giovedì 8 marzo 2007

La lotta tra il Si e il No

J.G. Betten nel suo libro "Making a Soul" (disponibile solo in Iglese per quanto ne so), espone un concetto veramente interessante; in riferimento al lavoro sulla consapevolezza distingue due mondi, quello dei fatti, che appartiene alla sfera delle funzioni e quello delle possibilità che appartiene alla sfera della consapevolezza.
Solitamente nelle nostre vite quotidiane, se non siamo mossi da qualche shock, accadiamo, cioè agiamo e reagiamo in maniera assolutamente meccanica attraverso le informazioni che sono state registrate nei nostri centri inferiori. In questo senso non abbiamo scelta, non valutiamo possibilità differenti perché non siamo presenti a quello che ci accade, esso avviene.
Quando iniziamo a lavorare su di noi, e fin da quando iniziamo a sentire il bisogno di un reale cambiamento, accediamo ad un differente mondo, quello delle possibilità. Sarà successo a molti di vedere, in un momento di maggiore consapevolezza, che le risposte che diamo sono relative e che ci possono essere diversi apporci ad una situazione e tutti ugualmente giusti. Quando poi introduciamo l'idea dell'essere di una persona comprendiamo come ogni risposta ha una suo "valore di esistenza" in relazione a dove si trova la persona che la esprime, anche se apparentemente senza senso.
Il mondo in cui tutte le risposte esistono è il mondo delle possibilità. Possiamo avere accesso a questo mondo solamente quando siamo più consapevoli di noi stessi, perché questo significa avere la possibilità di separarci dalle risposte automatiche della nostra meccanicità e iniziare ad esplorare una più vasta possibilità di azione.
Entrambi questi mondi devono esistere simultaneamente, se esiste solo il mondo dei fatti siamo interamente persi nella meccanicità delle nostre funzioni, ma dare troppo spazio al mondo delle possibilità rischia di diventare una fuga in un mondo immaginario, le nostre "possibilità" devono confrontarsi con la materialità di un mondo fattivo. Il punto di contatto tra questi due mondi è l'attenzione (l'idea di attenzione ha un'accezione particolare nella Quarta Via); solo quando abbiamo un certo livello di attenzione siamo in uno stato di maggiore separazione dalle nostre funzioni e possiamo inserire delle variabili nuove, iniziamo a sviluppare una parte di noi che non è legata alle funzioni, che non è le funzioni, è la parte che viene chiamata coscienza, o Centro Emozionale Superiore.
Questo lavoro è qualcosa che dev'essere sviluppato nel tempo, ha differenti gradi e profondità di espressione. Si fonda sulla lotta tra il Si e il No, tra il principio affermativo e quello negatorio. In ogni situazione impariamo ad osservare e a domandarci se è quello il modo con cui desideriamo esprimerci, se c'è qualcosa di meglio che possiamo fare, impariamo a non indulgere semplicemente nella giustificazione delle nostre risposte. Non dobbiamo avere paura degli errori, Gurdjieff diceva che è necessario compiere errori perché sono gli shock che ci riportano al Lavoro.
Nella lotta tra il Si e il No, tra il desiderio di essere presenti a noi stessi e la velocità delle risposte meccaniche dobbiamo inserire un altro elemento, la terza forza, il risultato della triade, perché stiamo facendo quello che facciamo?, cosa vogliamo raggiungere?. Senza uno scopo, senza un desiderio ogni azione si perde nella ripetizione meccanica di un atteggiamento da bravo studente; dobbiamo avere chiaro a livello emozionale il sapore di ciò che consideriamo il successo di uno sforzo e desiderarlo come dell'aria sott'acqua, con lo stesso bisogno di vita.
Anche in questo ci sono gradi, il sistema della Quarta Via fornisce un corpus di idee che inizialmente e per lungo tempo sono la terza forza del lavoro; il desiderio e lo sforzo di verificarle è quello che genera la spinta, il risultato delle verifiche contiene la componente emozionale per i passi successivi. E' per questo che non esiste il modo giusto, ognuno di noi ha le proprie capacità e possibilità e se qualcuno non verifica quello che noi abbiamo verificato non è meglio o peggio e solo differente (ricordate il mondo delle possibilità).

Ogni sana osservazione porta alla scoperta di qualcosa di nuovo o all'approfondimento di qualcosa che già conosciamo, se rispettiamo gli errori senza usarli come scusa e il nostro lavoro continuerà a crescere, con l'aiuto e lo scambio di chi ci stà vicino.

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