lunedì 26 gennaio 2009

Domanda aperta

Mi piacerebbe aprire una discussione, ispirata dagli ultimi commenti che sono stati postati, che parte da una domanda aperta a tutti i lettori del blog.

La domanda è, in relazione ad una tematica che sembra essere molto importante in relazione ad un lavoro su di sé in generale:

Che cosa è secondo te (lettore) un Maestro, quali sono le sue caratteristiche, se ne ha, le sue peculiarità, la sua natura, la sua conoscenza, se ne deve avere, su cosa questa si dovrebbe fondare, quale dovrebbe essere il suo approcio ai suoi studenti o a chi lo interroga o a chi non lo interroga, cosa lo definisce.


Questi sono solo alcuni punti se ve ne sono altri per favore fateli presenti. Mi piacerebbe però se la discussione si focalizzasse sull'entità, sull'idea di cosa è o non è un Maestro, lasciando in un secondo tempo e ad altra discussione la questione di quanto sia giusto o meno seguire un Maestro e soprattutto con che atteggiamento porsi.

Vi rignrazio per ogni vostro punto di vista, l'obiettivo non è trovare una risposta assoluta ma sondare i diversi aspetti della questione che ognuno di noi si trova o si è trovato ad affrontare nel suo percorso ed esperienza.

Enzo

venerdì 23 gennaio 2009

Lettera a Savonarola

Salve a tutti,
una interessante immagine che è venuta fuori dagli ultimi scambi con James è stata di come possiamo sentirci come Troisi e Benigni quando scrivono la lettera a Savonarola in "Non ci resta che Piangere", dunque mi è sembrato carino postare questo pezzo meraviglioso del cimena Italiano.



Voglio anche dire che sono molto contento che vi sia stato un sincero chiarimento con James, e che non ha più senso la moderazione dei commenti, che ho tolto.

Enzo

martedì 20 gennaio 2009

Pagina dei commenti aperti #2

Questa è la nuova pagina dei commenti aperti. In questa pagina si possono postare commenti non collegati ai soggetti dei post o che sono la prosecuzione di discussioni iniziate in vecchi post, o che semplicmente sono pensieri e opinioni che volete scrivere e comunicare.

Enzo.

giovedì 15 gennaio 2009

Nuova Traduzione, Il senso della Vita

Vorrei segnalare una nuova traduzione che è stata pubblicata sul sito vivereilmiracoloso.com grazie all'aiuto di Nisha Maggioni del Gruppo If. E' un estratto del testo da cui è stato tratto il pezzo sull'Ipnosi. E' molto interessante per cui invito tutti a leggerla.
Buona lettura,
Enzo - Detto Dhen-Zho (Bonzo Mongolo errante.. ahaha..)

(Originariamente letto come “Emozioni pure ed impure”)
Quale è il senso della vita? Ci sono molte opinioni su questo argomento. “Essi” (le persone in genere ndr.) dicono: è per perfezionare il sé, o il sacrificio del sé, o una preparazione per la vita futura, o un miglioramento dell’umanità, o persino che non ha nessun senso. Tutte queste opinioni cercano il significato della vita fuori della vita stessa. Bisogna guardare dentro se stessi. Il vero senso della vita è “connaissance” . Tutta la vita, tutte le esperienze, portano alla “connaissance”.

Il mondo è tutto ciò che esiste. L’uomo, nel suo divenire conscio, diventa conscio di se stesso e del mondo di cui è parte. La funzione della consapevolezza è di diventare consapevole dell'esistenza di sé stesso nonché dell'esistenza del mondo. La propria relazione con se stesso e con il mondo – questa è “connaissance”, o conoscenza.

Tutti gli elementi della psiche dell’uomo – percezioni, sensazioni, concetti, idee, emozioni, creazione, sono strumenti di conoscenza. Tutte le emozioni, dalla più semplice alla più complicata – religiosa, morale, artistica – sono tutti strumenti di conoscenza.

Secondo la teorie della “lotta per l’esistenza” è la sopravvivenza del più forte che crea l’intelletto e le emozioni, e questi servono la vita, infatti non sono casuali. Hanno un ruolo nella creazione e sono il prodotto di un'intelligenza di cui non conosciamo nulla; e conducono alla conoscenza. Ma non discerniamo la presenza del razionale nei fenomeni e nelle leggi della vita. Studiamo una parte e non il tutto. Quando comprendiamo che ogni vita è la manifestazione di una parte del tutto, si apre la possibilità di comprensione.

Per comprendere la razionalità del tutto è necessario comprendere il carattere del tutto, e tutte le sue funzioni. La funzione dell’uomo è la conoscenza; ma se non si comprende l’uomo come un tutto, non si comprende la sua funzione.

Le nostre vite separate sono la manifestazione di una entità più vasta. Un albero è una manifestazione del dominio psichico del regno animale. Le nostre vite non hanno altro senso se non quello del processo attraverso il quale acquisiamo conoscenza. Il processo di acquisizione della conoscenza non avviene solo attraverso l’intelletto ma attraverso tutto il nostro organismo e l’organizzazione della vita, della cultura e della civiltà. E noi acquisiamo la conoscenza di ciò che meritiamo di conoscere.

