e così di seguito. Dobbiamo comprendere che non possiamo 'fare', ma possiamo cambiare i nostri atteggiamenti.
Gli atteggiamenti possono essere assai diversi. Per il momento ne prenderemo soltanto due: positivo e negativo, non nel senso di emozioni positive o negative, ma riferendoci alle parti positive e negative del centro intellettuale; la parte che dice sì e la parte che dice no, cioè approvazione e disapprovazione. Questi sono i due atteggiamenti principali. E' importantissimo riflettere sugli atteggiamenti perché spessissimo assumiamo un atteggiamento negativo verso cose che possiamo comprendere solamente con un atteggiamento positivo. Può accadere, per esempio, che la gente assuma un atteggiamento negativo verso qualche cosa connessa con il lavoro. Allora la loro comprensione cessa ed essi non possono comprendere nulla finché non cambiano il loro atteggiamento. Dobbiamo avere atteggiamenti positivi in alcuni casi e atteggiamenti negativi in altri, perché spesso la mancanza di comprensione è causata da un atteggiamento sbagliato. Esistono parecchie cose nella vita che non potete comprendere a meno che non abbiate un atteggiamento negativo sufficientemente buono verso di esse, perché se le osservate positivamente non comprenderete mai nulla. Se un uomo studia la vita, egli deve arrivare a conclusioni negative, perché nella vita ci sono troppe cose sbagliate. Cercare di creare soltanto atteggiamenti positivi è altrettanto sbagliato che avere soltanto atteggiamenti negativi. Tuttavia alcune persone possono avere un atteggiamento negativo verso ogni e qualsiasi cosa, mentre altre cercano di coltivare un atteggiamento positivo verso cose che richiedono un atteggiamento negativo. D'altra parte, come ho detto, nel momento in cui avete un atteggiamento negativo verso cose che si riferiscono al lavoro, alle idee, ai metodi e alle regole del lavoro, cessate di comprendere. Potete comprendere, a seconda della vostra capacità, soltanto fino al punto in cui siete positivi.
Ma ciò si riferisce solamente agli atteggiamenti intellettuali. Nel centro emozionale, gli atteggiamenti negativi emozionali significano identificarsi.