giovedì 30 ottobre 2008

Pagina dei commenti aperti

Questa pagina ha lo scopo di servire come pagina dei "commenti aperti" per le discussioni, non è legata a nessun articolo.
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Divertitevi...

22 commenti:

Enzo ha detto...

Ahhah.. non sembra che vi siano osservazioni.. molto interessante. Beh lasciamo la pagina chissà che nel futuro non sia utile..

Ciao a tutti..
Enzo.

Anonimo ha detto...

Non ci sono commenti perche' questo sito e' assopito.
Dov'e' Minimo, James, dove sono gli scomodi "pistoloni".
Solamente quando interviene qualcuno a disturbare il sonno degli zombie della quarta via, bruciando i libri con la fiamma della loro bruciante esperienza personale, questo sito sembra riprendere vita.
Buon letargo.
Un "pistolone" come un altro,
Luij

Enzo ha detto...

Grazie Luij di aver rotto il ghiaccio, diciamo che speravo in qualcosa di più di un semplice giudizio, comunque è già qualcosa.. come succede spesso utenti come Minimo o James o in questo caso anche tu rispondete a degli stimoli, invece di proporre qualcosa, su qualcosa che è stato scritto su cui non siete d'accordo o che volete puntualizzare "con la fiamma della vostra bruciante esperienza".. benissimo Luij questa sezione del sito è proprio dedicata a questo.. quindi invece di giudicare, che è fin troppo semplice.. apri la discussione con la tua esperienza (tipo parlaci del tuo nonno :o) ), sei il benvenuto... ti prego solo di non orientare il discorso solo a quello che secondo te non va bene.
Grazie,
Enzo

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con E, in effetti questo continuo 'attaccare e difendersi' proprio di tutti gli insegnamenti passati e presenti, i quali non fanno altro che cercare nuovi modi per 'tagliarsi l'erba sotto i piedi' (come è stato detto da qualcuno che conosciamo, anche se indirettamente) non fa che distrarci da ciò per cui è utile l'insegnamento stesso, vale a dire almeno aiutare noi stessi e gli altri a sopportare un po' di più la nostra situazione ormai disperata. Per questo vorrei parlare di una questione che mi interessa parecchio, vale a dire i cosiddetti 'esercizi della Tool Box'. Secondo me questa idea è stata senza dubbio la migliore mai proposta dal sito, mi ha aiutato almeno ad osservarmi, ed in certi casi, cioè l'esercizio sulla 'presenza al cibo' a farmi provare dei brevi istanti di reale attenzione. Purtroppo non tutti gli esercizi mi hanno dato lo stesso impulso, finora l'esercizio sul cibo è stato quello che mi ha dato di più, quello sulle mani mi ricordavo di eseguirlo con la testa ma solo raramente riuscivo ad 'essere vivo dentro le mie mani'. Il terzo esercizio sul pensiero associativo invece mi ha fatto comprendere quanto sia meccanico il funzionamento della mente, e come il pensiero associativo in effetti sia del tutto incontrollabile, ma una volta trascorsa la settimana non ci ho più fatto caso, com'è naturale. Niente da dire sull'esercizio delle 'tensioni muscolari'. Il quinto esercizio sull'osservare le persone che parlano non mi ha dato nulla di particolare, ma non ricordavo di farlo spesso, infine l'ultimo esercizio sull'osservarmi in bagno mi rende anche oggi piuttosto indispettito, poichè non ricordo MAI di farlo... Vorrei sapere come mai mi pongo sempre in maniera diversa di fronte ai diversi esercizi, e come posso riuscire ad ottenere qualche risultato anche in futuro come mi è capitato nelle prime settimane.

A

Anonimo ha detto...

mi piacerebbe azzardare una risposta a questa domanda

" Vorrei sapere come mai mi pongo sempre in maniera diversa di fronte ai diversi esercizi, e come posso riuscire ad ottenere qualche risultato anche in futuro come mi è capitato nelle prime settimane.
"

secondo me impressioni diverse derivano dai diversi gruppi di "io" interessati in quei momenti, per i risultati, come mi era stato anticipato tempo fa, bisogna ingegnarsi per continuare quella linea di osservazioni inventandosi maniere leggermente diverse ogni volta visto che dopo un po ci si abitua e durante certe abilita' entra la meccanicita'.

