domenica 6 maggio 2007

Gli Esercizi 2

Una considerazione riguardo agli esercizi è comprenderne il fine.
Fare un esercizio non è lo scopo del Lavoro, essi sono lo strumento attraverso il quale ci rinforziamo intenzionalmente in una data area.
Gurdjieff da molta importanza all'idea che, quando facciamo un esercizio dobbiamo concetrarci completamente su di esso, dobbiamo dimenticare tutto il resto. Questa "concentrazione" (non identificazione) ci aiuta a vedere ed analizzare in maniera specifica il soggetto del nostro esercizio. Possiamo figurarci questa idea come lo sforzo di esercitare una parte per renderla più forte, esattamente come in palestra rinforziamo i muscoli con esercizi specifici.
Lo scopo degli esercizi è quello di rendere più forte una parte di noi che adesso non siamo in grado di usare, e permetterle di iniziare ad apparire e a lavorare nella nostra vita quotidiana.
Così con il, tempo di fronte agli stessi stimoli impariamo a ragire in maniera differente, e nel tempo, a essere presenti ad essi. Attraverso la presenza possiamo osservare a quello su cui individualmente dobbiamo lavorare, e creare così eserizi specifici per il nostro lavoro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non sono un seguace della Quarta via in quanto opera letteraria, ma dai pochi brani che ho letto quà e là mi rispecchio in certe affermazioni, le ritengo cioè giuste.Credo che si dovrebbe però stare attenti nella "lettura" di opere, le quali, per loro natura, si possono sempre rivelare essere frutto di un determinato tempo e contesto storico.Credo che si possa affermare ciò proprio basandosi su una delle poche frasi di Ouspensky che ho letto, tratte forse da un opera in cui parlava del suo amico/maestro, quando mi pare conobbe Gurdjeff.il maestro disse "non credete a nulla di quello che sapete, e credete solo a quello che comprendete"....un approccio troppo attaccato a dei semplici consigli o testi può non portare a buoni frutti, il vero senso di un esercizio si raggiunge quando si è compreso il lato vero di quest'ultimo, e cioè la possibilità effettiva di essere già quel tipo di persona, solo in potenza anzichè in atto.Questo è semplice da capire, il difficile è riuscire a continuare a fare la stessa vita DOPO essersene resi conto, perchè la domanda è:se lo ero anche prima ora come sono?Qual'è la vera differenza?

Bisognerebbe "interiorizzare" le proprie capacità, cioè sforzarsi di essere se stessi il + possibile per il semplice fatto che altrimenti si rischia di essere cambiati, anche "inconsapevolmente"...la realtà + dura da accettare credo sia infatti la possibilità che l'uomo possa fare tutto, senza alcuna sorta di limiti...kmq a parte kueste riflessioni dovresti inserire nel blog anche commenti + personali, altrimenti di esercizio ne fai poco....come hai scritto tu, il vero esercizio si esegue nell'atto stesso di esercitarsi....tanto vale esternare il lato + interno della tua consapevolezza anche verbalmente no?

Io seguo una linea di principio un po diversa(forse, come ripeto non mi sono poi tanto documentato) ma se ti interessa dire la tua puoi lasciarmi un post quì ^ ^

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Keep tryin'!!!