mercoledì 27 febbraio 2008

Gli Ostacoli

E' importante domandarci: perché non siamo svegli?, quali sono le ragioni per cui è necessario lavorare su di se?, perché dobbiamo imparare la consapevolezza?, perché non la possediamo già?

Il nostro essere a livello ordinario è quello di persone addormentate, in balia degli stimoli che ricevono e che si destano accidentalmente e solo per brevi periodi.
Vivendo in una macchina che non è bilanciata, dobbiamo iniziare il lavoro su di noi studiando e correggendo l'espressione delle funzioni che ci tengono addormentati, perché non conoscendole non possiamo modificarle.
Il risveglio è possibile solo correggendo parecchie cose nella macchina e rendendo l'idea del la presenza il nostro centro di gravità permanente.


Lo squilibrio della nostra condizione rappresenta un ostacolo alla nostra armonia. La Quarta Via riconosce una serie di manifestazioni, tipiche di tutti gli uomini, che ci mantengono in una condizione di sonno e di schiavitù.
Perché queste condizioni si sono create non ci è dato saperlo, Gurdjieff lo spiega in maniera "romanzata" nei racconti di Belzebù, ma personalmente non possiamo avere verifiche di questo, l'unica cosa che possiamo fare è riconoscere gli ostacoli al risveglio in noi stessi e lavorare alla loro eliminazione. Attraverso un lavoro attivo, volto a "contrastarne" le manifestazioni, creiamo le condizioni per prolungare i nostri momenti di presenza costruendo un luogo per la manifestazione di altre funzioni, proprie dell'uomo, che adesso non hanno la possibilità di esprimersi a causa delle nostre "cattive abitudini".


I principali ostacoli al risveglio sono:
* Immaginazione, rappresentata da una sequenza di Io su un soggetto che muta senza controllo e senza alcun risultato.
*Mentire, è uno dei nostri maggiori ostacoli, l'uomo mente su ogni cosa. Mentire nel sistema viene inteso nel senso di parlare o pensare cose che non si conoscono come se si conoscessero.
* Espressione delle Emozioni Negative, consumiamo una grande quantità di energia con una funzione che non esiste in realtà ma che è un apparato artificiale che nutriamo sin dall'infanzia.
* Identificazione, siamo troppo assorbiti dalle cose,troppo presi da esse specialmente quando portano con se un elemento emozionale. L'identificazione è una un tipo di attaccamento, è essere perduti nelle cose.
* Considerazione, è un tipo di identificazione che deve essere analizzata a sé perché prende cosi tanto spazio nella nostra vita che ha bisogno di un lavoro specifico e profondo per essere controllata. E' l'identificazione in relazione alle persone, a quanto gli altri ci considerano o non ci considerano, se ci valutano o sottovalutano ecc.
* Il Parlare Inutile, non smettiamo mai di parlare di dire quello che pensiamo come le cose dovrebbero essere e perché, spesso parliamo per riempire gli spazi vuoti nei nostri momenti insieme, o per esprimere negatività. Una delle condizioni che ci tengono addormentati è che parliamo troppo di cose inutili e senza scopo.


Immersi in immaginazione, menzogne, negatività e identificazioni varie non abbiamo nessuno spazio per ricordarci di noi, viviamo in un costante stato di sonno ad occhi aperti. Quando facciamo lo sforzo di ricordarci di noi stiamo cercando di svegliarci, e per un breve momento siamo più svegli, ma poi ritorniamo nel sonno.


Dobbiamo iniziare a studiare gli ostacoli che ci tengono addormentati, riconoscere i momenti e le situazioni in cui vengono fuori; ognuno di noi reagisce in modi diversi a certi stimoli, per cui lo studio degli ostacoli deve essere un lavoro individuale di osservazione e"catalogazione".
Nelle nostre giornate dobbiamo imparare a chiederci: in quale degli ostacoli mi trovo adesso?. Possiamo essere sicuri che se non siamo presenti è perché siamo persi in qualche ostacolo. E' importante creare delle "mappe mentali" delle situazioni in cui ci manifestiamo e ricordarci cosa esprimiamo. Se riusciamo a prepararci in anticipo, possiamo combattere contro le nostre manifestazioni meccaniche in anticipo, sviluppare controllo, ma quando queste hanno iniziato ad esprimersi, arrestarle è molto più difficile.


Possiamo scrivere delle liste per ogni ostacolo in relazioni alle azioni o situazioni in cui abbiamo visto la sua manifestazione, e se riusciamo a "ricordarci" di questo in tempo, possiamo scoprire molte nuove espressioni e possibilità nelle stesse condizioni esteriori. Se Noi siamo diversi il mondo sarà diverso.

martedì 26 febbraio 2008

Principi 1

In questo articolo, o serie di articoli, vorrei trattare i principi del sistema della Quarta Via e la lettura degli stessi in maniera pratica e funzionale alla nostra esistenza.
Prima di affrontare le idee della Quarta Via vorrei fare una premessa partendo da una citazione di G. I. Gurdjieff:

Non avete nessuna ragione per credermi.
Vi domando di non credere a nulla che non potete verificare per voi stessi…
Se non avete una mente critica, la vostra visita qui è inutile.
G.I. Gurdjieff


Per poter lavorare con il sistema della Quarta Via è necessario avere una mente critica e analitica, ogni idea deve essere compresa, questa parola nel sistema ha un significato particolare, individualmente e concretamente in relazione alla propria esistenza pratica. Senza una mente critica è assolutamente inutile intraprendere un percorso di lavoro perché il rischio minore che corriamo è di imbattersi in qualche ciarlatano dell’esoterismo che tutto al più può insegnarci la scorciatoia per un bravo psichiatra, quello maggiore è quello di perdere la propria sanità mentale per sempre.
Il lavoro su di sé non è qualcosa da proporre come un piatto gustoso del tipo “sai oggi ho mangiato questo perché non lo provi?”, è un percorso duro e insicuro, non è mai garantito nulla e solo attraverso i propri sforzi e comprensioni possiamo sperare di arrivare a ciò che è possibile raggiungere per l’essere umano a livello della vita organica sulla terra.

Premesso questo partiamo dall’idea da cui parte il Sistema, cioè che l’uomo non è realmente consapevole di se stesso e vive, durante il periodo che chiamiamo veglia, in uno stato di sonno, diverso da quello in cui ci troviamo durante la notte, più vicino all’equivalente di uno stato ipnotico, in cui le suggestioni che abbiamo ricevuto indirizzano le nostre azioni al di là della nostra volontà, la quale non viene in sviluppata ed esercitata. Questo perché nessuno può sviluppare qualcosa ed usarla se non ne sente la mancanza o crede di possederla già, e noi non ci accorgiamo che quello che ci accade avviene in maniera automatica.

