Vorrei segnalare una nuova traduzione che è stata pubblicata sul sito vivereilmiracoloso.com grazie all'aiuto di Nisha Maggioni del Gruppo If. E' un estratto del testo da cui è stato tratto il pezzo sull'Ipnosi. E' molto interessante per cui invito tutti a leggerla.
Buona lettura,
Enzo - Detto Dhen-Zho (Bonzo Mongolo errante.. ahaha..)
(Originariamente letto come “Emozioni pure ed impure”)
Quale è il senso della vita? Ci sono molte opinioni su questo argomento. “Essi” (le persone in genere ndr.) dicono: è per perfezionare il sé, o il sacrificio del sé, o una preparazione per la vita futura, o un miglioramento dell’umanità, o persino che non ha nessun senso. Tutte queste opinioni cercano il significato della vita fuori della vita stessa. Bisogna guardare dentro se stessi. Il vero senso della vita è “connaissance” . Tutta la vita, tutte le esperienze, portano alla “connaissance”.
Il mondo è tutto ciò che esiste. L’uomo, nel suo divenire conscio, diventa conscio di se stesso e del mondo di cui è parte. La funzione della consapevolezza è di diventare consapevole dell'esistenza di sé stesso nonché dell'esistenza del mondo. La propria relazione con se stesso e con il mondo – questa è “connaissance”, o conoscenza.
Tutti gli elementi della psiche dell’uomo – percezioni, sensazioni, concetti, idee, emozioni, creazione, sono strumenti di conoscenza. Tutte le emozioni, dalla più semplice alla più complicata – religiosa, morale, artistica – sono tutti strumenti di conoscenza.
Secondo la teorie della “lotta per l’esistenza” è la sopravvivenza del più forte che crea l’intelletto e le emozioni, e questi servono la vita, infatti non sono casuali. Hanno un ruolo nella creazione e sono il prodotto di un'intelligenza di cui non conosciamo nulla; e conducono alla conoscenza. Ma non discerniamo la presenza del razionale nei fenomeni e nelle leggi della vita. Studiamo una parte e non il tutto. Quando comprendiamo che ogni vita è la manifestazione di una parte del tutto, si apre la possibilità di comprensione.
Per comprendere la razionalità del tutto è necessario comprendere il carattere del tutto, e tutte le sue funzioni. La funzione dell’uomo è la conoscenza; ma se non si comprende l’uomo come un tutto, non si comprende la sua funzione.
Le nostre vite separate sono la manifestazione di una entità più vasta. Un albero è una manifestazione del dominio psichico del regno animale. Le nostre vite non hanno altro senso se non quello del processo attraverso il quale acquisiamo conoscenza. Il processo di acquisizione della conoscenza non avviene solo attraverso l’intelletto ma attraverso tutto il nostro organismo e l’organizzazione della vita, della cultura e della civiltà. E noi acquisiamo la conoscenza di ciò che meritiamo di conoscere.
CONTINUA
giovedì 15 gennaio 2009
Nuova Traduzione, Il senso della Vita
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22 commenti:
Ammesso e non concesso che:
“Siamo formati da tante parti differenti e spesso opposte, coesistono in noi e si manifestano in differenti momenti. Nel negare la loro esistenza o nel cercare di rimanere solo su alcune si manifesta la nostra identificazione. Siamo formati da tante parti differenti e spesso opposte, coesistono in noi e si manifestano in differenti momenti. Nel negare la loro esistenza o nel cercare di rimanere solo su alcune si manifesta la nostra identificazione.
Anche quando ci rapportiamo agli altri pensiamo che siano solo la cosa che vediamo o pensiamo di vedere in quel momento, ma non ci accorgiamo che esistono molti più elementi che li costituiscono.”
... E ammesso e non concesso anche che:
“Studiamo una parte e non il tutto. Quando comprendiamo che ogni vita è la manifestazione di una parte del tutto, si apre la possibilità di comprensione. Per comprendere la razionalità del tutto è necessario comprendere il carattere del tutto, e tutte le sue funzioni.”
Quindi?
Caro James,
la tua pedanteria mi perplime. Perché una volta ogni tanto invece di rigettare fiele non cerchi una visione utile alle cose?????????
Torno a pensare, ma cosa ti hanno fatto da dove la tiri fuori tutto questo astio???? mah.. deve essere stato proprio un percorso difficile il tuo e credo che non ti sia stato dato modo di digerire la tua esperienza.. devo dire che mi fai tenerezza..