Questa e' una mia libera interpretazione giusto per esprimere un mio pensiero a riguardo di queste impressioni, aspetto conferme e smentite da chi e' pratico

Kuri lo zombie della sesta strada =)

Enzo ha detto...

Ciao Andrea,
due osservazioni che ho fatto sugli esercizi:
La prima è di come le energie che impieghiamo negli esercizi di solito va a scemare. All'inizio sono una novità e questo rende, se vuoi, più facile metterli in pratica. E' come quando impariamo qualcosa di nuovo, siamo maggiormente interessati e questo ci serve per superare i primi ostacoli. Ma poi nel tempo vengono appresi dalle parti meccaniche e a livello emozionale passa l'idea della novità, il che li rende più "difficili", ci scordiamo di farli o li facciamo con poca attenzione.
Secondo, gli esercizi che sono suggeriti nella tool box lavorano su diversi centri, in questo senso ci sono alcuni centri con cui abbiamo maggiore dimestichezza per cui ci gli esercizi che li riguardano ci risultano più facili, mentre con i centri che abbiamo "meno sviluppati" abbiamo la tendenza a dimenticare.
Qualcosa che mi ha aiutato molto è quella di confrontarmi con altre persone sui risultati degli esercizi, su come si interpretano e cosa mettono in evidenza. Il fatto di sapere che ci sono altre persone che sono interessate alla nostra esperienza ci da un motivo in più per portarli avanti, e condividere la nostra comprensione ci apre a nuove esperienze.
E' importante in fine anche ricordare che lo scopo degli esercizi non è diventare bravi nel farli, ma usarli come interruzioni alla meccanicità del momento in cui siamo completamente assorbiti. E' utile ricordare anche perché si fanno gli esercizi e trovare il piacere e la gioia di essere tornati grazie a questa sveglia nel momento, questo cambia la terza forza dell'esercizio.
A presto,
Enzo

Anonimo ha detto...

M. Nicoll dice:
"La considerazione esterna è pensare agli altri."
Io avevo capito che la C.E. e' un modo di pensare e vedere le cose dal punto di vista di un altro,
non semplicemente "pensare agli altri".

"Quando siamo in uno stato di considerazione interna, (e questo è il nostro stato usuale), stiamo pensando veramente solo a noi stessi."
Dire che sia il nostro stato usuale e' un'altra generalizzazione, certo l'egocentrismo e' gran parte della nostra vita, ma ci sono molte eccezioni. Chi ha famiglia sa benissimo che un normale padre/madre si preoccupa sempre prima dei suoi figli e/o partner e poi di se' stesso. Senza nessun lavoro particolare.


"Tutti voi conoscete, certamente, coloro ai quali non si può parlare per un momento senza che inizino a dirvi quali problemi hanno, quale dura vita essi conducano, e così via, questa gente è rovinata, essi sono morti."
Qui mi sembra che sia esagerato ed anche che giudichi terribilmente senza sapere. Come si puo' dire che qualcuno sia morto solo perche' si sta lamentando? E se avesse veramente avuto dei problem seri, ed avesse sofferto? Mah. E la considerazione esterna qui come la applica?

"Voi sapete che il Lavoro dice che sono le emozioni negative che governano il mondo, non il sesso o il potere."
Questo non ricordo di averlo letto, sicuramente il mondo e' controllato dalla sete di potere piu' che dalle emozioni negative. Lasciamo poi stare il sesso.

