mercoledì 15 luglio 2009

Compagni di viaggio nel lavoro su di sé.

Questo è un interessante appello di un amico che mi sembrava interessante pubblicare come strumento di richiamo.
Buona lettura,
Enzo

Il desiderio di conoscenza, di miglioramento o evoluzione, la ricerca od il lavoro su di sé, conducono a varie strade. Alcuni scelgono di affidarsi a scuole, maestri, guru, cui dedicare talvolta la propria fede, talaltra la propria creduloneria. Per alcuni si tratta di difendere dogmi e fazioni a spada tratta, ritenendo spesso importante solo quanto conoscono, per troppi di trovare comodi e superficiali sogni new age. Molti sanno solo ripetere a memoria qualcosa detto da altri, troppi, saccenti, cercano polemica ed elargiscono offese come si usa nel tifo da stadio.

Alcuni infine sono dei “viaggiatori”. Essi sono interessati alla conoscenza che possono concretamente applicare al viaggio; si differenziano nettamente dai sognatori poiché i primi il viaggio lo intraprendono realmente, intenzionalmente, nella vita, i secondi si limitano ad immaginarlo. Un viaggiatore inoltre non “delega” la diretta comprensione ad altri giacché questo non potrebbe servirgli nel viaggio, che deve compiere personalmente. Egli non può portare con sé né ingombranti certezze (dogmi, fazioni, scuole) né superficiali comodità (sogni, fantasticherie, banalità new-age), poiché ciò gli intralcerebbe il cammino: deve scegliere dal suo bagaglio solo quanto mostra di funzionare nel percorso, rinnegando la proiezione dei pregiudizi suoi o altrui.

Un viaggiatore non cerca quindi scuole o maestri. Talvolta incontra ed accoglie delle guide più esperte in quello specifico tratto, ricambiando con piacere quanto ha appreso su altri tratti, non dimenticando che l'avere una guida potrà fornirgli indicazioni ma mai esimerlo dal percorrere egli stesso il tratto con presenza e spirito critico. In alcuni casi il percorso sarà nuovo ed egli diventerà “esploratore”, per quanto per un vero viaggiatore non ci sarà nel percorso ignoto alcuna differenza, poiché con lo stesso atteggiamento avrà affrontato anche i sentieri più battuti.

Quanto realmente occorrerà ad un viaggiatore dopo un'iniziale allenamento sono dei compagni di viaggio, poiché egli capirà che da soli difficilmente si va oltre brevi escursioni e, prima o poi, giungerà il momento di affrontare sentieri più seri.

Chiarisco, nel presentarmi, di avere tratto ispirazione dalla bellissima metafora offerta da Daumal nel Monte Analogo. Mi interesso da tempo di ricerca su di sé da molte prospettive e particolare riscontro, nel mio viaggio, l'ho trovato col pensiero di Gurdjieff, particolarmente con quanto riportato da Ouspensky. Di questo sistema ritengo in special modo degna l'indicazione di base di non credere a niente di quanto mostrato finché non si sia personalmente verificato. Diffido dei rischi delle "deleghe" e questo presupposto lo ritengo garanzia necessaria ad evitare i "sonni della ragione che generano mostri", oltre che conforme alla mia indole di "viaggiatore".

Scrivo per cercare compagni di viaggio. L'impresa non è facile perché tale ruolo richiede molti prerequisiti purtroppo assai rari. Non sono adatti, oltre a tutti coloro che non hanno neppure mai sviluppato interesse per una Ricerca, neppure tutti i creduloni, i dogmatici, i faziosi, i superficiali new-ager, i comodi sognatori. E neppure i bugiardi, i saccenti, i polemici, i diffidenti, i paurosi, i pigri, le “prime donne”, i simulatori. Più precisamente non sono adatti coloro che non riconoscano in sé tali trappole al loro apparire e non lavorino per superarle.

“Viaggiare”, al di fuori dei sintetici viaggi organizzati, offre meraviglia ed intensità, energia e piacere: Eppure mostra talvolta insidie e pericoli che richiedono al viaggiatore di poter contare sulla mutua lealtà, sincerità e fiducia del proprio compagno, caratteristiche rese impossibili dal libero proliferare dei vizi sopraelencati.

Inoltre ritengo che un viaggio debba pianificarsi guardandosi negli occhi davanti ad una tazza di caffè - opportunità non offerta altrettanto bene da una tastiera, per quanto essa sia utilissima per molti altri aspetti, compresa la possibilità di questa comunicazione. Credo che il viaggio nella vita richieda di potersi incontrare personalmente e frequentemente, per consentire il sufficiente circolo di energie richieste da tale scopo.

Invito chi, concordando con quanto ho scritto, sia di Firenze, la mia città, a contattarmi per un incontro. Ringrazio chiunque mi abbia letto fin qui, per indicazioni, contatti o diffusione del presente appello.

Benedetto Tangocci.
bentango@tiscali.it

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Simpatico il tuo scritto sui viaggiatori. Al di la di ciò che dici, ritengo che la via che si deve percorrere, dopo aver preso coscienza che ci si deve basare solo sulle proprie forze, e sulle precise indicazioni della scuola, é una via straordinaria, dove i pericoli non sono presi come pericoli ma come indicazioni e sfide con se stesso. Vi sono momenti di pace, ci sono momenti di buio, ma é nei momenti di buio che si deve mettere in pratica ciò che si ha nella propria bisaccia. é la famosa prova del nove. E così si va avanti con forza e tranquillità, sapendo di stare a fare l'unica cosa vera ed intelligente che l'uomo possa fare. Affrontare il quotidiano, imparare ad amare la propria moglie, cercare di instaurare un giusto dialogo con i figli, imparare ad essere pazienti, a conoscere sempre più gli upmono sapendo come siamo noi stessi, avere pazienza che é la chiave per bloccare le notre emozioni squilibrate. In ogni caso mi piace ciò che hai scritto. Siamo compagni di viaggio, Claudio

francesco ha detto...

scrivi che un viaggiatore non ricerca scuole o maestri... un viaggiatore forse no, ma un cercatore sì. Perchè se pensiamo di fare da soli, senza l'aiuto di una guida o di una scuola, perchè ci interessiamo alla quarta via dove c'è ripetutamente scritto che senza queste due condizioni non c'è possibilità di evoluzione?
E' solo un invito a leggere più a fondo frammenti o la quarta via e chiedersi qual'è lo scopo della nostra ricerca