Enzo
In effetti e' una domanda giusta.
E allora, cosa fare?
Il figlio di...james sembra tutto ma non pedante, semmai il contrario.
La domanda e' legittima, la risposta astiosa.
Siamo formati da tante parti differenti e spesso opposte, coesistono in noi e si manifestano in differenti momenti. Nel negare la loro esistenza o nel cercare di rimanere solo su alcune si manifesta la nostra identificazione
James, quante volte giudichiamo gli altri perchè vediamo solo alcuni dei loro aspetti. E questi aspetti sono per noi del cibo emozionale che risuona dentro di noi altrettante emozioni. Il tuo quindi sarà stato sicuramente dato da chissà quale profondo automatismo emozionale. Chissà quali emozioni negative volevi esprimere........
Salve, sono uno studioso indipendente degli insegnamenti di Gurdjeff. Questa continua "battaglia" la trovo poco produttiva e alquanto fastidiosa perchè ci distoglie da ciò che è realmente importante e cioè "la 4 via funziona o no?". Sono tutte stupidaggini o invece quello che dice G. serve realmente a qualcosa?
Penso che serva un analisi di questo partendo da fatti. C'è qualcuno che ha voglia di esporsi per primo (che vuole rompere il ghiaccio?)
Caro Scipione,
dal dizionario di Italiano:
Pedante: che osserva o fa osservare le regole con eccessivo e spesso ridicolo scrupolo.
Se ti rileggi i commenti di James comprnderai che l'uso di questo termine è fondato.
Per quanto riguarda le risposte alle domande è giusto rispondere.
Nella prima parte della domanda di James (escludendo la doppia ripetizione della frase) sta a significare che in noi esistono diverse parti che possono essere contradditorie, e nel non riconoscere la loro contraddizione ci identifichiamo con esse dando tutta la nostra attenzione agli Io del momento. Questo si manifesta spesso nella relazione con gli altri, quando fanno qualcosa che non ci piace ad esempio, pensiamo che sia il tutto e ci dimentichiamo che esistono varie parti in una persona.
Per quello che riguarda la secodna parte della domanda, relativa alla traduzione, è parte dell'insegnamento di Gurdjieff, l'idea che conosciamo solo una parte delle cose e questo è un limite alla nostra possibilità di comprensione, questo si ricollega a quando precedentemente detto, se comprendiamo che ogni manifestazione è una parte del tutto possiamo espandere la nostra visione delle cose e in questo senso non essere meccanicamente trainati solo dalla visione del momento.
Quando Gurdjieff parla di comprendere dice che:
"La conoscenza di una parte
richiede la conoscenza dell'insieme. Conoscere tutto di un uomo è possibile,
ma per questo, occorre molto tempo e lavoro, occorre soprattutto
applicare il metodo giusto.."
In altre parti dei suoi scritti riprende il concetto anche in riferimento alle leggi, con l'accezione che per conoscere il tutto è sufficiente conoscere una parte ma per conoscere questa parte ci vuole un grande lavoro.
Vorrei però riportare i commenti di questo articolo sul punto importante che affronta il testo, e cioé la differenza tra emozioni pure ed impure, mi sembra un soggetto di grande interesse.
Aspetto nuovi commenti.
A presto,
Enzo
Volevo fare una domanda: è lecito dire che anche la rabbia, l'odio, la vendetta e tutte le emozioni negative possono essere considerate pure a patto che chi le manifesta sia pienamente cosciente di loro?
Volevo fare una domanda: è lecito dire che anche la rabbia, l'odio, la vendetta e tutte le emozioni negative possono essere considerate pure a patto che chi le manifesta sia pienamente cosciente di loro?
Caro Marcello,
la mia comprensione di quello che dice Gurdjieff relativamente alle emozioni pure ed impure è che esse sono collegate all'idea che: Un’emozione pura è una che non è mischiata, che non cerca mai profitti personali. "Un’emozione impura è sempre mescolata, non è mai una; è mescolata con il profitto personale, con elementi personali; contiene sedimenti di altre emozioni."