Al caro e,
dicendo che l'opinione di luji e' un giudizio, anche quello diventa un giudizio...

caro Andrea,
parli di "attaccare e difendersi..."
Esprimere delle opinioni diverse non e' attaccare, e difendersi dipende dalle intenzioni di chi si difende.
Nel lavoro, come in tutte le altre situazioni, se non c'e' diversita' di opinioni e la possibilita' di esprimerle, le cose diventano stagnanti, dogmatiche ed autoritarie.
Attacco e difesa sono definite solo dal livello d'identificazione di chi scrive o legge.
Dici,"...vale a dire almeno aiutare noi stessi e gli altri a sopportare un po' di più la nostra situazione ormai disperata....".
Perche' cosi' drammatico?
Semmai sei come tutti gli altri esseri umani.
Tu senti il bisogno di 'lavorare' per conoscere te stesso e migliorarti, ma la tua situazione non e' cosi'disperata.
Questo e' il linguaggio preso in prestito da G. che cercava di scuotere e spaventare i suoi studenti (evidentemente aveva le sue ragioni).
Per ottenere un qualsiasi risultato e' utile, credo, cercare di avere una sensazione di se' stessi calma e neutrale. Troppa enfasi finisce per essere controproduttiva, si fanno le cose senza sapere il perche'.
La disperazione va compresa ed analizzata.

Riguardo agli esercizi,
suggerirei di usarne uno solo per un certo periodo di tempo.
Anche questo diventa un 'esercizio', potrete osservare che si vuole fare molto di piu'. Perche'?
Piu' esercizi si fanno piu' diventa impossibile osservare con attenzione (se questo e' lo scopo).
La tendenza naturale e' di cercare di farne molti, un po' perche' abbiamo fretta (siamo disperati), un po' perche' alla vanita' piace poter dire di fare molti esercizi, che ci si riesca o meno.

Se c'e' dell'utile in questo tipo di lavoro e' semplicemente nell'osservare, senza giudizio, quello che accade.
Nel momento che le cose diventano facili, l'esercizio ha perso il suo valore. Per questo vanno cambiati di frequente.

ciao a tutti

Anonimo ha detto...

Forse correro' il rischio di sembrare ridondante dopo cio' che e' stato gia' detto, in modo migliore, da Andreja... ad ogni modo:
La mia esperienza mi dice che la cosa piu' facile e' "etichettare" (me compreso). C'e' la tendenza a partire dal personale presupposto su cio' che e' giusto e cio' che non lo e'.
Piu' volte, nei vari "Gruppi" mi e' capitato di dare la mia onesta opinone e di venir bollato col timbro: "Giudizio".
Il dissenso e' bandito dai vari gruppi e siti proprio come questo qui. La risposta al mio stimolo lo conferma... e qui potremmo non finire mai "Hai cominciato tu, no tu , no tu...!"
Per anni i vari aspiranti guru mi hanno incoraggiato a pensarla come loro senza fare domande. Guardatevi dalle lusinghe di tali persone.

Il fatto che "E." sperava in qualcosa di piu' di un semplice giudizio, parte dal presupposto di parlare da un punto piu' elevato, guardando giu' al povero cristo che giudica.
Se si fosse liberi da dogmi, e sinceri riguardo a se stessi e ai propri scopi (ammesso che ci si conoscesse un minimo), ci si domanderebbe...
Questa E' la mia esperienza. Questo sito E' assopito se non fosse per l'introduzione della divergenza di idee. Questo E' utile per rimettersi in discussione (grazie E.).
Ma se pensate che gia' sapete (cosa?), e che siete gia' arrivati (dove?), allora forse e' tutto inutile.

Per quanto riguarda gli esercizi:
La mia esperienza, dopo aver 'lavorato' per anni con svariati esercizi e' che "lasciano il tempo che trovano" (espressione bizzarra lasciata impressa da qualche professore di liceo nella mia memoria):
Mi guardo le mani, ooooooohhhh!
Non mi ricordo di farlo, buuuuuuuuu!
Assaporo il cibo, aaaaaaaaahh!
Se vogliamo eseguire gli esercizi, bene!
Se non li vogliamo fare, bene!
A parte che ogni esercizio dovrebbe gia' essere una cosa normale da fare, (come osservare chi ti parla: grazie, il non 'fare' quest'esercizio ti rende solamente un gran maleducato!) ma quello che per me li rende assolutamente ininfluenti e quasi pericolosi e' la trappola delle aspettative. Ed ora una contraddizione (o no?): Secondo me gli esercizi (uso un'allegoria a voi familiare) sbeccano la punta della doppia freccia che indica verso l'esterno sebbene disegnati per lo scopo opposto. Essi incoraggiano 'l'intrattenimento' intellettuale.
Il credere di stare facendo qualcosa e' il trabocchetto piu' insinuoso.
La presenza accade. Arriva e se ne va. Sei presente, bene. Non sei presente, bene. La mia esperienza e' che quando essere presenti diventa meglio, si e' gia' chiuso un occhio al buon senso di rimanere all'erta, in caduta libera verso la completa cecita', pronti a far parte di un culto o setta qualsiasi.
Questa e' la mia esperienza.
Caro E. qual'e' la tua?
Te lo chiedo per la terza volta visto che ancora non hai avuto l'opportunita' di rispondere.
A parte scartabellare i libri, da dove hai tratto la tua esperienza?
Se e' vero che da soli non si puo' 'fare', con chi hai 'studiato'?
Perdonatemi il linguaggio diretto,vi parlo francamente dal vissuto, in fondo in fondo non sono tanto bellicoso, solo un pochino.
James