Ma partiamo dal principio, un bambino non sa distinguere diverse realtà, per lui dai cartoni animati agli essere umani tutto appartiene ad un'unica realtà, crescendo osserva ed assimila il comportamento delle persone che lo circondano, genitori parenti e amici, e inizia, per imitazione e non per ragionamento, a costruire un pantheon di “verità” ed assunti che nel tempo diventano le sue personali suggestioni, gli strumenti per la generazione delle sue risposte agli stimoli dell’ambiente circostante. Ma queste riposte non provengono dalla volontà dell’individuo, ma bensì dal processo automatico di assimilazione casuale delle esperienze.
A questo punto possiamo introdurre l’idea del dormire e per farlo mettiamo in parallelo l’unica forma di sonno che diamo per assunto, il sonno notturno chiamato nel sistema il primo stato, in cui ricarichiamo i nostri accumulatori per il giorno successivo e il sonno nello stato di veglia, chiamato secondo stato.
Nel primo stato siamo scollegati dalla realtà, quello che accade non ci riguarda e non ne abbiamo nessuna memoria consapevole, in questo stato sogniamo, viviamo cioè delle esperienze che sembrano reali, evocano emozioni, ci muoviamo, parliamo, pensiamo e proviamo sensazioni, a tutti gli effetti l’idea di sogno è equiparabile ad un’esperienza reale. Ma il sogno non permane, la memoria di un sogno molto difficilmente è completa, ricordiamo degli sprazzi, e anche se appena svegli ne abbiamo una memoria maggiore poche ore dopo è quasi completamente persa.
Analizzando ora il normale stato di veglia, il secondo stato, in cui viviamo le nostre vite possiamo trovare molti punti di collegamento con il primo stato. Durante il secondo stato non siamo completamente scollegati dalla realtà che ci circonda, come nel primo stato, ma interagiamo con essa in base alle suggestioni della nostra educazione, per questo le risposte che diamo agli stimoli che riceviamo ogni momento, le impressioni, sono, per la quasi totalità dei casi, automatiche; molto raramente provengono dalla nostra essenza, il che vorrebbe dire che sono proprio nostre, essendo questa completamente avvolta dalla falsa personalità. Possiamo anche osservare che non abbiamo una profonda memoria degli eventi che accadono nel secondo stato, sappiamo che abbiamo compiuto delle azioni, ma se proviamo a ricordarle, nella maggior parte dei casi, quello che c’è rimasto è una visione sfocata di ciò che è accaduto, esattamente come il ricordo di un sogno. Capita certe volte che sia difficile distinguere se un sogno avuto nel primo stato è accaduto realmente o no, questo perché, nello stato di veglia, la possibilità di essere consapevoli è presente solo in potenza e non in maniera automatica. Nella vita come nei sogni accadono cose straordinarie, ma la nostra connessione con esse è sempre parziale, analizzando il nostro passato possiamo trovare eventi e situazioni che ricordiamo con maggiore chiarezza; quelli sono i momenti in cui l’incontrarsi di diverse linee di eventi accidentali ci ha portato ad uno stato più elevato di coscienza, registrando l’evento nella nostra memoria.

Per chiarire questo di passaggio da uno stato ad un’altro è utile a questo punto introdurre l’idea di IO. Nel sistema si dice che l’uomo è formato da molti IO, che si riuniscono in gruppi e danno vita a quelle che vengono chiamate personalità. Ma cosa sono questi IO? Ouspensky li definisce:
Un IO è solo un desiderio, una voglia.
E successivamente aggiunge:
Pensate che gli IO sono piccoli e la personalità consiste in desideri già più complicati.

Durante l’età formatoria, e nel corso della nostra vita assimiliamo diversi IO, molti dei quali nel sistema vengono definiti IO immaginari, perché si basano sull’imitazione piuttosto che sulla comprensione e formano quegli strumenti che sono chiamati respingenti che ci permettono, nel secondo stato, di rimanere distaccati dalla realtà e non vedere le contraddizioni che abbiamo in noi.
Facciamo un esempio per meglio capire questa idea: se sono cresciuto in una famiglia molto religiosa, avrò imparato certe nozioni e certi pregiudizi nei riguardi di altre fedi; incontrando una persona che professa un altro credo quello che accadrà in me è quello di essere immediatamente prevenuto verso questa persona e di alzare un muro alla comunicazione o di cercare di forzare, se sono un tipo attivo, per far prevalere le mie ragioni sulle sue. Tutte queste azioni sono il risultato dell’azione dei respingenti che generano una limitazione alle possibili risposte nel momento.

Se iniziamo a vedere e a percepire emozionalmente questa condizione di sonno e suggestione nelle azioni degli uomini e principalmente in noi stessi, ciò che ci circonda, anche nelle sue espressioni più assurde, inizia ad avere un senso. Iniziamo così a creare la possibilità di aprirci ad altri IO, ad entrare in contatto con la realtà; stiamo facendo il primo passo nel terzo stato di coscienza, perché possiamo incominciare a vedere e a non respingere le contraddizioni che si trovano in noi stessi.

La falsa personalità è un gruppo di IO limitato che si oppone alla possibilità di una visione più ampia della realtà perché è formata da pochi IO che per loro natura non permettono l’ingresso di altri, per questo il lavoro è così difficile. Dobbiamo pensare alla falsa personalità come ad un individuo che ragiona in una sola direzione, quando cerchiamo di mostrargli che esistono altre forme di pensiero, più vaste e più ricche egli si oppone perché non è nelle sue possibilità fare questo cambiamento, una visione più ampia lo fa semplicemente scomparire. Questo è un punto molto importante per coloro che intraprendono il viaggio del lavoro, è un intervallo molto delicato in cui una forza esterna deve entrare per aiutare questo passaggio difficile. Questa forza esterna si compone delle verifiche personali, del desiderio, e di un metodo. Gurdjieff dice che perché il lavoro posa iniziare fra le persone è necessario avere una relazione di mutua sincerità e fiducia. Questo è il presupposto per fare entrare il mondo che ci circonda all’interno di noi e per uscire dal sonno del secondo stato.
E’ senza ombra di dubbio un processo difficile e spesso doloroso, la falsa personalità ha una vita propria alla quale non vuole, in maniera meccanica, rinunciare e per questo si dice che il lavoro è l’equivalente di una morte e rinascita, perché dopo tanto tempo distaccarsi e trasformare la falsa personalità nella vera personalità evoca l’emozione di una perdita, di una morte. Questo è uno dei significati del sacrificio nelle scuole esoteriche, superare la menzogna della morte della falsa personalità per permettere la nascita di qualcosa di nuovo.
Ma questo non deve accadere tutto in una volta, il lavoro è un processo lungo e graduale, non si tratta di compiere un omicidio interno ma di costruire una struttura in grado di sostenerci e sostituirsi alla falsa personalità, la personalità di lavoro nutrita dalla volontà. Lo sviluppo della volontà è ciò che sostituisce i respingenti e ci apre alla comprensione.

