domenica 6 maggio 2007

Gli Esercizi 2

Una considerazione riguardo agli esercizi è comprenderne il fine.
Fare un esercizio non è lo scopo del Lavoro, essi sono lo strumento attraverso il quale ci rinforziamo intenzionalmente in una data area.
Gurdjieff da molta importanza all'idea che, quando facciamo un esercizio dobbiamo concetrarci completamente su di esso, dobbiamo dimenticare tutto il resto. Questa "concentrazione" (non identificazione) ci aiuta a vedere ed analizzare in maniera specifica il soggetto del nostro esercizio. Possiamo figurarci questa idea come lo sforzo di esercitare una parte per renderla più forte, esattamente come in palestra rinforziamo i muscoli con esercizi specifici.
Lo scopo degli esercizi è quello di rendere più forte una parte di noi che adesso non siamo in grado di usare, e permetterle di iniziare ad apparire e a lavorare nella nostra vita quotidiana.
Così con il, tempo di fronte agli stessi stimoli impariamo a ragire in maniera differente, e nel tempo, a essere presenti ad essi. Attraverso la presenza possiamo osservare a quello su cui individualmente dobbiamo lavorare, e creare così eserizi specifici per il nostro lavoro.

sabato 5 maggio 2007

Gli Esercizi

Gli esercizi sono uno strumento fondamentale del lavoro su di se, attraverso di essi possiamo rinforzare differenti aspetti del nostro essere e costruire la nostra vera personalità.
E' chiaro se prendiamo un esempio: se desidero imparare a ballare devo iniziare a fare determinati esercizi per rinforzare le parti del corpo che in futuro dovrò educare per poter ballare e realizzare le coreografie che desidero interpretare.
Gli esercizi svolgono proprio questa funzione, sono creati e usati per assolvere un fine preciso, aiutare a formare, rinforzare e armonizzare delle parti specifiche.
Questo ci fa comprendere il perché gli esercizi devono essere specifici, dobbiamo sapere il perché di quello che stiamo facendo, se sono vaghi non porteranno da nessuna parte e non potranno generare la necessaria energia per permetterci di mantenere lo scopo che ci siamo prefissi.
Questo introduce l'idea dell'atteggiamento nei confronti degli esercizi. E' importante avere un desiderio abbastanza forte o, come Gurdjieff dice, la necessità del proprio autoperfezionamento perché qualcosa di reale accada. Per tornare all'esempio della danza, se il mio desiderio di danzare è solo per svolgere una qualunque attività che tenga attivo il mio corpo provato dalle lunghe ore di lavoro passate in ufficio, allora la mia determinazione a fare degli sforzi sarà minore; se il mio insegnante mi chiede di tronare per un giorno in più a lezione o di fare esercizi tutti i giorni, probabilmente dopo un certo periodo lascerò le lezioni e cercherò qualcuno che spinga meno. Se invece il mio desiderio è quello di diventare un ballerino, allora sarò disponibile a fare esercizi ogni giorno per molte ore la giorno, e ogni nuova possibilità, ogni cosa che può accrescere la mia preparazione sarà ben accetta.
Questo esempio ci aiuta a puntualizzare il differente atteggiamento di fronte all'idea di lavorare su di Sé. Chiunque abbia mai avuto questo desiderio deve domandarsi se questo è un lazzo o una necessità; quanto e come è disposto a lavorare su di sé è la principale riposta a questa domanda, ed è una risposta pratica che si esprime in una lavoro reale, non in un semplice "parlare" di quanto il lavoro sia importante.
Quest'ultima idea evoca un pensiero associativo riguardo al finto lavoro. Molti "finti" maestri si impossesano di questa idea del "super sforzo" e del "donarsi al lavoro" come strumento di dominio sui loro allievi. Intimandoli di non fermarsi nello sforzo e di donarsi completamente al lavoro portano, coloro che sinceramente credono e cercano consiglio, a servire gli scopi del maestro e a soddisfare le sue necessità. Purtroppo questi "maestri" non vogliono l'evoluzione dei loro allievi, e spesso nemmeno se ne rendono conto. E' importante, per ogni persona che abbia la necessità di lavorare su di Sé, di non dimenticarsi che il risultato del lavoro deve essere un miglioramento concreato espresso da una maggiore capacità di vivere consapevolmente il proporio mondo interiore. Nessuna "cieca" forzatura rappresenta il Lavoro, in ogni richiesta di fare un sforzo per il raggiungimento di un fine l'individuo deve essere lasciato libero di scegliere, quando viene forzato anche in maniera indiretta da un ambiente condizionato dal dominio femminile, il risultato del "Lavoro" non sarà mai completamente frutto e proprietà di chi ha fatto lo sforzo, è per questo che organizzazioni squilibrate hanno la tendenza a creare persone identificate con l'organizzazione e la sua appartenenza piuttosto che individui indipendenti e in grado di trasmettere il melgio di loro, solo perché sono individui migliori.
Tornando agli esercizi, è importante sapere a cosa servono e cosa vogliamo sviluppare usandoli, vi sono differenti serie di esercizi che possiamo usare e approfondire: emozionali, istintivi, motori, di percezione di sé e ricordo. Ogni persona deve poi, con il tempo, e grazie alla conoscenza di se diventare più percettiva rigurado alle parti di se che vuole scoprire e su cui desidera lavorare.
Con questo arrivo alla fine; un esercizio per essere reputato un buon esercizio non deve essere semplice e non dobbiamo essere in grado di farlo semplicemente. Se un esercizio che mi sono dato o che mi è stato dato sono in grado di farlo senza problemi, se non genera nessuna dificoltà probabilmente non è quello che mi serve in quel momento, possso forse usarlo come strumento di ricordo, ma perché un esercizio porti dei risultati deve esserci un lavoro di apprendimento, devo imparare a fare degli sforzi che prima non facevo, le difficoltà e l'atteggimento di fronte alla frizione di fare qualcosa che non so fare è esattamente ciò che fa la differenza nel lavoro. Chi ha la necessità di lavorare su di Sé e ha compreso la sua condizione e potenzialità sarà ben lieto, per quanto difficile possa essere, di sforzarsi per raggiungere il fine che si è preposto, ma chi in realtà non ha una reale necessità di crescita inizierà a trovare scuse e respingenti per aggirare lo sforzo degli esercizi. Non c'é nulla di male in questo, è importante sapere cosa vogliamo e su cosa ci inganniamo, ogni individuo segue quello che è, e cambiare richiede qualcosa che non può e non deve essere imposto. Chi veramente desidera qualcosa per sé, chi è un "vero egoista", non si identifica con gli altri in base quello che sono, ma pensa e come crescere e dare il meglio di sé in ogni circostanza.