CONTINUA

venerdì 9 gennaio 2009

Il pensiero pernicioso

Ringrazio Andreja che anche dal confino ;oP rilascia nella rete delle interessantissime informazioni.. mi verrebbe da dire alle ombre interne ed esterne di meditare... è un pezzo che ci tocca tutti..
Buona lettura,
Enzo

" Il pensiero pernicioso e’ un pensiero incredibilmente rigido.
Fatemi spiegare cosa intendo. Una persona sospettosa e’ una persona che ha qualcosa in testa. Osserva il mondo con una aspettativa fissa e preoccupante, e cerca, solamente, con ossessione, di confermarla. Non verra’ persuaso ad abbandonare la sua idea o il suo piano per attuarla. Anzi, non prestera’ nessuna attenzione ai ragionamenti logici, a meno che non vi riesca a trovare qualcosa che confermi in qualche aspetto o dettaglio la sua idea originale. Chi provasse ad influenzare o persuadere una persona cosi’, non solo fallira’, ma se non fosse abbastanza furbo da smettere i suoi sforzi in tempo, diventera’ lui stesso un oggetto dell’idea perniciosa originale.."

....

"Le persone perniciose, in generale, non ignorano le informazioni; al contrario, le esaminano con grande attenzione. Ma lo fanno con straordinario pregiudizio, eliminando cosa non sia importante per loro supposizioni, e aggrappandosi a tutto cio’ che le confermi.
In piu’, il fatto e’ che, l’ignorare ed eliminare tutto cio’ che non confermi le loro presupposizioni, e’ un processo attivo ed intenzionale. Lo fanno per principio, perche’ partono dal presupposto che tutto cio’ che non confermi la loro idea sia “pura apparenza”.
Cosi’, potranno dire che sono interessati a penetrare entrambi, la pretesa ed il superficiale; vogliono arrivare al cuore della materia, alla verita’ nascosta. Questo non dovrebbe interferire nel notare che questa verita’, invariabilmente, e’ esattamente quello che si aspettavano sin dal principio."

--David Shapiro, Neurotic Styles (Basic Books, 1965)

giovedì 8 gennaio 2009

I molti Io

Siamo formati da tante parti differenti e spesso opposte, coesistono in noi e si manifestano in differenti momenti. Nel negare la loro esistenza o nel cercare di rimanere solo su alcune si manifesta la nostra identificazione, pensiamo di essere solo in un modo o in un altro senza ricordare o vedere l'insieme e quindi il cambiamento a cui siamo soggetti. Anche quando ci rapportiamo agli altri pensiamo che siano solo la cosa che vediamo o pensiamo di vedere in quel momento, ma non ci accorgiamo che esistono molti più elementi che li costituiscono.
Quello che ci hanno insegnato, quello abbiamo vissuto, che siamo e ci stiamo vivendo determina la lente attraverso cui vediamo le cose, è un filtro che ci portiamo sempre dietro e attraverso cui leggiamo il mondo che ci circonda. Gli altri sono uno specchio e spesso non è facile vedere il riflesso di noi stessi in questo specchio.
Se facciamo leggere una pagina a cento persone diverse è facile che avremo cento interpretazioni differenti.
Gurdjieff in una delle sue conferenze dice:
"Non ci capiamo l’un l’altro perché viviamo in differenti sentimenti (emozioni). Lo stesso sentimento da le stesse comprensioni."
Ogni tanto camminando per strada incrocio delle persone che "a pelle" non mi piacciono, o che sono cupe in volto, provo quindi ad immaginarle mentre ridono, hanno il volto rilassato e sono in situazioni in cui altre persone stanno bene con loro, e questo mi è utile a vederle da un diverso punto di vista.

Buon lavoro,
Enzo

domenica 4 gennaio 2009

Buon 2009

Salve a tutti, un caro agurio di un buon 2009, buono nel senso che ritenete migliore per voi e per quello che state portando avanti.
Nel 2009 voglio dare una nuovo orientamento al blog e non usarlo solo, come è accaduto negli ultimi mesi, come link agli articoli pubblicati sul sito vivereilmiracoloso. Vorrei orientarlo maggiormente ad una discussione sulle esperienze del lavoro, che siamo verifiche del lavoro o del non lavoro. Nel caso ci siano articoli che mi interessa discutere o che interessano ai lettori questi (su richiesta di chi ne ha interesse) verranno inseriti nel blog e discussi, anche se sul sito si trova una sezione forum dove è possibile fare altrettanto, ma per gli aficionados del blog verranno ricopiati. Se vi sono esperienze che volete postare come articoli basta che facciate richiesta.
So che è molto difficile ma vorrei invitare i lettori che commenteranno sul blog a considerare la differenza profonda che esiste tra un confronto ed una polemica ad oltranza, per coloro che non sono d'accordo con queste idee e con il modo di portarle avanti espresso in questo sito ci sono varie opzoni, la prima è cambiare sito, la seconda è quella di considerare che ci possono essere persone che sono interessate ad uno scambio dialettico, la terza è quella di sforzarsi di proporre osservazioni aperte.
Mi ripropongo di lasciarre i commenti aperti fino a che reputerò che sia qualcosa di utile, poi verranno moderati se se ne creerà la necessità.
Buon lavoro e buon proseguimento, che il materiale postato sia di utilità a quanti lo leggeranno.
Enzo