Ma cerchiamo di essere più pratici. Attraverso lo strumento del ricordo di sé, che significa costruzione della consapevolezza di sé, possiamo ampliare il numero ed i tipi di IO in nostro possesso e creare nuove connessioni più ricche più vaste e all’interno delle quali possiamo muoverci e sviluppare la volontà.
Attraverso l’uso dell’attenzione divisa possiamo essere nel momento in un modo più completo, ma per fare questo è importante ricordare di non ascoltare e seguire subito il flusso dei pensieri automatici, ma di cercare di rallentare, per primo il pensiero e poi la risposta emozionale. Per fare questo possiamo usare sempre il pensiero che, per sua velocità, è lo strumento che è più facile da gestire, ed in questo ci ricolleghiamo alla citazione di G. all’inizio, senza una mente critica non possiamo lavorare.
Un esercizio per sviluppare questo è: quando parliamo con qualcuno di cercare di arrestare i nostri pensieri automatici ed iniziare ad osservare l’altra, il modo in cui parla, il soggetto, come si muove, e ricordando che ognuna di queste osservazioni evocherà in noi una serie di risposte automatiche dobbiamo fare del nostro meglio per arrestarle e cercare di vedere cose nuove che non abbiamo visto fino a quel momento. E’ nell’espansione delle nostre percezioni che risiede la reale costruzione del sé e la possibilità di indirizzare le energie che di solito sono disperse in immaginazione nella costruzione della consapevolezza e della coscienza.
Un altro esercizio per lo sviluppo della consapevolezza è quello di richiamare alla mente tutto quello che sappiamo su un soggetto o oggetto e di comprendere con sincerità: è tutto qui quello che so? Riconoscendo che è possibile e necessario espandere la conoscenza di qualcosa o qualcuno.

L’obiettivo del lavoro è quello di espandere le nostre realtà permettendoci di poter “fare” delle scelte differenti. Nello stato ordinario crediamo di avere la possibilità di rispondere diversamente, ad esempio ricordando un evento passato possiamo pensare che avremmo potuto comportarci in un modo completamente diverso e questo, forse, sarebbe possibile se la situazione si ripetesse in maniera completamente uguale, ma in realtà la risposta che abbiamo dato allora era l’unica che eravamo in grado di dare in quel momento per più ragioni: la prima è perché non essendo presenti nel momento a quello che ci accade creiamo un immagine sfuocata delle cause che hanno portato alla nostra azione. Secondo è che non sappiamo e non possiamo sapere che variabili porterà con se il momento, quindi è praticamente impossibile programmare un azione futura in maniera completa. Terzo le nostre caratteristiche e centro di gravità influiscono in maniera automatica sul tipo di risposte che diamo.

Se, attraverso il lavoro, riusciamo ad espandere la nostra comprensione della realtà, non vi sarà solo una possibilità data dalla nostra risposta automatica, ma svariate possibilità che si esprimono attraverso la nostra comprensione degli elementi che stanno agendo nel momento.
Il lavoro su di sé non è qualcosa a cui si arriva e ci si ferma, è un costante stimolo e sforzo per il miglioramento di sé, se abbiamo espanso la nostra comprensione della realtà possiamo continuare a farlo e dobbiamo continuare a farlo per sempre, ci sono e ci saranno sempre nuove realtà da scoprire e realtà già conosciute da approfondire ed arricchire.

Introducendo l’idea del primo passo nel lavoro pensiamo a questo: come il sonno notturno inizia a finire quando ci stiamo accorgendo di essere addormentati, così il sonno del secondo stato inizia a finire quando iniziamo ad accorgerci di esso, questo è il primo passo, da li in poi il desiderio, lo sforzo e la capacità di aprirsi a nuove comprensioni racchiude la speranza della propria crescita.

Spero che questo articolo sia di aiuto a tutti coloro che sentono il desiderio e lo stimolo al lavoro su di sé, e spero altresì che generi domande e apra lo spazio ad un confronto con i lettori del blog.

Buon Lavoro
E.

mercoledì 20 febbraio 2008

Processo di Rigenerazione



Al livello simbolico è il processo in cui la creatura imita il creatore.

La FORMA agisce sulla MATERIA per organizzarla in qualcosa di completamente nuovo ispirato ad un modello superiore. In natura esistono alcuni esempi di rigenerazione, come il lombrico o la coda della lucertola, nell'uomo, se escludiamo la ricostruzione della pelle in una ferita o la capacità di ricostruzione dei tessuti da parte di certi organi, il processo di rigenerazione è collegato esclusivamente al mondo interiore ed alla psicologia. Ciò che differenzia l'uomo dagli altri animali è la possibilità di diventare conscio di se stesso; questo è il processo di rigenerazione: l'uomo ha la possibilità di ricreare se stesso come essere conscio.
Questo processo è possibile, ma non automatico, cioè può accadere solamente attraverso uno sforzo intenzionale e mirato, gli altri processi che abbiamo studiato fino adesso avvengono anche in assenza di consapevolezza e coscienza.
Se osserviamo il grafico del processo vediamo che la prima forza è la FORMA, rappresentata dall'uomo stesso, in particolar modo dalla parte dell'uomo che desidera lavorare per la coscienza; è quel gruppo di Io che dal centro magnetico si sviluppa successivamente, attraverso il processo di rigenerazione, nel maggiordomo interinale, nel maggiordomo fino a raggiungere la sua massima realizzazione nella coscienza.

Da queste osservazioni appare chiaro che lo stimolo (prima forza) è possibile esclusivamente per quei gruppi di Io che sono in grado, e desiderano, essere presenti, da questo comprendiamo che questo processo dipende da un atto di volontà.

Per questo non possiamo sottrarci all'identificazione in maniera meccanica o automatica, è sempre necessario uno sforzo, perché appena fo sforzo viene meno torniamo nel sonno cioè ad agire in maniera automatica senza nessuna possibilità rigenerativa vale a dire senza nessun possibile cambiamento intenzionale.

La seconda forza nel processo, la MATERIA sono gli Io meccanici che possono essere cambiati dall'azione della volontà (prima forza). Attraverso il lavoro, la costanza e gli sforzi possiamo modificare le parti squilibrate in noi e permettere la creazione e manifestazione di facoltà "superiori" e la crescita della consapevolezza.
In base a cosa la prima forza agisce sulla seconda? La terza forza è il risultato della triade e ne è anche il "motore". Per poter riorganizzare e ricreare noi stessi dobbiamo agire in base ad un obiettivo, ad un principio vitale al di sopra della nostra spinta, un principio ispiratore che diriga i nostri sforzi.
Le idee del sistema e l'insegnamento forniscono la terza forza, la verifica degli stati superiori e di come questi rappresentino e introducano a una vita più completa sono lo stimolo per continuare il lavoro su di se e per verificare dell'esistenza di qualcosa di "superiore." Il maestro e gli studenti sono coloro che rappresentano la manifestazione vivente dei principi del lavoro su di se.