In questo senso l'emozione di odio, rabbia possono essere emozioni pure, ma per esempio la vendetta ha sicuramente una componente di "profitto" personale. Il concetto di emozioni negative dopo aver letto questo articolo, almeno per me assume una valenza differente, sono quelle emozioni che portano una gran perdita di energia e che sono collegate simultaneamente al nostro profitto personale. Riflettere su questo apre un nuovo spunto molto importante di osservazione.
Spero che sia l'inizio di una nuova analisi del soggetto delle emozioni.
Enzo
Una piccola aggiunta per non in correre in inconprensioni e in ipostesi di ignoranza.
Dall'accademia della Crusca:
PERPLIMERE:Il verbo perplimere significa “essere perplesso” o “rendere perplesso”, ed è entrato nella nostra lingua in un passato recente, ma con un percorso particolare che ne ha limitato l’ambito d’uso e che ne ha pertanto impedito, almeno per ora, l’ingresso nei vocabolari di lingua italiana (nei quali non è attualmente registrato).
Enzo.
secondo voi come si puo' manifestare un odio impersonale quindi puro e che non ricada nelle emozioni negative ? Mi viene da pensare a quando viene descritta la reazione di Gurdjieff alla notizia della guerra e gli si gonfia il collo.
Quindi se suppongo bene, e' una esperienza che rimane dentro di noi senza uscire fuori oppure si manifesta anche tramite azioni ?
Sono curioso
Io sono un po' ignorante su queste cose.
Ho avuto un maestro taoista ed un maestro zen coreano, per cui la mia specialita' non e' tanto legata a queste idee. Ma siccome mi piace la ginnastica mentale come quella fisica, mi piace parlare con persone come voi.
Essendo per natura e per allenamento una persona pratica, non ho ancora capito, per un mio limite, che cosa si debba fare con queste informazioni. La risposta di Enzo, molto eloquente, non mi ha tolto questi miei dubbi.
L'articolo originale, per quanto intelligente, non da' soluzioni pratiche.
Qualcuno potrebbe fare un esempio su come usare queste idee?
Ringrazio in anticipo.
p.s. se pedante vuol dire rispettare le regole, quali regole i vari james rispettano? Io sono un po' pedante, per cui lo so che vuol dire.
arrivederci
Caro Kuri, non credo che un "emozione pura" come l'odio voglia intendersi non espressa, credo e qui mi ricollego anche alla domanda di Scipione, che l'utilità di questo scritto e la sua praticità sia quella di darci un riferimento all'osservazione e alla sperimentazione in maniera nuova nella sfera emozionale. Per la mia comprensione di questo articolo e delle parole di Gurdjieff, il lavoro iniziale pratico che possiamo fare è quello di osservare le nostre esperienze emotive da un punto di vista nuovo cercando di scoprire quali emozioni sono condizionate da elementi personali (inteso qui come personale tornaconto) e quali possono essere emozioni non legate a un personale tornaconto. Personalmente quando ho iniziato ad osservare ho trovato che la stragrande maggioranza delle mie emozioni è legata ad un personale tornaconto consapevole o meno. Questo è già un aspetto pratico di questo scritto perché ci può aiutare ad espandere, attraverso un nuovo punto di vista, il nostro campo di osservazione e a verificare o meno certe idee che suggerisce. Il passo successivo per me è quello di capire "il sapore" e l'espressione di una "emozione pura", partendo da quello che posso considerare le emozioni pure che già credo esistere nella mia vita, come ad esempio l'amore per mio figlio o quelle che possono, secondo la mia comprensione, avvicinarsi ad esserlo maggiormente. In questo senso interpreto il lavoro come una serie di esperimenti pratici personali che ci aiutano ad espandere le nostre comprensioni, non credo che in questi scritti vi debba essere una risposta definitiva, altrimenti rischieremmo di demandare ad essi i nostri esperimenti, erano poi scritti per essere letti in un gruppo nel quale poi vi era un confronto e quindi per essere usati dovrebbero essere discussi (ne esaltati ma nemmeno demonizzati). Ovviamente si faranno e faccio molti errori, ma se si è presenti a questi si può imparare e usarli, è uno degi aspetti più importanti della pratica.
PS: Scipione la pignoleria di James è riferita alla ragola che in linea di massima nulla ha valore e senso nella Quarta Via (è un sistema, secodno lui, che non funziona) per cui ritorna sempre in maniera pignola, al dunque e all'allora per dire e riaffermare la stessa idea o "regola".