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti,
sono piacevolmente colpito da questa ‘pagina dei commenti aperti’, infatti leggere le vostre opinioni e suggerimenti mi ha effettivamente ‘spronato’ a ragionare su certe cose che non mi pare di aver mai preso in considerazione, tant’è vero che mi sono venute in mente altre domande da fare. In particolare ho trovato questa spiegazione abbastanza sensata e utile: “quando impariamo qualcosa di nuovo, siamo maggiormente interessati e questo ci serve per superare i primi ostacoli. Ma poi nel tempo vengono appresi dalle parti meccaniche e a livello emozionale passa l'idea della novità, il che li rende più ‘difficili’, ci scordiamo di farli o li facciamo con poca attenzione.” Devo dire che questo non vale solo per gli ‘esercizi della TOOL BOX’, ma per tutte le cose che ho intrapreso nella vita, solo in poche discipline riesco ad avere continui stimoli che mi permettono di non perdere l’entusiasmo per la disciplina stessa; e a questo punto la mia domanda è la seguente: esiste un modo per ‘non perdere l’entusiasmo’ (se così si può dire), in TUTTE le cose che facciamo, in tutte le esperienze che ci capitano, in tutte le ‘imprese’ che intraprendiamo? Una concentrazione speciale per fare in modo che anche le cose che facciamo ormai abitualmente abbiano ‘lo stesso sapore’ delle cose che stiamo imparando per la prima volta? Ho paura che sia una domanda un po’ pretenziosa, comunque grazie in anticipo!

A

Enzo ha detto...

Caro James,
sono d'accordo con te è facile etichettare e sicuramente è limitante. E' anche vero che impedire o cercare di limitare quello che gli altri dicono è una forma di dogma.
Ti posso dire che in base a quello che ho osservato ciò che guida le mie azioni è il fatto che, probabilmente per un mio limite e qualcosa che devo imparare, mi risulta difficile vedere in certi messaggi solo il desiderio di condividere la propria esperienza, ma mi sembra di notare più un tentativo di abbassare quello che si cerca di fare in questo sito, cioé di confrontarsi sulle idee del sistema della Quarta Via ma è vero anche che "le divergenze" sono un confronto. Personalmente mi sembra che una certa aggressività che sento in certi post derivi da esperienze difficili in vari gruppi che hanno lasciato molte cicatrici che forse bruciano ancora, e questo porta a pensare che questa esperienza nel blog sia la stessa e a rapportarsi ad essa come faremmo con il nostro ex maestro che ci ha deluso per la sua ingordigia.
Questo accade anche a me, rispetto a certi messaggi vedo chiaramente che una parte di me vuole difendersi da certe esperienze già vissute in passato e quindi attacca. E' vero che in questi post vi è modo di osservare varie cose delle mostre nature, e questo è il modo migliore di imparare dall'esperienza e respingere è qualcosa che ci impedisce di mettere in pratica quello di cui tutti stiamo parlando.
Io ho fatto parte di una scuola(?) il cui maestro si è manifestato cone un totale fallimento, ha perso se mai lo ha avuto tutto quello per cui le persone che lo seguivano stavano dando il meglio di sé, e anche il peggio talvolta. Non ho imparato da lui, quando mi sono avvicinato a lui sono scappato appena ho potuto perché ho visto che era solo un piccolo uomo avido. Ma ho imparato tantissimo dagli studenti con cui ho condiviso un cammino che è durato 10 anni circa. Ho incontrato persone incredibili che credevano nel lavoro e facevano del loro meglio per metterlo in pratica, che mi hanno insegnato ad osservarmi e a riconoscere le diverse parti di me, con cui ci siamo scazzati e persi, e poi anche reincontrati.
Questa esperienza mi ha fatto vedere molte cose e quando ho lasciato questa organizzazione ho pensato che sarebbe stato possibile ricostruire con altre persone che credono in questo lavoro la stessa forza e possibilità che si era creata con le persone con cui ho percorso un lungo cammino, ma in una forma nuova non dominante. Mi rendo conto che in base alle vostre osservazioni può non venire fuori questo tentativo di proporre un messaggio diverso, ma questa è l'idea alla base e questi scambi aiutano a costruirla.