L'immaginazione incontrollata è una condizione meccanica che evidenzia uno stato di sonno, ma l'immaginazione intenzionale è creatività, è l'esperienza del processo di rigenerazione a livello del centro intellettuale, come l'idea di compiere le proprie azioni fisiche in maniera intenzionale rappresenta la rigenerazione del centro motorio. Il centro istintivo è in collegamento alle percezioni del nostro corpo, agli stimoli che ci invia, ad esempio riguardo al cibo che mangiamo, il centro emozionale si rigenera attraverso la considerazione esterna, la capacità cioè di percepire emozionalmente le persone che ci circondano.

Lo strumento attraverso cui tutto quello detto fino ad ora si manifesta è l'attenzione. Un livello di attenzione basso o in stato di fascinazione è la rappresentazione del sonno in cui siamo immersi per la maggior parte del nostro tempo, è una condizione di identificazione con quello che ci circonda e con gli stimoli che riceviamo. Quando una persone inizia a lavorare su di se gli viene insegnata l'idea dell'attenzione divisa, attraverso di essa possiamo essere consapevoli di noi stessi e di quello che stiamo facendo in maniera simultanea, possiamo iniziare a vedere come reagiamo agli stimoli, al fatto che siamo costantemente persi in uno stato di identificazione e di immaginazione e che le nostre azioni non sono il risultato della nostra volontà ma di reazioni automatiche incontrollate. Iniziamo a vedere con maggiore chiarezza la nostra reale condizione e così a fare i primi passi per comprenderla e per poterla, in futuro, cambiare.
Quando l'attenzione viene deliberatamente mantenuta su ciò che sta accadendo e su noi stessi è possibile innescare il processo di rigenerazione. Ma non dobbiamo dimenticare che, perché un processo avvenga devono concorrere in esso tre differenti forze. Così il nostro sforzo è la prima forza (FORMA) rivolto verso l'oggetto (MATERIA) la nostra abitudine, può innescare il processo di rigenerazione solo in presenza di una terza forza (VITA) che nel corso della storia umana ha assunto differenti nomi, Dio, Coscienza, Oro, Sole, Amore, Speranza, Libertà.
Il processo di rigenerazione si esprime nella sua forma, il Ricordo di Se, quando l'attenzione non è più divisa in due ma in tre, per cui lo sforzo di cambiare è finalizzato ad un ideale superiore che pervade le nostre azioni e ci porta a rappresentare con la nostra esistenza qualcosa di più grande che trascende la nostra singola forma.
Nel sistema quel ideale è raggiungere la coscienza, il "faro" e lo stimolo che genera e spinge il nostro lavoro, la sua manifestazione e ciò che permette di essere diversi da quello che siamo.

Benvenuti nel Lavoro

Ho già detto che ci sono persone che hanno fame e sete di verità. Se esaminano i problemi della vita e sono sinceri con se stessi, presto si convinceranno che non è possibile vivere come hanno vissuto ed essere ciò che sono stati fino adesso; che la via d'uscita da questa situazione è necessaria e che l'uomo può sviluppare le sue capacità nascoste e i suoi poteri solo attraverso la pulizia della sua macchina dalla sporcizia che si è appiccicata nel corso della vita. Ma per poter intraprendere questa pulizia in un modo razionale, deve vedere cosa deve essere pulito, dove e come; ma vedere questo per se stesso è quasi impossibile. Per poter vedere qualcosa egli deve guardare dal di fuori; e per questo è necessario aiuto reciproco.
G. I. Gurdjieff.

domenica 17 febbraio 2008

Processo di Guarigione




Invenzione, riorganizzazione.

La malattia, riscoprendo la forma originale della natura, diventa di nuovo canale per la vita, ed è restituita alla salute R. Collin "La Teoria delle Influenze Celesti"

Attraverso il processo di guarigione si ristabilisce un equilibrio in una situazione corrotta da un processo di malattia per permettere alla forza VITA di scorrere di nuovo liberamente. E’ grazie a questo processo che l'organismo si adatta a condizioni difficili o estreme.
Nel processo la prima forza è data dalla MATERIA che, come nel processo di raffinamento, gioca questo ruolo attraverso la sua sola presenza. Nello specifico del processo la materia è la condizione di minima energia in cui arriviamo ad iniziare il processo di guarigione. La materia subisce l’azione della forza neutralizzante con un livello di vibrazioni maggiori che inizia a riorganizzarla per farla tornare a quella che era la sua condizione originaria di sanità ovvero a livello di vibrazioni della forza VITA. Questo avviene attraverso la riscoperta di una condizione di normalità e di contatto con le leggi naturali che governano la vita dell’uomo.
L’azione della prima forza è comprensibile se pensiamo al processo di malattia; il risultato del processo stesso induce il desiderio di essere curato. Così, se sono ammalato, ciò che voglio maggiormente è guarire. Certe volte il processo di guarigione avviene in maniera naturale una volta che le cause della malattia sono rimosse, così ad esempio può succedere che dopo un grande litigio ci sentiamo più calmi, dato che il processo di eliminazione ha aiutato a rimuovere parte della sostanza che generava malattia, e possiamo comunicare in maniera equilibrata. Come gli altri processi la guarigione avviene anche in maniera meccanica.
Quando però il processo di malattia ha raggiunto livelli troppo estesi vi è la necessità di un aiuto esterno, così una ferita che sta infettandosi deve essere trattata da un medico esperto per non degenerare in cancrena.

La terza forza del processo di guarigione risiede nell’emulazione della condizione di guarigione attraverso degli strumenti che, per la loro funzione innalzano il livello di vibrazioni riportando, attraverso un principio di ripristino di energia, quello che è stato danneggiato in una condizione di salute.
Questo principio vale anche a livello intellettuale ed emozionale, durante l’esperienza di un’emozione negativa o subito dopo la sua espressione, quando ancora siamo catturati dall’ottava discendente che è in noi, il modo per iniziare ad uscire è ricordare i momenti in cui non eravamo identificati con quello a cui stiamo credendo nel momento, e comprendere che vi sono altri gruppi di Io ai quali possiamo crede, altrettanto che a quelli negativi, ma che possono riportarci ad una condizione di armonia e controllo.

La guarigione è un’ottava ascendente e come nel processo di eliminazione essa non genera una catena di processi, quando si ha una completa guarigione l'ottava non prosegue oltre, essa ha già raggiunto il suo apice di vibrazioni.