A presto,
Enzo
jAMES, voglio scriverti anch'io due parole. Pistoloni a parte, adesso sono serio...spero che ti arrivi questo post. PErsonalmente non sono incline a dilungarmi molto su internet, perciò sarò breve. QUesta è l'epoca dei falsi profeti, dove la spiritualità e la conoscenza viene letteralmente "venduta" come un gelato o un paio di scarpe. Anche a me è capitato (come a te) di incontrare delle teste di cazzo, farabutti, che in cambio di soldi e manipolazioni mi hanno letteralmente incaprettato. Venditori di emozioni, di abbracci e baci, di sentimenti d'amicizia. Purtroppo questa gente esiste. DApprima ti avvicina con lusinghe, ti rapisce. Poi...
QUesto accade a chi cerca "il Maestro", oppure il proprio papà. Ti ricordi l'ultima volta che hai pianto o riso con tuo papà? IO il mio l'ho visto per la prima volta a 32 anni e...beh, è stata una gran bella visione. Nel senso che per la prima volta l'ho visto come un essere umano. E così anche per mia mamma. SOlo una donna; e dietro di loro mia nonna, mio nonno e tutta la mia famiglia. E a tutti gli ho detto grazie per avermi fatto pensare che qualcun altro potesse prendere il loro posto. Però è anche vero che serve un Maestro, una guida spirituale, ma la sua azione sarà efficace solo se troverà individui liberi. La mia VIa non è la 4 VIa. Io conosco Enzo per la 4 Via, ma nell'Universo la 4 Via è solo una scorreggina in confronto all'intera conoscenza. La 4 Via è un tramite. Se il tuo vecchio ti ha tradito, e la tua mamma non era lì ad accarezzarti per consolarti...beh, ti consolo io ora. HAi trovato dei nuovi Amici.
Certe volte mi viene da pensare che il senso degli incontri umani nasconda sempre una qualche prova che la "signora" vita ci mette davanti per consentirci, pazientemente ed una volta di più, di evolverci e superare proprio ciò che non vogliamo affrontare. Per la mia piccola esperienza quando abbiamo la grazia di comprendere il senso e lo scopo di un incontro, il cui senso è tutto interno a noi (l'altro non c'entra è solo una variabile input) , proviamo nel bene e nel male gratitudine per la persona che volontariamente o involontariamente ci ha portato a comprendere, fosse anche un cerbero che ci morde la carne. Una volta "compreso" il re di cuori prova quasi gratitudine per questa persona e, almeno nel mio caso, è portato a fare "silenziosamente" qualcosa per lui. Il re di cuori non chiede ricompensa, non pareggia e non tiene i conti, non insegna, non calca nè tende la mano apertamente, ma silenziosamente "opera-per" nel modo più "adatto-per". Un abbraccio
Vorrei rispondere a Marcello e Jgor, e spero che Enzo me lo permetta.
Grazie per aver passato un po piu’ di tempo sulla tastiera e per parlare da persona normale, (e anche di piu’, visto che aprirsi sembra essere un lusso d’altri tempi) ho apprezzato.
Per la cronaca ho un rapporto buonissimo con i miei.... ma questo non e’ il punto.
Vorrei associare due interventi, perche’ l’uno sembra consequenziale all’altro.
Dopo un esperienza, si impara qualcosa. Dopo aver fatto un errore, si impara qualcosa (si spera).
Non e’ garantito pero’ che cio’ ci liberi dai preconcetti che ci si e’ portati dietro, e attraverso l’esperienza appena vissuta. Dopo le mie esperienze spirituali (per mancanza di una parola migliore) ho avuto la fortuna di mettere tutto in discussione. Non mi‘ piu’ bastato dire: “il mio maestro e’ una frode! Me ne vado! Ce ne sara’ uno vero in giro.”
Non ho salvato piu’ nulla che fino a quel momento avevo dato per scontato. Tutto e’ stato raso al suolo; mi portavo dietro un bel fardello. Non l’ho scelto io di buttare giu’ i castelli di carta che mi ero costruito intorno, ma una volta comiciato non ho avuto la scelta di fermarmi, perche’ visceralmente troppo importante per me. Ho inseguito chimere per piu’ di vent’anni con la 4 via e non, tutto e’ crollato. Fortuna? Fato? Sfortuna? Chissa’, e comunque che importa. L’unico maestro, se si puo’ definire tale, e ‘ la nostra esperienza diretta, vissuta, se possibile, senza lenti di alcun tipo. I nostri veri amici sono la cosa piu’ vicina ad un vero maestro. Anche il buon senso si avvicina molto. Questa e’ la mia esperienza.