Scusate la lunghezza.
Enzo
PS: mi firmo sempre Enzo come mai continuate ad usare solo E.? Vi ha toccato proprio questa cosa della E. (ok ok sto solo scherzando...)

Anonimo ha detto...

Queste sono parole dell'inimitabile, inconoscibile ed inconfutbile Dio della quarta via Giorgino Gurdjieffino, a parte le parentesi che purtroppo sono mie:
Domanda: "Cosa devo fare?"

Risposta:" Ci sono due modi di fare, per automatismo (il mio preferito devo ammettere), o per uno scopo. Scegli una piccola cosa che non sei in grado di fare e fanne il tuo il tuo scopo, il tuo dio.
Non lasciare che nulla interferisca (neanche la merenda!), mirate solo a quello, se riesci, allora mi sara' possibile darti un compito piu' grande.
Ora come ora hai gli occhi piu' grandi dello stomaco, miri a cose troppo grandi, non ce la farai mai. Cio' che ti svia dalle piccole cose e' che hai un appetito anormale (credo ancora che si riferisca alla merenda)! Distruggilo, dimenticati le grandi cose, datti l'obiettivo di vincere piccole abitudini."

Domanda: "Ricordo spesso il mio obiettivo, ma non ho l'energia per fare cio' che sento di dover fare."

Risposta:"L'uomo non ha l'energia per raggiungere gli scopi prefissati, perche' tutta la forza accumulata durante il riposo notturno, viene sprecata in manifestazioni negative (soprattutto se ha saltato la merenda), che sono delle manifestazioni automatiche, al contrario delle manifestazioni positive che sono volontarie (incomprensibile, e i tipi positivi allora?).
Per quelli che tra voi che sono gia' capaci di ricordarvi automaticamente il vostro obiettivo, ma non hanno la forza di attenervisi (questo e' per te Andrea): sedetevi da soli, per almeno un'ora; rilassate tutti i muscoli (non facile come sembra); lasciate scorrere le associazioni, senza farvene assorbire (praticamente lo zen!).
Dite loro," se adesso mi lasciate fare quello che voglio, piu' tardi vi concedero' quello che volete". Osservate le associazioni come se appartenessero a qualcun'altro, in modo da non identificarvi con esse.
Finita l'ora, prendete un foglio di di carta e scriveteci sopra il vostro obiettivo. Fate di questo foglio il vostro dio (con un piccolo altare e delle candele). Che nulla esista eccetto questo (a parte la merenda).
Mettetelo in tasca e leggetelo ogni giorno, in questo modo diventera' parte di voi, prima teoricamente e poi realmente.
Per ottenere energia, praticate l'esercizio che consiste nel restare seduti tranquillamente, con tutti i muscoli rilassati, come morti.
E soltanto quando tutto dentro di voi sara' calmo, al termine di un'ora (se siete ancora vivi e se vi siete calmati in solo un'ora), prendete la vostra decisione. Non lasciatevi assorbire dalle associazioni."

ciao a tutti
p.s. Enzo, se all'inizio dei tuoi commenti c'e' il nome E, e' normale che ti si chiami cosi'...

marcello ha detto...