Questo è il processo per mezzo del quale possono essere riparati errori e disastri, un organo danneggiato può tornare alla salute, e l'uomo si può avvicinare alla necessità, per mezzo di una guarigione, di una giusta comprensione delle leggi naturali. R Collin "La Teoria delle Influenze Celesti"

venerdì 15 febbraio 2008

Processo di Crimine



Malattia, Ribellione, CrimineSi ha quando la forma prevale sul principio vitale riducendo quello su cui agisce al livello di vibrazioni più basso, a materia inerte.Questo processo s'innesca attraverso il fallimento di un corretto processo di eliminazione. Se le materie che devono essere eliminate rimangono nell'organismo generano dei veleni che innescano il processo di malattia. E' innescato da un prima forza (FORMA) che è il rifiuto di una funzione superiore che non è stata "assimilata" nel modo corretto, la presenza di materiale che non deve trovarsi in quel luogo genera la malattia. E' un'ottava discendente che per sua natura genera una catena discendente, poiché i prodotti del processo di malattia diventano prima forza (FROMA) per il processo di malattia successivo fino a che un'ottava ascendente (il processo di Guarigione) non intervenga a ristabilire l'equilibrio necessario. Ad esempio nel decorso di una malattia virale se non sono prese delle precauzioni o non vengono somministrate le cure necessarie il decorso della malattia diventa degenerativo.Il processo di malattia riguarda tutti i centri e le funzioni ad essi collegati, così se non eliminiamo correttamente le materie di scarto, proprie di ogni centro, possiamo innescare differenti tipi di malattia. Ad esempio l'impossibilità di esprimere ciò che si è compreso al proprio livello, attraverso una "costrizione" al silenzio o per via di ostacoli dettati dal dominio femminile, dà origine a forti espressioni d'immaginazione incontrollata, a dialoghi interiori interminabili ed a ogni sorta di "sogni ad occhi aperti" che, nel peggiore dei casi, possono diventare cronici e svilupparsi in forme di paranoia e psicosi difficili da curare. Se non riusciamo a gestire la nostra energia emozionale possiamo diventare violenti o essere dominati dalle nostre paure, e non lasciare lo spazio ad altre persone di esprimersi e di poterci aiutare.Nella società contemporanea troviamo moltissimi luoghi comuni e atteggiamenti formatori che sono "la mela avvelenata" germogliata da precedenti processi di crimine e che si manifestano per intere generazioni.Nelle nostre famiglie e nelle nostre vite possiamo testimoniare sopraffazioni e sofferenza creati dalla mancanza di comprensione delle dinaniche umane e delle leggi che governano le cose.Le impressioni che riceviamo sono cibo, se non abbiamo sviluppato degli organi digestivi per esse, quando penetrano in noi (e dobbiamo ricordare che riceviamo un costante flusso di impressioni che non può essere arrestato) è paragonabile al non avere gli enzimi per digerire il cibo organico, l'organismo lo rifiuta. L'uomo ha sviluppato nel corso del tempo, vari strumenti per "eliminare" le impressioni non digerite e che si sono "entrate in conflitto" con la nostra ignoranza i respingenti sono il risultato a volte necessario della necessità dell'uomo di non vedere le cose in modo diverso e proteggere il suo stato di sonno da scontri e frizioni che non potrebbe affrontare. Le impressioni sono il tipo di energia più sottile che riceviamo, questo le rende difficili da digerire senza una adeguata preparazione che richiede sforzi e conoscenza. Le energie che un sano processo digestivo renderebbe disponibili sono quelle che ci permetterebbero di armonizzare la nostra vita e di comprendere piani differenti di esistenza ma, nel momento in cui queste sostanze non vengono digerite correttamente producono i loro veleni, che noi conosciamo, come giudizio, negatività (un centro inesistente formatosi per l'eliminazione dell'energia malate delle impressioni), sospetto, paura, immaginazione negative, avidità, malignità ecc, danneggiando noi stessi e ciò a cui sono rivolte ed innescando a loro volta altri processi degenerativi.Qualcosa che ci fa capire meglio lo svolgersi del processo di crimine è l'idea che esso si basa sul concetto di ottenere qualcosa senza "pagamento" (come il comune furto), questo innesca un debito che se non pagato degenera in crimine, così possiamo avere un debito conoscitivo su qualcuno che, se non pagato, porta al giudizio, o più semplicemente un debito economico che se non pagato porta ad una causa.Il processo di malattia è qualcosa che riguarda noi stessi, non il mondo esterno, ogni volta che siamo testimoni di tale processo dobbiamo cercare di comprendere ciò che lo ha causato e così facendo avviare il processo di guarigione. Possiamo essere testimoni o subire un processo di crimine da parte di qualcuno, ma nel punto dell'ottava in cui ci accorgiamo che è in corso un processo di crimine (l'intervallo) abbiamo la possibilità di deviarlo in un ottava laterale (processo di guarigione), una volta che l'intervallo è passato non sarà possibile fermare il processo nel suo svolgersi fino al prossimo intervallo. Essendo un'ottava discendente il primo intervallo arriva subito, se non riusciamo a deviare l'ottava continuerà senza interruzioni fino quasi alla sua fine, nel punto cioè in cui il secondo intervallo permetterà la deviazione prima della fine del processo.Quando esprimiamo un pensiero a qualcuno e questo non lo capisce o lo respinge, possiamo vedere come per noi l'altra persona "tradisce" le nostre aspettative, così la nostra considerazione interna FORMA, abbassa il nostro ideale di trasmettere qualcosa e generiamo giudizio nei confronti della persona espressione di negatività, in quel momento il nostro desiderio di dare si è trasformato in istinto a distruggere. E' buffo vedere come dalle più nobili intenzioni possa nascere un istinto di violenza e di repressione, questo spiega moltissime condizioni in cui l'uomo e la società si trovano. La difficoltà è che ogni processo ne genera a sua volta un altro, così la persona che secondo la mia comprensione non mi ha capito e che ho giudicato si sentirà ingiustamente aggredita e reagirà, nella maggior parte dei casi, in maniera negativa contribuendo così al ripetersi del processo di crimine che, se non arrestato, può arrivare fino alle estreme conseguenze in cui si raggiunge il massimo livello di materia, la morte di una delle parti in conflitto (questo è il processo psicologico che nutre le guerre). La nostra aspettativa, nell'esempio precedente, è stata il nostro punto debole, il fatto di avere creato una forma immaginaria del nostro ascoltatore invece di essere consapevoli di chi realmente avevamo di fronte è stata l'ignoranza che non ha permesso un sano processo digestivo. Questa ignoranza ci fa essere in balia degli eventi che possono modificare i nostri stati d'animo in ogni momento, questo spiega la mancanza di volontà che non ci permette di essere padroni di noi stessi.Attraverso il processo di crimine eliminiamo sia le materie che naturalmente verrebbero eliminate, sia le sostanze che servirebbero, se digerite correttamente, al benessere, sostentamento e crescita del nostro organismo. Per queste ragioni per l'uomo il cambiamento è quasi impossibile, perché egli, non usando e raffinando i sui organi di digestione, semplicemente elimina la maggior parte delle sostanze che gli sono necessarie per il suo cambiamento di livello d'essere.Attraverso la conoscenza si apprendono nuovi strumenti e con la pratica, l'"essere", si fanno lavorare e si raffinano creando spazio per nuova conoscenza, e più essere, nuova conoscenza (nel senso di una lettura più vasta di quello che già conoscevamo) e così di seguito, crescendo e migliorando se stessi.Dobbiamo incominciare a considerare il processo di malattia nelle nostre vite e trovare strumenti per passare al processo di guarigione ogni volta che ne siamo in grado.