Ogni maestro, conscio, semi-conscio, vero, libero, presunto santo etc. conosce (se fortunato) se stesso. Qualsiasi via insegni, l’ha percorsa con le sue gambe, prendendo decisioni con la sua testa, non certo la nostra. Siamo tutti diversi l’uno dall’altro.
Io non conosco l’entita’ della conoscenza nell’intero universo, percio’ non ne parlo. Anche se esistesse, non ne ho alcun bisogno, non cambia nulla per me, ma capisco che parlarne puo’ far sentire bene per curare l’ insicurezza e l’incertezza che ci porta vivere la propria vita, cosi’ come ho fatto per anni: in soldoni, bugie. E’ difficile accettare il fatto che siamo tutti persone normali, ordinarie, che non abbiamo bisogno di una realta’ virtuale. Non siamo speciali perche’ siamo i pochi eletti a ricevere la vera centellinata conoscenza che l’universo spilorcio ha elargito, ma solo degli ingenui creduloni.
Non parlo piu’ del “K di cuori”, l’ho fatto per anni senza alcun risultato, se non quello di diventare lentamente un pazzo visionario. Il “K di cuori” non l’ho mai conosciuto, mai visto direttamente, mai visto al’opera, ma piuttosto qualcosa in cui ho creduto. Ho accettato il fatto che esistesse , non l’ho mai potuto verificare, veramente!
Da entita’ fantomatica e’ addirittura diventato una persona, con desideri, qualita’ e attributi di ogni tipo, ma una volta presa quella strada il difficile e' tornare indietro.
James
Per la miseria james, ti faccio i miei complimenti per la lucidità e l'immediatezza del post. Vedo che come me sei passato per momenti terribili, dove per un attimo ti risvegli e ti accorgi di come stanno veramente le cose. Per qualche strano motivo ti ritrovi a vedere che gli stessi che ieri erano i tuoi migliori amici, oggi sono i tuoi peggiori detrattori. A me è capitato. VUoi che te lo racconti? Però poi devi raccontarmi anche tu...e devi promettermelo sul tuo ONORE (eheheh, diciamo anche che ti sto ricattando,eheheh).
DICI "Io non conosco l’entita’ della conoscenza nell’intero universo, percio’ non ne parlo." e dimostri (se sei sincero a scrivere) molta umiltà. Chi sa non parla e nemmeno si pone come insegnante, ma è predisposto ad ascoltare per prima cosa. Questo è il presupposto indispensabile per sviluppare l'umiltà. Ma non giudica nemmeno. Perciò (se sei vero) non giudicare stupido o cretino chi cerca di approfondire il senso della sua vita avvicinandosi a qualsiasi via, che sia la 4, la 5 o la 6. C'è gente al mondo che ha bisogno di una via (oltre quella di casa sua). QUando lasciai la mia scuola (che non era nè spirituale, ne di 4 via) ho capito che per alcuni è fondamentale passare per certi errori di comprensione della realtà. CIononostante non è detto che il messaggio distorto da qualche ladro di galline sia stato in realtà all'origine tramandato con un alto ideale nel cuore.
QUando DICI "Non parlo piu’ del “K di cuori”, l’ho fatto per anni senza alcun risultato, se non quello di diventare lentamente un pazzo visionario." IO TI DICO che non so nemmeno che minchia sia sto re di cuori, ma in passato ero diventato altrettanto visionario a causa della manipolazione a cui ero stato sottoposto. Però ho toccato con mano alcune cose che dice la 4 via, perciò per me è reale come il sole che illumina il mattino.
TU dici"Non siamo speciali perche’ siamo i pochi eletti a ricevere la vera centellinata conoscenza che l’universo spilorcio ha elargito, ma solo degli ingenui creduloni."
Assolutamente vero e saggio. L'adesione a una scuola, la sottomissione a un "maestro", dipendono da un fattore molto importante che sono sicuro che non conosci. Si chiama "costellazione schizofrenica" e rientra nell'ambito del territorio. Qui la 4 via non c'entra direttamente, ma poi scopri che invece c'entra. L'Universo è infinto JAmes, ma scoprire come funziona l'univeerso Uomo è uno studio altrettanto infinito.