Non ci sono commenti perche' questo sito e' assopito.
Dov'e' Minimo, James, dove sono gli scomodi "pistoloni".
Solamente quando interviene qualcuno a disturbare il sonno degli zombie della quarta via, bruciando i libri con la fiamma della loro bruciante esperienza personale, questo sito sembra riprendere vita.
Buon letargo.
Un "pistolone" come un altro,




I love you nottambulo.
Se vuoi unirti a me sei il benvenuto. Sto girando la Notte dei Pistoloni VIventi

Anonimo ha detto...

Caro Andreja,
grazie per aver riportato questa spiegazione, inoltre devo ammettere che il tuo 'humor graffiante' mi ha fatto sorridere più di una volta leggendola :-)
Ciao a tutti, alla prossima
A

marcello ha detto...

Risposta:" Ci sono due modi di fare, per automatismo (il mio preferito devo ammettere), o per uno scopo. Scegli una piccola cosa che non sei in grado di fare e fanne il tuo il tuo scopo, il tuo dio.
Non lasciare che nulla interferisca (neanche la merenda!), mirate solo a quello, se riesci, allora mi sara' possibile darti un compito piu' grande.
Ora come ora hai gli occhi piu' grandi dello stomaco, miri a cose troppo grandi, non ce la farai mai. Cio' che ti svia dalle piccole cose e' che hai un appetito anormale (credo ancora che si riferisca alla merenda)! Distruggilo, dimenticati le grandi cose, datti l'obiettivo di vincere piccole abitudini."


MA secondo te GUrdjeff cosa faceva per merenda? FOrse un panino al formaggio con un'ottava di insalata e due idrogeni di maionese?

Anonimo ha detto...

Per Andrea:
Se con “entusiasmo” vuoi dire “noi stessi” la mia risposta e’ si!
E’ possibile rimanere se stessi ed essere entusiasti di esserlo.
Approcciare la vita essendo contenti di essere come si e’, e’ gia’ una grande conquista. Questo non ha nulla a che vedere con le circostanze esterne ne con gli alti e bassi delle vittorie e dei fallimenti.
Quindi, in contrapposizione, non esiste la certezza di essere stimolati in ugual misura da TUTTE le cose, perche’ per noi cio’ non e’ possibile. Siamo come siamo e questo non puo’ cambiare.
Nel mezzo del cammin di nostra vita cerchiamo di trovare motivazioni. Quello che succede e’ che e’ molto piu’ facile cercare qualcosa in cui credere al di fuori della nostra semplice esistenza. Una volta convinti che esiste qualcosa al di la’ delle nostre proprie semplici percezioni, si diventa disposti a tutto pur di giustificare il proprio credo.
In soldoni: l’insoddisfazione e la non accettazione di essere come si e’ porta al credere in qualcosa che non esiste, e il cercare di spiegarlo e giustificarlo porta al mentire.
Se preferiamo immaginare che un giorno troveremo una formula magica in qualche struttura esterna a noi che ci dara’ delle qualita’ che ci cambieranno la vita, stiamo solo perdendo tempo. E' solo un modo come un altro per indulgere verso se stessi. (vedi attenzione divisa).
Buona Fortuna,

James

Enzo ha detto...

Salve a tutti,
vi voglio segnalare un testo che ho trovato on-line di un maestro zen che di chiama Suzuky. Non parla del lavoro della Quarta Via, ma del Lavoro, ho trovato nelle sue descrizioni dell'approcio al lavoro tante infomrazioni utili e sporattutto una visione molto ricca della condizione di chi porta avanti il lavoro. Ne consiglio la lettura a tutti, l'unica cosa è che il testo è in inglese, se ci sono persone che vogliono e possono tradurlo per chi non non sa l'inglese siete i benvenuti.
il link al testo è:
Not Always So

Buona lettura,
Enzo

Anonimo ha detto...