domenica 10 febbraio 2008

Il Processo di Digestione




Raffinamento, digestione, trasformazione.
In questo processo la materia passiva agisce e "subisce" l'azione della forza attiva (VITA - seconda forza) che scomponendola rende disponibili le sue parti più alte (FORMA). E' un'ottava ascendente perché il risultato della triade ha un livello di vibrazioni superiori a quelle dello stimolo di partenza (MATERIA - prima forza). Ciò che viene generato dal processo è utilizzabile ad un livello superiore, e ciò che resta come residuo della trasformazione della materia viene rilasciato con processo di eliminazione.
Attraverso lo studio del processo di digestione vediamo come la forza passiva possa essere prima forza, questo vuol dire che è l'elemento che inizia, è stimolo al processo.
Ad esempio quando vediamo qualcosa fuori posto, è l'oggetto stesso che genera lo stimolo per il processo. Ricevuto lo stimolo dall'oggetto inerme (MATERIA) ci attiviamo per metterlo a posto, compiamo l'azione (VITA, forza attiva), rimettendo a posto lasciando un ambiente più armonioso, con un livello di impressioni superiore a prima (FORMA).
E' interessante osservare che il risultato della triade è collegato al tipo di seconda forza che partecipa al processo (questo vale ance per gli altri processi), così se ad esempio vedo che una cosa è sporca, la posso pulire ed ottenere un certo risultato, in relazione a quella che è la mia idea di pulito, ma un'altra persona può ottenere un risultato migliore o peggiore a seconda di quella che è la sua comprensione di "pulito".

Nel lavoro su di sé uno studente è ripetutamente chiamato a eseguire dei processi di raffinamento. Essendo più presente a se stesso, o facendo tale sforzo, iniziamo vedere ciò che ci circonda con maggiore chiarezza. Il costante sforzo di migliorare noi stessi, migliorando anche l'ambiente è il processo di raffinamento o digestione, senza il quale nessuna possibilità od ipotesi di evoluzione è possibile.
La relazione tra studenti o tra studente e maestro è molto collegata al processo di raffinamento perché la forza attiva è data dallo stimolo delle persone che ci circondano, che per la loro stessa presenza ci “spingono”, la terza forza è la forma, raggiunta attraverso la comprensione delle idee del sistema che permette di rendere disponibili le materie necessarie per il processo di rigenerazione.

La digestione del cibo è l'esempio che spiega l'andamento del processo, il cibo ingerito raggiunge lo stomaco, "attiva" con la sua presenza i succhi gastrici che iniziano a scomporlo per rendere disponibili all'organismo le sostanze necessarie al suo sostentamento.

Il processo di digestione riguarda tutti i tipi di cibo, così più la materia iniziale è portatrice di energie fini, maggiori elementi “nutritivi” conterranno il prodotto finale del processo. Così le impressioni che sono il "cibo" più fine che ingeriamo, se digerite correttamente rendono disponibile un'energia ricca di Idrogeni fini indispensabili al processo del Ricordo di Sé, ossia quello di rigenerazione.

sabato 9 febbraio 2008

Il Processo di Eliminazione



Distruzione Decadimento Decomposizione Eliminazione.
La forza attiva (VITA) agisce sulla forza neutralizzante (FORMA) decomponendola e riducendola a materia inerte.
Questo processo è un'ottava discendente che, raggiunta la sua fine, non procede oltre, quando i prodotti di scarto dell'eliminazione vengono rilasciati questi non possono essere riutilizzati ulteriormente se non da un livello inferiore, come ad esempio il mondo vegetale. Una delle ragioni per cui l'ottava di eliminazione non ha ulteriori sviluppi è che la sua energia è esaurita quasi completamente, avviene una graduale perdita di vibrazioni giungendo, come risultato, alla forza che nella triade ha il livello di vibrazioni minori; non vi sono altre vibrazioni da utilizzare nel processo, dal grafico si capisce questo molto chiaramente dalla diagonale discendente delle frorze.

Il processo di eliminazione è un processo essenziale e necessario per il corretto sviluppo di qualunque formazione. E' collegato ad altri processi che devono liberare il materiale di scarto derivante dal loro svolgersi, così è chiaro che gli escrementi sono il risultato del processo di digestione del primo nutrimento, il cibo, o la rimozione di una crosta da una ferita è l'eliminazione del processo di guarigione, se vi è un processo di malattia l'assimilazione delle sostanze da parte dell'organismo è più difficile e, non funzionando correttamente il processo di digestione, vi è un eliminazione eccessiva (diarrea o vomito).

Ogni parte della macchina umana ha la sua forma di eliminazione, il centro istintivo con gli escrementi, il sudore, le cellule morte ecc. Il centro motorio attraverso l'attività fisica e l'immaginazione (in collegamento con il centro intellettuale), il centro intellettuale il parlate inutile (verbale o interiore). Il centro emozionale attraverso il riso o il pianto, le emozioni negative sono il risultato di un processo di crimine delle impressioni non digerite.

A seconda della qualità della materia che introduciamo in noi e della nostra condizione, avremo differenti tipi di eliminazione, così ad esempio mangiando del cibo scaduto, l'organismo entra in un processo di malattia e lo rifiuta, se mangio del cibo buono e che è particolarmente utile alla mia salute avrò maggiore energia ed una macchina sana poiché il processo di digestione mi ha permesso di assimilare ciò di cui ho bisogno e di eliminare le parti inutilizzabili.
Un cibo che ingeriamo inconsapevolmente in continuazione sono le impressioni; a seconda del tipo e della nostra capacità di digestione (che possiamo modificare attraverso il Lavoro) avremo differenti tipi di eliminazioni. Un esempio è quando vediamo qualcosa che non ci piace, questa impressione entra in noi e viene rifiutata perché non siamo in grado di comprenderla (attraverso la falsa personalità) generando un processo di malattia (squilibrio), il risultato è che viene eliminata attraverso il parlare di qualcosa di sgradevole, attraverso il giudizio, l'accusa e la lamentela, azioni che tutti noi conosciamo benissimo. Questa eliminazione è collegata alla non digestione e quindi all'innescarsi del processo di malattia o crimine, che rende l'energia inutilizzabile generando la necessità della sua eliminazione. In questo frangente però quello che eliminiamo è malato e risente del centro artificiale delle emozioni negative riproponendo la nostra interpretazione delle impressioni ricevute in maniera distorta.
Questo è quello che accade nella nostra programmazione, ma quando una persona inizia a lavorare su di sé la conoscenza che riceve dalle idee del sistema serve per raffinare i propri organi di percezione e, un'impressione potrà essere compresa e digerita; questo significa avere la possibilità di "scomporre" l'impressione nelle sue componenti e poterle digerire (comprendere), assimilando così le "materie" presenti in essa necessarie alla nostra vita ad un livello diverso.
Ciò che a questo punto viene eliminato non è più la sostanza pesante del processo di malattia, ma una più raffinata ed essenziale. Avendo compreso perché una persona agisce in un certo modo non esprimeremo più un giudizio su di essa ma potremo spiegare perché le cose accadono in un certo modo, questo materiale è utile e necessario ai livelli più bassi (principio di scala), che in questo senso sono le persone che vogliono lavorare su di se e attraverso queste materie possono comprendere a loro volta il perché delle cose.