Bentornato Amico d'oltreoceano!
STasera mi stimoli james...
VOlevo aggiungere questo. RIleggendo questo pezzo
...."Io non conosco l’entita’ della conoscenza nell’intero universo, percio’ non ne parlo. Anche se esistesse, non ne ho alcun bisogno, non cambia nulla per me, ma capisco che parlarne puo’ far sentire bene per curare l’ insicurezza e l’incertezza che ci porta vivere la propria vita, cosi’ come ho fatto per anni: in soldoni, bugie. E’ difficile accettare il fatto che siamo tutti persone normali, ordinarie, che non abbiamo bisogno di una realta’ virtuale. Non siamo speciali perche’ siamo i pochi eletti a ricevere la vera centellinata conoscenza che l’universo spilorcio ha elargito, ma solo degli ingenui creduloni."....
mi è venuta in mente una cosa. IN linea di principio siamo tutti MAestri gli uni per gli altri. In teoria. NElla pratica questo non avviene perchè i nostri demonietti ci riducono la capacità di autocritica. Poi però ci sono davvero persone GRANDI, che sono Meastri davvero. Loro ti danno le cose che ti servono per far evolvere la tua anima. Ti chiedono solo una cosa: vivere il loro insegnamento e non idolatrarli. MA gli avvoltoi se ne approfittano e poi ti rivendono il prodotto in corsi e seminari. Ecco james, ricorda che i VERI MAESTRI esistono (e non sto parlando del bonzo mongolo) e non vogliono che tu ti leghi a loro con un vuoto servilismo, ma che ti migliori come essere umano.
Sono d'accordo Marcello, con questo che hai detto:
"IN linea di principio siamo tutti MAestri gli uni per gli altri. In teoria. NElla pratica questo non avviene perchè i nostri demonietti ci riducono la capacità di autocritica."
Qui non sono cosi'sicuro:
"Poi però ci sono davvero persone GRANDI, che sono Meastri davvero. Loro ti danno le cose che ti servono per far evolvere la tua anima. Ti chiedono solo una cosa: vivere il loro insegnamento e non idolatrarli."
Non so chi siano questi grandi maestri, e anche come sia possibile sapere se sono cose che ti fanno evolvere. Se sono persone che sanno veramente qualcosa, allora sapranno che quello che e' vero per una persona non e' necessariamente vero per tutti. Dovrebbero anche sapere che solo l'esperienza, come dicono i vari James, puo' insegnare qualcosa.
La loro esperienza non e' necessariamente la tua.
Dici altre cose molto giuste e poi:
".... Ecco james, ricorda che i VERI MAESTRI esistono....", questo e' veramente difficile da dire con certezza. Ne hai conosciuto qualcuno?
Ma a parte questo, che potrebbe essere una lunga ed inutile discussione, e' veramente necessario sapere che ci siano dei maestri?
Solo le azioni sono indicatrici di chi siamo. Se quello che facciamo e' utile, allora forse stiamo facendo qualcosa di buono. Mi serve un grande maestro per farmi compiere le azioni che ritengo giuste? O ho da solo la capacita', come essere umano di fare quello che ritengo utile per me e per gli altri?
Non e' una critica alle tue idee, anzi. E' solo, per me, il passo successivo. Lasciare andare, insieme alle idee obsolete di alcuni sistemi, l'idea che ci debba essere qualcuno che ne sappia di piu' per compiere il nostro 'dovere'.
Ho ben poco da aggiungere a quello che ha gia' detto Scipione.
Solo una cosa... non posso resistere.
"Poi però ci sono davvero persone GRANDI, che sono Meastri davvero. Loro ti danno le cose che ti servono per far evolvere la tua anima."
Non so cosa sia l'anima, e anche se esistesse, ed io fossi a conoscenza della sua esistenza indipendente dal mio corpo, dubito che esista qualcuno che possa darmi nulla per farla evolvere.
"Ti chiedono solo una cosa: vivere il loro insegnamento e non idolatrarli. MA gli avvoltoi se ne approfittano e poi ti rivendono il prodotto in corsi e seminari. Ecco james, ricorda che i VERI MAESTRI esistono (e non sto parlando del bonzo mongolo) e non vogliono che tu ti leghi a loro con un vuoto servilismo, ma che ti migliori come essere umano."
