lunedì 5 marzo 2007

Il Mentire

Innumerevoli volte ormai mi sono trovato a parlare con amici e persone, di idee differenti, scambiando punti di vista relativi al lavoro e alle che possibili "scelte migliori" in relazione al percorso per raggiungere una maggiore consapevolezza.
Spesso mi sono trovato a fronteggiare la mia debolezza di fronte alla difficoltà di comunicare e di comprendersi, debolezza che si manifesta con l'espressione di negatività; che prenda la forma di un urlare contro qualcuno o di chiudersi in un silenzio giudicante, resta comunque sempre un processo di crimine, che come tale porta con se una mancata comprensione della realtà e delle forze in gioco ed un inutile perdita di energia.

Uno dei punti fondamentali che ho potuto osservare è la mia mancanza di "considerazione esterna", espressa nell'incapacità di vedere chi ho di fronte, quali sono le potenzialità del mio interlocutore e, in base alla comprensione delle sue scelte, quali possono essere i punti che innescano una risposta difensiva o evocano differenti respingenti. Non sono riuscito a vedere che certe considerazioni possono sembrare giuste osservazioni, ma in realtà rappresentano stilettate difficile da gestire.
Questi momenti mi hanno portato a riflettere sulle cause e gli elementi che entrano in gioco durante un confronto. Prima di tutto se non vi è uno sforzo da entrambe le parti di fiducia e sincerità la comunicazione si basa su uno scontro tra "false personalità" che cercano di proteggere o guadagnare una posizione.
Senza uno scopo non è possibile iniziare un reale confronto che può mettere in evidenza lati della nostra meccanicità su cui dobbiamo lavorare. Senza uno scopo siamo in balia degli Io che vengono evocati in maniera automatica e delle loro automatiche risposte che, per esperienza, rappresentano nella maggior parte dei casi atteggiamenti difensivi al limite della stupidità (pur di difendere le nostre posizioni siamo in grado di dare per vere le più profonde assurdità, anche se in realtà non crediamo ad esse).
Anche avendo uno scopo certe esperienze non possono essere trasmesse perché non appartengono al bagaglio d'esperienza della persona con cui stiamo comunicando. Un esempio che mi sono trovato a vivere riguarda il tentativo di spiegare ad un amico che la condizione in cui ci trovavamo era controllata da un altro individuo, ma lui personalmente non aveva avuto questa esperienza emotiva e per quanto ci provasse non riusciva a percepire il valore emozionale delle parole che gli dicevo e finivamo sempre per litigare, Io cercavo di fargli vedere quello che vedevo e lui mi diceva che non lo vedeva e mi sbagliavo, e questo mi faceva impazzire ed esprimere negatività. Questo esempio spiega l'idea che il lavoro non può essere fatto per nessun altro, se una persona non passa per certe esperienze emozionalmente non è in grado solo con il centro intellettuale di comprendere, tanto più se emozionalmente è coinvolto nella direzione opposta.
Un'altra condizione che dobbiamo considerare è l'idea della menzogna, nel sistema è descritta come di un ostacolo al risveglio. La menzogna non è intesa come la condizione in cui mentiamo intenzionalmente, ma come la condizione in cui mentiamo senza renderci conto che stiamo mentendo. La menzogna è connessa al proprio essere, mentiamo in relazione a quello che siamo. Solitamente giustifichiamo noi stessi in base al nostro essere e se siamo ignoranti su qualcosa spesso mentiamo senza rendercene conto trovando ragioni che motivano il nostro agire.
Nel lavoro su di se abbiamo bisogno gli uni degli altri in una relazione di fiducia perché questo è il solo modo con cui possiamo prendere dall'essere di altri (più sviluppato del nostro in certi campi) e possiamo dare all'essere di altri, permettendo di svelare certe menzogne che ci tengono imprigionati nelle nostre meccanicità. Certo è un processo che può essere molto doloroso ed è per questo che la tendenza a respingere è così forte e rende il lavoro di gruppo così difficile, ma senza di esso non vi sono reali possibilità di vedere al di la del nostro naso.
Abbiamo bisogno gli uni degli altri, ma allo stesso tempo respingiamo questa possibilità come possiamo, se impariamo a vedere questo le nostre conversazioni possono essere più vaste e la nostra possibilità di guadagnare da ogni persona si può espandere insieme alla nostra capacità di comprendere e vedere di più noi stessi.

Buon lavoro a tutti e buona fortuna.

1 commento:

Kuri ha detto...

Dopo avere letto questo articolo qualche notte fa, ho provato a sovvertire a questo meccanismo quasi inconscio del mentire per arrotondare la nostra proiezione della realta' e renderla in apparenza corretta.

Lungi da me il volere essere suggestionato ma effettivamente ho avvertito un passo in avanti in quello che da ignorante definisco come il mio essere o il mio modo di essere.
Sara' che l'onesta' su tutti i piani di interpretazione secondo me e' il requisito fondamentale per un percorso di comprensione che da minima tende a divenire profonda e ci prepara alla consapevolezza.

Grazie degli spunti preziosi