... E cosi' finalmente Enzo c'e' riuscito.
Ha finalmente instaurato il suo regime totalitario,
ha rimesso la moderazione, ha tolto i commenti immediati.
Un vero "Ducetto".
Ad Enzo non piace proprio non avere controllo. :-)

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti,
e’ un pochino che leggo questo blog, (lorena non sei piu’ sola!!!!!!!! :)))))
Molto interessante.
Dopo aver letto ‘frammenti di un insegnamento sconosciuto’ e ‘la quarta via’
quello mi ha colpita di piu’ era la possibilita’ di rendere le idee pratiche. Non avevo mai incontrato prima tale potenzialita’. Purtroppo mi sono presto arenata, ma arrivando qui ho preso una boccata di aria fresca. In questo sito ho trovato tantissimo materiale utile verso quella direzione.
Da quando lo studio di se’ e’ diventato la priorita’ nella mia vita, sono disposta a tutto per andare fino in fondo. (c’e’ un limite a tutto ;))))
La cosa che ho trovato piu’ appassionante e’ stato il confronto: alle volte un po’ duro ma... tutto e’ lecito in amore, in guerra e... nello studio di se’!!!!!!!!!!!!!!
Questa e’ la cosa che ha reso vivo questo sito e che ha ravvivato il mio interesse.
Senza il confronto, a volte nudo e crudo, tanto varrebbe rinchiudersi nel proprio eremo esoterico. Se non sono veramente vissute, tutte le parole scritte non sarebbero altro che corpi nelle proprie tombe.
Vi prego a tutti di continuare, e continuero’ a seguirvi.
Grazie Enzo, e grazie anche a tutti gli altri intervenuti, banditi e non.
C’e’ cosi’ tanto da imparare, se solo lo desideriamo:)))))))
Fede.

Anonimo ha detto...

ciao Federica,
ho scoperto solo ieri questa pagina...sono contenta che aumenti la presenza femminile, sono sicura che lo scambio di opinioni possa arricchirsi ulteriormente d'armonia, data da un equilibrio d'opposti. Non che i maschietti siano disarmonici, diciamo che sono solo più agguerriti...e va bene così...
anche per me il Lavoro è un aspetto fondamentale della vita, e particolarmente in questo momento mi aiuta molto...così come lo scrivere qui è un'esperienza interessante, attraverso la quale cerco di prendermi un pò meno sul serio...;-)
un caro saluto, Lorena

Anonimo ha detto...

vorrei dire una cosa a proposito del post di andrea sugli esercizi , post datato ma merita una puntualizzazione, quando vai in palestra se vuoi ottenere dei risultati veri prendi degli esercizi a caso
da schede di altri iscritti alla palestra o ascolti l'istruttore e segui gli esercizi che lui ti da appositamente per te e per il tuo livello di allenamento? ...
Per quando riguarda gli esercizi che vengono riportati
il questo blog la cosa si fa ancora più importante, come puoi sapere da solo quali sono gli esercizi importanti per te se non conosci te stesso e quindi di cosa hai realmente bisogno? Farli solo perchè descritti non serve a nulla, non sai realmente a cosa servano ne per chi siano indicati ... senza un "allenatore" che conosca ciò di cui hai realmente bisogno questi esercizi non servono a nulla
paolo

Anonimo ha detto...

ciao federica
solo una puntualizzazione che potresti trarre
anche dalla lettura di frammenti ...
il lavoro su di se non si fa da soli, non si può fare tramite sedicenti "dritte" trovate su di un blog ...
il lavoro su di se è possibile solo se si trova un gruppo di persone che vogliono anch'esse lavorare su loro stesse ed una guida che sia a conoscenza del sistema
... un blog non potrebbe mai sostituire queste condizioni indispensabili, un blog al massimo può stuzzicare qualche nostra parte incuriosita dal sistema ... il lavoro su di se è un'altra cosa ...
paolo

Enzo ha detto...

Sono d'accordo con erpà, un blog può essere uno luogo di incontro e confronto, ma mai un completo luogo di lavoro, ci possono essere suggerimenti ed esperienze personali, ma il lavoro si deve fare con le persone in carne ed ossa, viso a viso, altrimenti diventa solo una speculazione mentale. Può funzionare da stimolo ma non può fare nulla di più.
Ciao Ciao