Anche se esistessero, che differenza fa? Il punto non sono loro, ma chi li segue. Se ne hai bisogno, segui un maestro. Se e' un avvoltoio, peggio per te, se e' un vero maestro buon per te. L'equazione non cambia: sei 'tu' ad averne bisogno, sei 'tu' a volerli tali, sei 'tu' che vivi il 'loro' insegnamento, sei 'tu' che ti leghi a loro con inutile servilismo, sei 'tu' che li idolatri.
James
Non so chi siano questi grandi maestri, e anche come sia possibile sapere se sono cose che ti fanno evolvere. Se sono persone che sanno veramente qualcosa, allora sapranno che quello che e' vero per una persona non e' necessariamente vero per tutti. Dovrebbero anche sapere che solo l'esperienza, come dicono i vari James, puo' insegnare qualcosa.
Esistono i Maestri, eccome. Magari la 4 via è stata inventata da un cialtrone, ma ciò non toglie che al mondo c'è gente che riesce a vedere oltre il velo di MAya. Sempre la gente si avvicina a scuole esoteriche perchè di fondo o non scopa abbastanza, o ha delle situazioni familiari precarie (padri assenti o dominatori, madri isteriche, ecc...
Ecco che dei loschi individui sono pronti ad accoglierli e poi a trattarli come i loro schiavetti. Ciononstante bisogna osservare come questo NON SIA un assoluto per tutte le scuole. Nel passato sono esistite molte scuole a stampo esoterico-filosofico (ad es. i pitagorici), dove venivano custodite la conoscenza. Proviamo a pensare in modo semplice: nessuno di noi a 6 anni sapeva leggere e scrivere. SIammo dovuti andare a scuola; la nostra espeerienza della lettura e scrittura è passata attraverso i dettati della maestra, o le letture del sussidiario. Poi siamo andati alle medie e abbiamo imparato altre cose, poi alle superiori e poi qualcuno all'università. Altrettanto io credo che certe conoscenze superiori si apprendano in una scuola che però deve essere pragmatica. Ora però so bene che molte realtà soddisfano solo l'ego del suddetto Maestro, ma ciònonostante ritengo che questo non pregiudichi l'esistenza di una scuola genuina. Però non sarai tu a trovarla, ma lei. CHi trova cerca, non viceversa. Pensaci!
Hai ragione che siamo tutti diversi e che ciò che va bene per te può non esserlo per me...e un MAestro lo sa, solo che non ti dirà mai "fai così", piuttosto ti svela la legge cosmica che stai violando e perchè. MAgari sei troppo vanitoso, hai odiato qualcuno e ti sei roso il fegato per una cazzata.
Ciò su cui io mi focalizzerei non è tanto su "cosa può fare l'altro per me" (indipendentemente se è un MAestro, può essere anche tuo figlio,tua madre o tua moglie), ma cosa io posso fare IO PER TE. Se si facesse di più così al mondo ci sarebbe molta più gente felice.
JAmes perchè non ci racconti la tua esperienza? ANche privatamente...mi piacerebbe fare uno scambio di esperienze con te, amico mio
Ne hai conosciuto qualcuno?
Si, certo, ma prima di raccontarti la mia esperienza vorrei sapere con chi parlo
Ma a parte questo, che potrebbe essere una lunga ed inutile discussione, e' veramente necessario sapere che ci siano dei maestri?
No, non è necessario neanche secondo me. Ognuno ha la propria sensibilità, ognuno può decidere di conoscere quello che vuole. MASSIMA LIBERTÀ.
Solo le azioni sono indicatrici di chi siamo. Se quello che facciamo e' utile, allora forse stiamo facendo qualcosa di buono. Mi serve un grande maestro per farmi compiere le azioni che ritengo giuste?
ASSOLUTAMENTE NO. Per vivere in modo dignitoso, puoi anche ammazzare e trovare una giustificazione. E una morale universale? Ammettiamo tutto, proprio tutto ciò che a noi "sembra giusto?".
O ho da solo la capacita', come essere umano di fare quello che ritengo utile per me e per gli altri?
Noi abbiamo tutto dentro di noi, ma così anche abbiamo cose belle, abbiamo anhce dei Demoni che dobbiamo conoscere per potere vivere come esseri umani e non bestie. E fino ad ora le idee del Sistema (assieme alla NMG) mi danno una direzione, ma ho incontrato solo una persona abbia incarnato entrambe
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