Così comprendere la meccanicità di qualcuno non genera rancore ma compassione.
Quando eliminiamo dobbiamo fare attenzione a quello che "esprimiamo", il tipo di eliminazione ci aiuta a comprendere cosa la ha prodotta e cosa dobbiamo fare in futuro.

mercoledì 6 febbraio 2008

Il Processo di Creazione



Moltiplicazione, organizzazione, diversificazione. La forza VITA (attiva) agisce sulla MATERIA (passiva) riorganizzandola in qualcosa di superiore, e ottenendo una nuova FORMA (neutra) intermedia fra i due.

In questo processo la prima forza è anche la forza attiva che "agisce" sulla forza passiva per riorganizzarla con lo scopo di ottenere una nuova forma (terza forza).

Quando vogliamo costruire qualcosa partiamo da un'idea e iniziamo a cercare o raccogliere i materiali o le risorse di cui abbiamo bisogno. In questo punto l'ottava é discendente; dall'idea alla "realtà" incontriamo gli ostacoli che ridimensionano e rendono possibile la "creazione". Questi ostacoli derivano alle leggi che governano la trasformazione della materia in qualcosa di nuovo. Cercare i mezzi e le sostanze per realizzare un progetto ci porta ad incontrare le regole che dobbiamo rispettare. Così se decido di costruire un mobile devo tenere in considerazione il tipo di legno, i tempi e le scopo; queste sono leggi che"limitano" e "indirizzano" l'iniziale impulso attivo. Una volta che la VITA ha incontrato la MATERIA inizia il lavoro di realizzazione della FORMA. In questo punto l'ottava diventa ascendente, perché il risultato finale sarà una riorganizzazione della materia in modo farle avere un "valore" e "ruolo" superiore a quello di partenza, così un mobile finito avrà un valore ed un utilità superiore a quello del singolo pezzo di legno.

Il processo di Creazione però, analizzato come insieme, rappresenta comunque un’ottava discendente perché il risultato finale sarà comunque "inferiore" all'idea originaria, nel grafico la terza forza come FORMA ha un livello di vibrazioni e di energia inferiore allo stimolo di partenza la VITA. Questo processo ci permette di comprendere perché il risultato dei nostri sforzi è inferiore alle nostre aspettative, o a quello che avevamo "immaginato"; quando facciamo un progetto la prima forza risente della mancanza delle forze contrarie e ciò che pensiamo rappresenta solo un risultato ideale dei nostri sforzi. Possiamo ve ere come la conoscenza del processo di creazione ridimensioni la forza attiva e ci permette di arrivare agli intervalli nel processo di creazione con maggiore consapevolezza e possibilità di colmarli senza deviare in ottave laterali. Per comprendere meglio possiamo fare un esempio di un artigiano che decide di costruire un mobile e di un ragazzo che vuole costruire una libreria per la sua casa. Il ragazzo inizia il progetto partendo dalla sua idea limitata di come si costruisce una libreria pensando solo al risultato finale senza soffermarsi molto sui diversi aspetti della sua costruzione, questo per lui è uno stimolo sufficiente per la prima spinta: l’immaginazione. Va in una falegnameria e non sa che legno comprare, non avendo molti soldi ne compra uno a basso costo, compra gli attrezzi di base, martello, chiodi, vernice e pennelli ed inizia la costruzione. Molto probabilmente incontrerà moltissime difficoltà, ma se avrà la fortuna di non deviare l'ottava il risultato finale sarà di una pessima qualità ma probabilmente svolgerà la funzione di sostenere i libri.
L'artigiano da parte sua è già passato per l'esperienza dell'"inesperienza " e questo gli permetterà di organizzare differentemente il suo lavoro e ciò nonostante dovrà fare i anche lui conti con il materiale. L'artigiano sa come lavorare il legno e conosce i differenti procedimenti da seguire, ma non sa con che legno avrà a che fare o che tipo di difficoltà incontrerà nella lavorazione, questo genererà la differenza tra "l'idea" del mobile e la sua concreata realizzazione finale ma grazie alla sua conoscenza il risultato del falegname sarà superiore a quello del ragazzo e la possibilità di deviazione dell’ottava molto minore.

Questi esempi mettono in luce due aspetti del processo di creazione: il primo è che,
la forza contraria rappresenta la variabile del processo, quanto più la prendiamo in considerazione tanto meno il nostro risultato sarà influenzato da essa, anche se è impossibile eliminarla del tutto. Il secondo punto è che il processo di creazione è collegato ai successivi processi genera una catena. Questo si vede dall’esperienza dell’artigiano e anche nel ragazzo. Attraverso la realizzazione della sua “prima” libreria ha imparato qualcosa ha maggiore esperienza e potrà usarla in futuro in altri processi. Questa esperienza rappresenta una maggiore consapevolezza delle forze contrarie, anche se meccanica. Nella pratica questo può essere esemplificato dal fatto che il ragazzo avrà imparato che un tipo di legno è meglio di un altro, che se vuole fare un ripiano deve usare gli strumenti giusti e così via, se si troverà a costruire un'altra libreria la prima forza sarà differente perché avrà maggiore considerazione delle forze contrarie.

Riassumendo questa idea, la terza forza di un processo creativo rientra nel processo successivo come prima o seconda forza.
Così per il ragazzo la terza forza rientra nel processo come seconda, cioè l’esperienza detta le “leggi” allo stimolo (prima forza) per un altro processo. La libreria può rientrare nel processo come seconda forza nel momento in cui deve essere trasportata per essere messa in casa.
Un esempio di terza forza del processo creativo che diventa prima forza è il Raggio di Creazione dove i livelli di creazione successivi sono la prima forza del nuovo processo, ed aumentano il numero di leggi ad ogni passaggio. In questo si può vedere come il processo creativo è un ottava discendente perché il risultato finale ha un livello di vibrazioni, leggi, superiore allo stimolo iniziale.

