giovedì 10 dicembre 2009

Estratto

Mi è stato inviato (grazie Maurizio) via mail un estratto dal libro di Friz Peters, ho piacere di condividerlo sul blog.
Buona lettura:

L’esistenza, così come viene comunemente vissuta, è una specie di letargo, soleva dire Gurdjieff. Per “risvegliarsi” occorre lavorare duramente su di sé, occorre compiere degli sforzi coscienti.
La sua è una visione del mondo e dell’uomo che può sconcertare ma, indubbiamente, anche affascinare. E’ come se aprisse uno spiraglio da cui si intravede la possibilità di conseguire la libertà. La libertà di “essere”.
Si pensi solo a quanto sarebbe diversa la vita se l’uomo potesse compiere i suoi gesti, i suoi atti, in modo consapevole e non trascinato dalla forza degli eventi; a cosa sarebbe la vita se l’uomo avesse la capacità di giudicare senza identificarsi, senza farsi travolgere dalle emozioni. Questo non significa, come molti potrebbero pensare, che sarebbe privo di sentimento, tutt’altro, sarebbe solo un essere sempre presente a se stesso e agli altri, un essere consapevole di ciò che avviene dentro e fuori di sé.
Gurdjieff pare invitarci a chiederci se comprendiamo chi siamo, che cosa vogliamo, perché soffriamo. Interrogativi che tutti noi, in un momento o nell’altro, ci siamo posti, ma ai quali raramente sappiamo dare una risposta “sincera”.
E Gurdjieff sembra insistere, punzecchiarci affinché la smettiamo di mentire a noi stessi e abbiamo il coraggio di guardare dentro di noi senza barare.
E’ un’impresa ardua quella che Gurdjieff chiede di fare ma, forse, vale la pena di tentare.

Fritz Peters - I miei anni con Gurdjieff

1 commento:

marcello ha detto...

Grandi libri quelli di Fritz Peter. Molto istruttivi. Regalatevelo per Natale!