La forza contraria introdurrà sempre un elemento di “rallentamento” delle vibrazioni provenienti dalla forza attiva, perché gli ostacoli che si possono incontrare non possono essere previsti completamente, il processo può solo avvenire nella “realtà”, quando avviene nella mente è solo immaginazione.

Una maggiore comprensione dell’idea che il processo di creazione è un ottava discendente la si può vedere nel fatto che ogni cosa che viene creata porta con se un numero maggiore di leggi come nell’esempio del Raggio di Creazione. Ad esempio la nostra libreria avrà bisogno di una certa manutenzione, dovremo spostarla e preoccuparci di buttarla via se non la vogliamo più, questo implica che abbiamo delle nuove ottave che si accompagnano al risultato del processo. Il livello di vibrazioni superiori rispetto alla seconda forza rappresentata dal legno grezzo porterà con se maggiori necessità di cura per il suo mantenimento.

Nel processo di creazione qualcosa di nuovo che prima non esisteva viene creato, se qualcosa che esiste già viene migliorato allora si ha un processo di digestione o raffinamento.

sabato 2 febbraio 2008

La Legge del Tre - Introduzione

Ogni cosa che accade, sia nel mondo che nell'attività umana, sia esterna che interna, è sempre la manifestazione di tre forze:

  • Attiva - Prima
  • Passiva - Seconda
  • Neutralizzante - Terza
Per comprendere la manifestazione della Legge del Tre, dobbiamo distinguere le tre forze in base alla loro natura e manifestazione, o successione delle forze in un evento che nel sistema prende il nome di processo.

La natura delle forze va studiata in relazione alla loro "composizione". Ogni forza è presa in considerazione rispetto alle altre con cui entra in connessione per la "realizzazione" di un evento o processo: la forza attiva è quella che ha il livello di energia e di vibrazioni più alto in relazione alle altre due forze. La forza neutralizzante ha un livello di energia e di vibrazioni intermedio, e la forza passiva è quella che ha il livello di energia e di vibrazioni più basso, Rodney Collin nella "Teoria delle influenze Celesti" le chiama VITA, FORMA e MATERIA, (pag 177 e ss.)
Ogni cosa può essere mediatrice di una forza o di un'altra, ciò che in un dato momento è mediatrice di una forza attiva il momento successivo può diventare mediatrice della forza passiva o neutralizzante. L'acqua di un fiume può essere forza attiva nel processo di erosione o forza passiva in relazione alla gravità.

Possiamo quindi dividere la natura delle forze in:
Attiva . VITA . maggiore energia . maggiori vibrazioni
Neutralizzante . FORMA . energia media . vibrazioni medie
Passiva . MATERIA . energia minore . vibrazioni minori

Secondo le loro manifestazioni, le forze si dividono in prima, seconda e terza. La prima forza è ciò che promuove l'azione, la seconda forza è ciò che oppone resistenza o subisce l'azione della prima forza e la terza forza è il fine, lo scopo o il risultato del processo.
E' importante notare che non consideriamo terza forza, nonostante essa determini il risultato della triade, e, come il catalizzatore in chimica rimane invariato dallo svolgersi della reazione, così anche la terza forza non viene mutata dal processo. Un esempio di terza forza sono i cardini della porta che determinano in che direzione la porta (seconda forza) ruota quando subisce l’azione della nostra spinta (prima forza), essi (terza forza) sono sempre stati lì, non li notiamo se non facendo uno sforzo di attenzione, e la loro presenza determina il risultato dell'azione. Questo spiega la difficoltà del processo del risveglio, non siamo consapevoli delle terze forze e non riusciamo ad introdurre quelle giuste nel nostro lavoro.

A questo punto è importante comprendere che in un processo il luogo della prima
forza può essere occupato sia dalla forza attiva che da quella passiva o da quella
neutralizzante, questa differenza nella qualità delle forze agisce nella triade ed è ciò che determina il tipo di processo. Senza l'azione delle tre forze nulla accade, la forza attiva e quella passiva da sole rimangono in uno stato di costante spinta e resistenza.

In base alla loro natura e alla loro manifestazione le tre forze i possono essere rappresentate nel modo seguente:



In ogni combinazione l’ordine di azione delle forze è differente ed in base ad esso si hanno differenti processi:
Creazione 1-2-3
Eliminazione 1-3-2
Crimine 3-1-2
Digestione 2-1-3
Guarigione 2-3-1
Rigenerazione 3-2-1

Dobbiamo sempre essere attenti e, attraverso l'uso del principio di scala e relatività, analizzare ogni evento indipendentemente. Solitamente non possiamo vedere l'azione delle tre forze nel momento in cui si manifestano, ma studiandole una volta che il processo è avvenuto possiamo iniziare vedere come si è manifestato e lavorare per comprendere la triade che lo ha generato.

Questo lavoro può avvenire solo in una condizione di “presenza”, attraverso il controllo delle parti meccaniche dei centri ed in particolare della mente formatoria.

Nel sistema, al fine di studiare le manifestazioni delle tre forze, quando agiscono attraverso questa assume nomi differenti:

Carbonio - quando è attraversata dalla forza attiva
Ossigeno - quando è attraversata dalla forza passiva
Azoto - quando è attraversata dalla forza neutralizzante
Idrogeno - quando non è attraversata da nessuna forza, quando cioè la materia è
analizzata non in relazione a una forza.

I nomi usati per identificare le materie non sono relazionati alla loro composizione chimica, sono usati per indicare una particolare di "condizione" della materia che viene osservata.
Questa è una delle espressioni del principio di relatività attraverso cui possiamo comprendere che non esiste un solo tipo di materia, ma ne esistono quattro, avremo quindi non solamente il ferro come materia, ma quattro tipi di ferro, il ferro mediatore di forze attive, di forze passive, neutralizzanti, e il ferro preso solo come idrogeno, come materia atomica, quella che possiamo leggere sulla tavola periodica degli elementi.
Ad esempio il ferro usato per compiere un lavoro è attivo in relazione alla materia su cui agisce, o il ferro che è lavorato, è passivo in relazione al fabbro che lo modella, o il ferro come idea di forza, è la terza forza per compiere degli sforzi.

Possiamo riassumere i principi della legge del tre che agiscono attraverso la materia dal punto di vista simbolico come :
Padre (Carbonio)
Madre (Ossigeno)
Figlio (Azoto)
Famiglia (Idrogeno)

Le tre forze entrano in tutte le scale della creazione, e attraverso lo studio della Legge del Tre ci rendiamo conto che ogni cosa accade in base a certe leggi, e che non possiamo comprendere fino a che non conosciamo queste leggi.
Ogni triade genera un evento, ed esso deve essere ricollegato al processo che lo rappresenta. Una successione di eventi procede in base ad una legge differente, la Legge del Sette.